Polo e Ulivo uniti contro la Lega di F. Co.
Polo e Ulivo uniti contro la Lega Polo e Ulivo uniti contro la Lega Lista anti-secessione nel Vercellese VERCELLI. Fenomeno locale o prove tecniche di inciucio? Ulivo e Forza Italia alleati per far fronte allo spauracchio della Lega. Potrebbe essere uno scenario pre-secessionista, per ora è soltanto il quadro del voto alle comunali di Tronzano, piccolo centro - appena 2600 elettori - della piana vercellese che il 9 giugno voterà per eleggere il nuovo sindaco. Roma e Mantova sono lontane, ma a Tronzano è scoccata l'ora dell'alleanza «contronatura» per battere il Carroccio, a cui fa riferimento l'unica altra formazione in lizza. L'alleanza c'è, anche se tutti si affannano a negare, parlando di una «estemporanea lista civica» nata sui programmi: una formazione in positivo, e non una trincea contro i seguaci locali di Bossi. «Noi non chiudiamo la porta in faccia a nessuno», dicono gli uomini del pds. Il ppi spiega che la «convergenza dei moderati» su questioni di carattere amministrativo «non è frutto di indicazioni politiche». Lista anti Lega? «Non si fanno liste "anti", ma liste "per" qualcosa», dicono in coro pidiessini e popolari. Queste le parole. I fatti dicono che l'Ulivo ha aperto le porte ad un paio di elementi esterni allo schieramento e dichiaratamente vicini a Forza Italia. «Le liste civiche spiega il segretario locale degli azzurri - nascono dall'accordo tra persone con idee più o meno uguali su un programma più o meno uguale». Tutti allineati, pare, se non fosse che il leader dei berlusconiani di Tronzano si lascia scappare: «Anche se il programma per Tronzano non ci soddisfa in toto». Resta da vedere come reagiI ranno gli elettori. «Dovremmo essere favoriti» ammettono al pds, e si capisce che hanno già fatto i conti: il 21 aprile Forza Italia è stato nettamente il primo partito, seguito dalla Lega Nord e dalla Quercia separati di poco, più staccato il ppi. Numeri alla mano, l'Ulivo «allargato» al nemico ha più di una possibilità di staccare il biglietto vincente. Anche se Alleanza nazionale, che bolla l'accordo come inopportuno, sottolinea il rischio che «la gente finisca per non capire più nulla e faccia confusione». Il Carroccio sogghigna e non sembra patire più di tanto la sindrome da accerchiamento: «E' il frutto dei tempi, non ci stupiamo - dicono i leghisti -. Sono le prove generali del grande inciucio che il sub Parlamento di Roma potrebbe tra non molto confezionare per sbatterci in un angolo e chiuderci la bocca». [f. co.]
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