COSÌ SALVAMMO VISCONTI

COSÌ SALVAMMO VISCONTI COSÌ SALVAMMO VISCONTI Luchino colpito dall'ictus Pallido, dignitoso: un monumento Pubblichiamo qui sotto un brano di diario, tratto da «Storie di Cinema e d'altro» (Garzanti), in cui Suso Cecchi d'Amico racconta il drammatico momento in cui l'amico Luchino Visconti viene colpito da un ictus. HO cercato di richiamare l'attenzione di Perugia seduto davanti a me (Janni era alla mia sinistra, Lu I chino alla mia destra). Perugia ha guardato Luchino, e anche lui si è reso conto di qualcosa di anormale. Ci siamo alzati tutti e tre (Janni, Perugia, io). Ho detto a Janni «chiedi subito di un medico», poi mi sono chinata su Luchino a domandargli che cosa si sentiva e a pregarlo di non muoversi, che sarei tornata subito. Perugia si è messo in piedi dietro Luchino, passandogli del ghiaccio sulle tempie, dietro l'orecchio. Janni era andato a chiedere del medico dell'albergo; mentre io ho telefonato a Capra (non era in casa ma in clinica) per chiedergli come dovevo assistere Luchino del quale gli spiegavo il comportamento. Capra mi ha raccomandato di distenderlo (meglio se intanto fosse arrivato il medico di guardia). Sono tornata da Luchino per vedere come stava e se era arrivato il medico di guardia. Luchino stava sempre nella stessa posizione eretta nella poltroncina, pallido, dignitoso; un monumento. Perugia continuava a passargli il ghiaccio e a tenerlo immobile. Janni era tuttora alla ricerca del medico dell'albergo. Sono scappata a telefonare di nuovo a Capra, pregandolo di venire. E' venuto il medico dell'albergo, Lo Russo, e Janni ha avuto una camera al piano, subito sotto il bar. Luchino è stato trasportato con gran cura da Perugia. L'hanno disteso sul letto della camera 418, e il medico gli ha l'atto subito delle iniezioni di papaverina. Davanti alla porta della camera c'era la porta di uno stanzino di servizio e li mi sono messa a telefonare chiamando per prima la governante di Luchino per avere il nome e il numero di telefono del suo dottore. La governante mi ha detto che non sapeva il nome del medico di Luchino ma che sarebbe andata a guardare in una ricetta. Ho pensato che ci avrebbe messo molto tempo; l'ho pregata quindi di chiamare lei il medico appena trovata la ricetta, e di farlo venire subito all'Eden camera 418, mentre io l'avrei cercato per conto mio. Con poche speranze di trovarlo in casa (dopo le dieci di sera a l'ine luglio), ho chiamato Enrico. C'era. L'ho scongiurato per l'amor d'Iddio, di cercare subito il medico di Luchino, e di venire anche lui. Suso Cecchi d'Amico Margherita d'Amico

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