Ziuganov: bloccato un golpe di Eltsin di Anna Zafesova

«Il 17 marzo voleva sciogliere il Parlamento, proclamare l'emergenza e annullare le presidenziali» «Il 17 marzo voleva sciogliere il Parlamento, proclamare l'emergenza e annullare le presidenziali» Ziuganov: bloccato un golpe di Ehsin «Dopo il voto della Duma sull'Urss, il governo gli disse no» MOSCA NOSTRO SERVIZIO Manca poco più di un mese alle elezioni presidenziali in Russia, e comincia la stagione delle rivelazioni clamorose, dei colpi di scena e dei gialli politici. A inaugurarla è stato il leader comunista Ghennadij Ziuganov, che ha denunciato ieri il suo principale avversario, Boris Eltsin, per un tentativo fallito di sciogliere il Parlamento e cancellare il voto. Secondo la versione di Ziuganov - fornitagli, pare, da «persone vicine ai ministri del governo» - il «golpe bianco» sarebbe stato tentato dal padrone del Cremlino il 17 marzo scorso. Due giorni prima la Duma, la camera bassa del Parlamento russo, dominata dai comunisti, aveva votato a schiacciante maggioranza una risoluzione che dichiarava illegale lo scioglimento dell'Urss, avvenuto cinque anni prima ad opera dello stesso Eltsin. Una decisione che ha provocato inquietudine dentro e fuori dalla Russia, creando una situazione giuridica ambigua che si prestava volentieri a qualche manovra. Al Cremlino non aspettavano altro. E così il 17 marzo Eltsin convoca i suoi ministri e butta sul tavolo tre decreti: uno sullo scioglimento della Duma, un altro sull'istituzione dello stato d'emergenza e il terzo sull'annullamento delle elezioni del 16 giugno. Manca soltanto la firma e il presidente russo sembra aver già deciso. Ma - a sentire Ziuganov - proprio qui avviene il colpo di scena: «tutti i ministri, eccetto uno», ha raccontato il leader comunista, «hanno risposto di no». Negli stessi minuti la Duma veniva fatta sgomberare con il pretesto di un allarme bomba. L'ordigno non è mai stato trovato, ma per 24 ore il palazzo del Parlamento è rimasto sotto controllo delle forze speciali, pronte ad entrare in azione. Di fronte, al Cremlino, nel frattempo pare era in corso una violenta discussione. Uno dei ministri (Ziuganov sta bene attento a non fare nomi) ha affermato che una mossa simile avrebbe ridotto la Russia a una «gigantesca Cecenia», un altro, forse il ministro della Difesa Graciov, diceva che l'esercito non avrebbe mai eseguito un tale ordine. Lo stesso Ziuganov a marzo aveva già denunciato, senza entrare nei particolari, un complotto del Cremlino per mandare all'aria le elezioni. Eltsin allora gli rispose con ironia che il leader comunista non doveva preoccuparsi: «Non sarà costretto ad andare alle sedute con un'autoblindo». Ma la storia sembra verosimile, perché a Mosca nei giorni successivi circolarono voci del genere, e le solite «fonti informate» fornirono particolari diversi e contraddittori, ma tutto sommato concordi con la versione di Ziuganov. Non è un segreto infatti che da parecchi mesi al Cremlino si sta lavorando a vari progetti per cancellare, o almeno rinviare, la data delle elezioni che per Eltsin, nonostante i sondaggi ottimisti, possono rivelarsi fatali. Lo stesso Alexandr Korzhakov, guardia del corpo ed «eminenza grigia» di Eltsin, aveva detto esplicitamente dieci giorni fa che i russi non dovrebbero andare alle urne. E, come si dice a Mosca, «quello che Eltsin pensa, Korzhakov lo dice». Sarebbe stato proprio il temibile capo delle guardie del presidente russo, insieme al capo dell'Fsb (servizio federale di sicurezza, l'ex Kgb) Mikhail Barsukov, quell'unico ministro che aveva appoggiato il piano di Eltsin, a convincere il padrone del Cremlino che era giunta l'ora di agire. Se vera, la storia raccontata da Ziuganov dimostra che il presidente russo non è poi così sicuro di vincere. Ma soprattutto significa che Eltsin non può contare più nemmeno sull'appoggio dei suoi fedelissimi. Gli uomini che eseguirono senza battere ciglio il suo ordine di bombardare un Parlamento pieno di gente, che mandarono carri armati in Cecenia, non vogliono più rischiare. E, se il Cremlino ci provasse lo stesso, potrebbe provocare uno scontro nell'esercito. Anna Zafesova

Luoghi citati: Cecenia, Mosca, Russia, Urss