Spinelli il vero federalismo non è fatto per dividere di Maurizio Assalto
la memoria. AIO anni dalla morte, un polemico appello rilancia il teorico europeista la memoria. AIO anni dalla morte, un polemico appello rilancia il teorico europeista Spinelli, il vero federalismo non è fatto per dividere FORMULARE il principio federalista è semplicissimo. Arduo quanto mai è invece sottoporre ad una i critica serrata da questo punto di vista tutto quel più o meno coerente o incoerente complesso di volontà e di pensieri e di sentimenti da cui son dominati oggi gli uomini». Parole profetiche. Altiero Spinelli e Emesto Rossi le scrivevano in una lettera del 1946, pensando al modo di formare «una coscienza politica federalistica che si sostituisca a quella nazionale imperante». Oggi che la coscienza nazionale è a pezzi, la difficoltà rimane. Anzi, è diventata più insidiosa. Altiero Spinelli moriva dieci anni fa, il 23 maggio '86. «Caso vuole che l'anniversario coincida in Italia con una virulenta ripresa delle intenzioni separatiste della Lega, che agita un fumoso "federalismo" irto di contraddizioni e animato da neppure tanto mascherati intenti discriminatori tra le diverse regioni del Paese». Da questa osservazione parte un appello, sottoscritto da diversi intellettuali, amici e seguaci, per «ripensare alla vita e all'attività» di un uomo «che per cinquantanni si è battuto per un'Europa diversa»: un impegno utile anche, «oggi più che mai», a ritrovare «gli strumenti per parlare di federalismo con cognizione di causa, senza nessuna concessione alla demagogia e al populismo». Ogni allusione alle gag bossiane con ditino alzato è puramente intenzionale. Tra i firmatari Norberto Bobbio, Valerio Castronovo, Dino Cofrancesco, Arturo Colombo, Biagio De Giovanni, Alessandro Galante Garrone, Antonio Giolitti, Piero Graglia, Claudio Magris, Mario Pirani. La lettera aperta si intitola, polemicamente, Un federalismo che unisce. Unire, e non dividere, era l'intento ispiratore del Manifesto di Ventotene, redatto da Spinelli, Rossi e Eugenio Colorni nei giorni tragici del '41, mentre l'Europa si dilaniava e stava trascinando il mondo nella sua follia autodistruttiva. Agli apologeti del federalismo parve allora che «militarismo, dispotismo, guerra posso- no essere eliminati solamente creando una federazione europea» (tesi del '43) e che «la limitazione delle sovranità nazionali è la con¬ dizione fondamentale di un ulteriore sviluppo della civiltà» (lettera già citata). Ma Spinelli non si è fissato sul solo federalismo europeo. Finita la guerra, si legge ancora nell'appello, «è intervenuto a più riprese anche sul problema del federalismo interno allo Stato, ma sempre affermando che solo nell'ambito di una federazione europea esso avrebbe avuto carattere di scelta naturale e indolore per gli Stati membri; solo in una federazione europea le molteplici culture e i diversi interessi economici avrebbero avuto modo di svolgersi e di organizzarsi in maniera meno conflittuale e senza nulla concedere allo spirito nazionalista». Lo stretto collegamento che Spinelli stabiliva fra dimensione interna e dimensione esterna è ampiamente documentato nel volume di scritti dal 1944 al 1947 La rivoluzione federalista, in uscita dal Mulino a cura di Piero Graglia, di cui anticipiamo in questa pagina una lettera inedita a Luigi Einaudi. «Altroché la Lega», dice Graglia: «Bossi agita motivi federalistici ma gli manca la visione globale, si ferma al localismo. E poi perché si basa soltanto su Cattaneo - un pensatore dell'800, che non ha fatto due guerre mondiali -, mentre il federalismo moderno in Italia è stato soprattutto Carlo Rosselli, Ignazio Silone, Silvio Trentin, oltre a Spinelli? Forse perché Cattaneo è un lombardo a cui neppure i piemontesi stavano troppo simpatici? 0 forse, ho il sospetto, proprio perché nel suo pensiero la dimensione della solidarietà è molto più labile». Maurizio Assalto Contro il leghismo: tra ifirmatari Bobbio, Magris, Galante Garrone Qui a fianco Ernesto Rossi con la moglie a Ventotene. Nella foto a destra Altiero Spinelli, morto a 79 anni il 23 maggio '86
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