Al mercato Zhirinovskij

Al mercato Zhirinovskij Al mercato Zhirinovskij «Vende il suo partito alla mafia» I/EX DELFINO ALL'ATTACCO MOSCA NOSTRO SERVIZIO Un milione di dollari per un seggio di deputato del partito liberaldemocratico. Vladimir Zhirinovskij non ha menzionato questa somma nella sua dichiarazione dei redditi presentata alla Commissione elettorale, dove ha dichiarato la modesta cifra di 29 milioni di rubli, qualcosa come 11 milioni di lire. Ma secondo il suo ex numero due, Alexandr Vengherovskij, il «duce» russo sta svendendo il suo partito alla criminalità organizzata. E Vengherovskij deve essere uno che sa quello che dice. Qualche tempo fa si è preso due pallottole nel ginocchio mentre stava portando fuori il cane la sera. Le indagini sullo strano attentato - strano perché a Mosca di solito si spara per uccidere, non per avvertire - non hanno portato a nulla. E Vengherovskij, appena uscito dall'ospedale, ha deciso di confidarsi con le Izvestia. «Dietro a questa storia ci sono i miei cari amici liberaldemocratici», ha raccontato e poi ha vuotato il sacco. A sentire l'ex vice di Zhirinovskij, almeno la metà del suo gruppo alla Duma - circa 50 deputati - è composta da personaggi loschi, con molti soldi e un passato misterioso. «I soldi erano l'unico modo per entrare nella Usta», ha raccontato, aggiungendo che, se avesse potuto, Zhirinovskij avrebbe messo in vendita tutti i mandati a sua disposizione. Quanto costava ottenere l'immunità parlamentare dal «falco della Russia»? Non c'era una tariffa fissa, il pretendente faceva la sua offerta. «Non so quanto abbia pa¬ gato ciascuno», dice Vengherovskij, «perché ovviamente non c'erano ricevute e i soldi andavano direttamente al leader del partito». Ma si dice che un deputato avrebbe pagato anche un milione e mezzo, ma in cambio ha preteso anche una carica in una commissione. E, naturalmente, l'ha ottenuta. I «clienti» di Zhirinovskij hanno quasi tutti un passato oscuro e un presente pieno di problemi. A capo della sua lista nella regione di Lipezk c'erano i fratelli Orlov, che stavano suscitando un particolare interesse da parte della polizia. E la mafia di Lipezk, secondo Vengherovskij, è uno degli sponsor principali dei «liberaldemocratici». Ma anche gli altri non scherzano: tra i «partner» di Zhirinovskij figurano i leader della temibile «brigata di Pietroburgo» e il gruppo di Izmailovo, che controlla una buona fetta della capitale russa. A quanto pare, Zhirinovskij si è fatto un gruzzolo discreto, anche perché tutti i conti e tutti i beni del partito - e sono parecchi, compresi immobili all'estero - sono intestati a lui. Ma l'asta dei deputati non è l'unica fonte delle sue entrate. L'estroverso leader nazionalista ha trasformato il suo partito in una vera e propria ditta che offre servizi a pagamento. Se una lobby vuole far passare una legge conveniente non ha che da rivolgersi a lui e i suoi deputati voteranno come ordinato. Zhirinovskij li avverte sempre: «Vi dirò come votare all'ultimo momento». Forse perché aspetta un'offerta più alta. [a. z.j In alto, il presidente russo Boris Eltsin, che ieri è stato accusato dal capo comunista Ghennadij Ziuganov di aver preparato un golpe A sinistra, il leader liberaldemocratico (in realtà nazionalista) Vladimir Zhirinovskij, nuovamente al centro della polemica politica

Luoghi citati: Mosca, Pietroburgo, Russia