La breve illusione dei dannati

La breve illusione dei dannati AFRICA 14000 profughi liberiani in una tendopoli soltanto per il tempo necessario a riparare la nave La breve illusione dei dannati Sbarcati in Ghana ma subito cacciati ACCRA. L'odissea dei profughi liberiani del «Bulk Challenge», che da oltre una settimana vagano nell'Oceano Atlantico, non è finita. Ieri il mercantile battente bandiera nigeriana con a bordo 4000 disperati in fuga dalla sanguinosa guerra civile, è tornato al porto ghanese di Takoradi, da dove era stato respinto domenica sera, I profughi sono stati sbarcati, controllati a vista da un imponente dispositivo militare, e scortati in una tendopoli con le strutture per i soccorsi allestite dalle organizzazioni umanitarie. I profughi non hanno ottenuto asilo, e sono rimasti in Ghana solo il tempo necessario per riparare il «Bulk Challenge» (3-4 giorni) e rifornire il mercantile per una nuova partenza. Poi sono stati nuovamente cacciati in mare. Il cargo ha preso la rotta della Nigeria, nella speranza di trovare finalmente asilo. «Non possiamo incoraggiare l'esodo di migliaia di disperati dalla Liberia poiché la forza di pace dell'Africa occidentale Ecomog ha predisposto che Monrovia torni ad essere un luogo sicuro entro due gior¬ ni», ha dichiarato il vice ministro degli Esteri ghanese Mohamed Ibn Chambas in una intervista alla Bbc. Le autorità del Ghana hanno controllato con estremo rigore i passeggeri prima di farli scendere dal cargo. Circa 300 tra donne e bambini sono stati separati dagli altri profughi, in particolare dai «combattenti» liberiani. In un comunicato, Chambas aveva affermato che il suo governo ha «le prove» che tra i passeggeri del «Bulk Challenge» vi sono uomini armati, e aveva ribadito che la nave sarebbe ripartita subito «verso Monrovia o verso qualsiasi altra destinazione sarà decisa dalla capitaneria di porto». Nel contempo, un responsabile del ministero degli Affari sociali ha reso noto che più di un centinaio di liberiani, tutti operatori delle Nazioni Unite e di organizzazioni umanitarie a Monrovia ai quali 7 giorni fa era stato concesso di sbarcare nel porto ivoriano di San Pedro, domenica sono arrivati via terra in Ghana. Saranno accolti in un campo profughi ad Accra. Il «Bulk Challenge» era stato co¬ stretto a partire dal porto di Takoradi domenica notte dopo una sosta di 4 ore per il rifornimento di carburante, acqua e medicine e dopo il rifiuto delle autorità dell'autorizzazione allo sbarco di una nuova ondata di rifugiati a causa anche delle pessime condizioni igieniche che avevano provocato epidemie di dissenteria e polmonite. Dalla nave erano stati sbarcati solo 3 cadaveri: una donna vittima della dissenteria e 2 uomini uccisi a bordo a colpi d'arma da fuoco. Si susseguono intanto gli appelli alla solidarietà delle organizzazioni internazionali. L'Alto commissario dell'Orni per i profughi Sadako Ogata ha promesso ieri aiuti ai Paesi disposti a dare asilo ai fuggiaschi liberiani: «La situazione di quelle migliaia di persone che nessuno vuole è disperata. A meno che qualcuno non decida di aprire loro le porte potrebbero essere in molti a morire». Emma Bonino, commissaria europea per gli aiuti umanitari, ha detto di essere pronta a fornire aiuti di emergenza ai profughi della Liberia, ma ha chiesto che anche la Croce Rossa Internazionale, l'agenzia dell'Orni per i rifugiati e altre organizzazioni intervengano per porre fine a «intollerabili tragedie» quali quella delle migliaia di persone a bordo della «Bulk Challenge». E nuovi drammi sono già in corso: una nave con 1500 rifugiati, che sostengono essere ex profughi sierraleonesi in Liberia, è infatti ancorata fuori dal porto di Freetown, in Sierra Leone. Sul peschereccio «Victory Reefer» mancano acqua e medicine e vi sono numerosi bambini che soffrono di disidratazione. Un cargo pieno di 3000 guineiani e liberiani è salpato ieri sera da Monrovia diretto a Conakry, capitale della Guinea. Migliaia di civili hanno dato l'assalto alla nave per tentare di salire a bordo, al prezzo di 70 dollari ciascuno. I Caschi blu hanno usato cinghie e bastoni per tentare di far rispettare la fila per l'acquisto dei biglietti. A Monrovia, intanto, gli scontri sembrano essere cessati e i miliziani giocano a calcio. In mancanza del pallone, dicono testimoni, usano teste mozzate. [e. st.] Continua intanto l'esodo da Monrovia: incidenti alla partenza di un cargo salpato ieri sera per la Guinea con 3000 disperati a bordo. In 1500 bloccati al largo della Sierra Leone Un filo di speranza per i 4000 profughi a bordo del cargo «Bulk Challenge», sbarcati e soccorsi ieri nel porto ghanese di Takoradi

Persone citate: Emma Bonino, Mohamed Ibn Chambas, Sadako Ogata, Victory