I giudici «dimezzano» Formentini

Abuso d'ufficio, la Finanza consegna avvisi di garanzia a sei assessori di Milano Abuso d'ufficio, la Finanza consegna avvisi di garanzia a sei assessori di Milano I giudici «dimezzano» Formentini Per Cristina Gandolfi (Economato) sospensione «cautelativa» delpm MILANO. L'ennesimo lunedì nero di Palazzo Marino inizia con la guardia di finanza alla porta. E con sei avvisi di garanzia per abuso d'ufficio consegnati ad altrettanti assessori, tutti della Lega. Più un invito a lasciare l'incarico - almeno per due mesi - all'assessore all'Economato Cristina Gandolfi che, sospesa cautelativamento dal pm Francesco Prete, prima si consulta con Formentini, poi si fa da parte e rassegna le dimissioni. Brutta storia, questa dell'inchiesta giudiziaria che fa traballare la già traballante giunta di Milano. Brutta storia anche perché Formentini viene avvisato del terremoto in casa mentre si trova a Roma, udienza dal Papa per la beatificazione del cardinale Schuster. Aria di santità, in Vaticano. Beghe per rapporti poco chiari con una società di brokeraggio, da queste parti. Con la guardia di finanza che busta gialla alla mano - fa il giro degli assessori, prima la Gandolfi, poi il vicesindaco Giorgio Malagoli e altri quattro. E così salta alla luce la vecchia storia dell'assicurazione del Comune di Milano, che le opposizioni avevano già tirato in ballo, che era stata firmata con una delibera in piene ferie - 31 agosto 1994 - a Palazzo Marino semideserto. Salvo poi scoprire in alcune intercettazioni telefoniche, ora in mano al magistrato, che l'assessore Gandolfi prometteva a un funzionario della società Jardine «di far pressioni sulla giunta per far cacciar 'sto grano». Salvo poi scoprire tra le carte dell'assessore, due pagamenti di 5 e 20 milioni per attività professionali non meglio chiarite con la stessa società. Tutti elementi che hanno convinto il magistrato a muoversi. Tutte cose scoperte dopo la reazione di tre consiglieri d'opposizione, Dalla Chiesa di Italia Democratica, Rizzo dei Verdi e Colombo della Rete che carta e penna in mano - firmarono un esposto. Che ieri ha portato a questi avvisi di garanzia. Perché non si può - o non si potrebbe - affidare ad una società di brokeraggio la gestione delle pratiche assicurative del Comune, affare da 16 miliardi o poco più compensato con 600 milioni. Non si può se la società è la «Jardine Insurance Brokers» legata a doppio filo allo studio legale Gandolfi e Fusani, il cui nome raccoglie l'assessore, da ieri ex, e suo marito. «Ho già presentato ricoreo al Tribunale della Libertà contro questo provvedimento», fa sapere l'asses- sore Gandolfi. E aggiunge: «Sia il Tar che il Coreco avevano approvato la delibera. In ogni caso, al solo fine di evitare strumentalizzazioni, rimetto nelle mani del sindaco il mio mandato». Bella tegola, per Formentini. Che adesso si trova per le mani quelle dimissioni inevitabili e non può più «salvare» il suo assessore, già finito in disgrazia un anno fa per la gestione del settore Commercio del Comune, di cui era assessore. Ma i guai - a parte quelli politici potrebbero continuare. Nelle mani del magistrato c'è una relazione di un direttore generale del Comune che metteva in guardia l'assessore Gandolfi, prima della stipula del contratto con la società di brokeraggio. Di più. Secondo una prima perizia affidata ad un esperto dell'Isvap, l'organismo di controllo delle società di assicurazione, sarebbero evidenziati aspetti oscuri e vizi nella vicenda. «Ho fiducia nella magistratura anche perché la giunta si è mossa sempre con la massima limpidezza e trasparenza, siamo tranquilli», dice il vicesindaco Malagoli, avviso di garanzia in busta gialla di prima mattina pure per lui. «Siamo tranquilli», ripete. E si sa che toccherà a lui - 28 maggio - il primo incontro davanti al magistrato, che vuol capire se tutti gli assessori presenti a quella riunione di fine estate della Giunta erano consapevoli che la società di brokeraggio era cliente dello studio legale di Cristina Gandolfi e di suo marito. Stessa storia un anno fa a Monza. Anche allora un'assessore propose la stipula di un contratto di brokeraggio con la Jardine. L'assessore era Mario Fusani, marito di Cristina Gandolfi. Ma la vicenda non andò in porto per l'opposizione della Lega Alpina. Fabio Potetti Oggi vertice delle opposizioni per decidere sulla sfiducia Il sindaco di Milano Marco Formentini e, sopra, Cristina Gandolfi, assessore all'Economato Sotto, Nando Dalla Chiesa e Riccardo De Corato (a destra)

Luoghi citati: Comune Di Milano, Italia, Milano, Monza, Roma