Alice, sei giorni per sperare
Alice, sei giorni per sperare : La bimba veneta, colpita da una rara malattia, è in Usa grazie a una sottoscrizione Alice, sei giorni per sperare A New York la bambina che non sente il dolore LA SALVEZZA OLTREOCEANO AVENEZIA LICE va nel paese delle meraviglie. La «bambina di porcellana» che non sente il dolore, 9 anni compiuti sabato, fa il suo viaggio della speranza a New York, grazie ai 177 milioni raccolti dopo una lettera ai giornali e un messaggio lanciato via Internet: «Se le cose vanno avanti così, rischio davvero di sentirmi una marziana. E invece, nonostante tutto, io non lo voglio essere. Sono una bambina di Spinea, non di Marte o di Saturno. Per farla breve, vi chiedo una mano». Alice soffre di una rarissima malattia genetica: la disautonomia familiare. Sette casi in Italia, non più di 300 accertati in tutto il mondo. Per questa malattia, non avverte il dolore. Il suo corpo è privo di un sistema autonomo di regolazione. Per esempio, della regolazione termica: se la colonnina di mercurio va troppo su o troppo giù, lei rischia di morire. E poiché non sente il male, un anno fa quando si è rotta una gamba ha continuato a camminarci sopra. Quando i «grandi» se ne sono accorti, l'ossatura era ormai deformata e ora la bambina è costretta su una carrozzella. Temporaneamente, sperano i genitori, Sandro e Antonella Lazzaroni, lui dipendente dell'Inps, lei educatrice della Lila. La lettera di Alice ha aperto gli occhi al Paese, che ha avviato subito una raccolta di fondi; e li ha aperti all'Usi di Mirano, che fino a quel momento non sapeva nulla della storia. Alice ha quindi ottenuto il mitico modello El 12, una sorta di certificato di garanzia che permette di scaricare tutte le spese mediche sul servizio sanitario nazionale. Ma la vera soluzione per la sua malattia si trovava all'estero: e all'estero la contabilità sanitaria ha tutt'altra procedura. Sicché, occorre mettere mano alle risorse private, quantomeno per accelerare i tempi. Con i primi soldi della sotto¬ scrizione è arrivato anche il primo viaggio della speranza, a Lione, lo scorso gennaio, dove uno dei massimi specialisti europei in ortopedia ha sottoposto la bambina ad accurate visite alla gamba. Ma è stata la navigazione su Internet a spalancare davvero la porta del paese delle meraviglie. E' in quel fantasmagorico universo dell'informazione in tempo reale che è stato scoperto l'ospedale giusto dove il caso può, forse, essere risolto definitivamente: il Medicai Center di New York, una delle due cliniche più avanzate, insieme a un istituto di Gerusalemme, dove si studi la disautonomia familiare. Di recente vi è stata operata con buoni risultati una bambina che aveva gli stessi problemi di Alice. L'appuntamento con i medici è fissato per domani: Felicia Axelrod e Tzimas terranno sotto osservazione la piccola paziente per sei giorni. «Da gennaio a oggi è cambiato tutto nella nostra vita - dice San¬ dro Lazzaroni - se non ci fosse stata questa gara di solidarietà della gente, saremmo ancora al palo di partenza». Biglietto aereo, terapie, ricovero, tutto coperto grazie alla colletta. La fisiatra dell'Usi Anna Malucco, che accompagna la famiglia, per potersi assentare dal lavoro ha dovuto dare fondo alle proprie ferie. L'Unità sanitaria locale ha promesso che la «mano» chiesta da Alice prima o poi arriverà. Anche la Regione Veneto ha annmiciato che «appoggerà il caso». Sandro Lazzaroni è più scettico: «Finché non vedo, non credo». Mario Lollo Le soluzioni dei giochi sono rinviate per mancanza di spazio
Persone citate: Antonella Lazzaroni, Felicia Axelrod, Lazzaroni, Mario Lollo, Sandro Lazzaroni
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