Da Scalfaro un freno a Prodi

Sgridato per aver fatto nomi sui ministri, il Premier smentisce: nessun attrito Sgridato per aver fatto nomi sui ministri, il Premier smentisce: nessun attrito Da Scalfaro un freno a Prodi Resta da sciogliere il «nodo» della Giustizia ROMA. E no, annunziare anche una prima lista di ministri come Prodi ha fatto sabato, non è proprio quel che prevede la Costituzione. E così il capo dello Stato ha chiamato Romano Prodi al Quirinale e per un'ora e un quarto hanno parlato dei propositi del probabile presidente del Consiglio incaricato, ma anche delle procedure da seguire, dell'equilibrio e della riservatezza necessari in questo momento. Perché, va ricordato, la Costituzione dice che il presidente del Consiglio «propone» la Usta dei ministri ma è il capo dello Stato che li «nomina». Cioè, è lui che si assume la responsabilità finale. Dalle dichiarazioni rilasciate da Prodi all'uscita dal Quirinale si capisce bene quale è stato il tono dell'incontro: «Un lungo colloquio in cui si è parlato di contenuti, di struttura del governo, ma senza aver definito nulla, perché c'è ancora tempo e non abbiamo nemmeno discusso della formalità dell'incarico. Adesso vediamo quanto dureranno le consultazioni e poi chi riceverà l'incarico deciderà i ministri». Insomma, si arguisce che Scalfaro ha impartito ima lezione di diritto costituzionale e di prassi politica al professore Prodi. Il quale è stato il vittorioso capo dell'alleanza dell'Ulivo, ma eletto con un partito minore, il ppi. Il quale non può certo decidere da solo la composizione del governo. Questo gli sta dicendo a voce sempre più alta il pds (che non ha «digerito» la chiamata di Di Pietro al governo fatta da Prodi). Per questo, dopo il colloquio con Scalfaro, Prodi è diventato improvvisamente cauto e dubbioso su tutto: possibilità di ricevere l'incarico, tempi delle consultazioni, lista dei ministri (ma ha tenuto a precisare che, col Colle, «non c'è stato alcun attrito; sono voci senza fondamento»). Le consultazioni al Quirinale saranno rapidissime e l'incarico a Prodi, che ieri sera si é incontrato con Veltroni, è scontato. Anche Veltroni ha respinto la notizia sulla «bacchettata di Scalfaro»: «Totalmente inventata». Scalfaro comincerà già merco¬ ledì con i presidenti delle Camere, i rappresentanti di Ulivo, Polo e Lega. Proseguirà giovedì con Rifondazione comunista, gruppi misti, Svp e Unione valdostana. Poi gli ex presidenti della Repubblica. In serata, per quanto si è capito, Prodi riceverà l'incarico. Ci rifletterà sopra venerdì 17 e presenterà la lista dei ministri sabato per il giuramento. Dibattito la settimana successiva e governo in carica e al lavoro entro U 24-25. Un record di velocità. Ma prima Prodi dovrà sciogliere un paio di nodi che lo stanno mettendo in difficoltà: a chi dare il ministero della Giustizia e a chi assegnare quelli della Difesa e dell'Interno. Per non parlar di Dini (ministro degli Esteri) che non ha rinunciato a chiedere anche la vicepresidenza del Consiglio. Per la Giustizia Prodi vorrebbe l'avvocato Flick, ma il pds punta i piedi e vorrebbe un personaggio di peso politico per arginare la presenza di Di Pietro (Maccanico?). Poi ci sono i popolari che vorrebbero impedire che i ministeri dell'Interno e della Difesa vadano a due pidiessini (Napolitano, Fassino). Sostengono che così il pds controllerebbe i due servizi segreti. In realtà, i popolari puntano ad uno di questi importanti ministeri (Andreatta alla Difesa). Tutto questo fa temere a D'Alema che Prodi non voglia rispettare un giusto equilibrio di forze tra i partiti che lo hanno portato alla vittoria e che rafforzi troppo i «centristi». L'annunciata nomina dei due sottosegretari alla presidenza del Consiglio, senza aver consultato nessuno ha rafforzato la diffidenza del pds. Al momento, i nomi dati per sicuri sono Veltroni vicepresidente e rninistro della Cultura (Giulietti, già temuto segretario dei giornalisti Rai, spera di fare il sottosegretario), Dini agli Esteri, Ciampi al Tesoro, Visco alle Finanze, Di Pietro ai Lavori Pubblici, Lombardi alla Pubblica Istruzione. Bogi andrebbe alle Poste, Burlando ai Trasporti, Andreatta al Bilancio, Napolitano agli Interni. Anche Dini è andato da Scalfaro, forse per spiegare perche punta alla vicepresidenza del Consiglio. Ma si tratta a tutto campo, comprese le cariche direttive in Parlamento e i sottosegretari. «C'è qualche piccolo disaccordo essendo u numero delle cariche necessario non sufficiente...», ha ammesso Diego Masi. Alberto Rapisarda PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Romano Prodi VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO Walter Veltroni SOTTOSEGRETARI ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO: Arturo Parisi e Enrico Micheli INTERNO Giorgio Napolitano ••• GIUSTIZIA Flick • Maccanico • ESTERI Lamberto Dini ••• TESORO Carlo Azeglio Ciampi ••• BILANCIO Beniamino Andreatta Luigi Spaventa • FINANZE Vincenzo Visco •• Augusto Fantoai • DIFESA Piero Fassino •• Beniamino Andreatta • LAVORI PUBBLICI Antonio Di Pietro TRASPORTI Claudio Burlando •• Merloni • AMBIENTE Edo Ronchi LAVORO Tiziano Treu •• INDUSTRIA Andreatta •• Claudio Burlando • SANITÀ' Rosy Bindi •• Livia Turco •• FAMIGLIA Rosy Bindi •• Livia Turco RISORSE AGRICOLE Carmine Nardone •• CULTURA-EDITORIA Walter Veltroni ••• RAPPORTI CON IL PARLAMENTO Cesare Salvi • Guglielmo Negri RIFORME ISTITUZIONALI Cesare Salvi • Lamberto Cardia • Maccanico •• PUBBLICA ISTRUZIONE Giancarlo Lombardi POSTE Giorgio Bogi SOTTOSEGRETARIATO Al BENI CULTURALI Stefano Passigli — UNIVERSITÀ' Adriana Vigneti • Incerto •• Probabile ••• Favorito Il capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro awierà domani le consultazioni per il nuovo governo

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