LA PAURA NON FA SCONTI

A tu per tu con il killer GLI AEREI A RISCHIO IA PAURA NON FA SCONTI M WASHINGTON IO figlio studia a Baltimora, ma ha la ragazza a New York, 500 chilometri distante. Si vedono spesso, hanno 19 anni, ma non hanno soldi. Per incontrarsi, volano con «Valujet», con gli aerei «carretta». Mia figlia è andata in vacanza a spese mie in Florida per Pasqua, poco lontano dal luogo della catastrofe. Per andarci, ha volato con un DC9 «Valujet», forse lo stesso che sarebbe precipitato più tardi. Mi ha detto: sarai contento di me, papà, ho speso solo 80 mila lire per il biglietto. No, non sono contento affatto. Meglio vivere un po' più poveri, piuttosto che morire con lo sconto. Nei linguaggio degli economisti e degli assicuratori, il dilemma si chiama «rapporto attuariale fra costi e rischi». Nel linguaggio di un padre si chiama strizza, angoscia fino a quando squilla la telefonata liberatoria. Sono arrivata, tutto bene, ciao ciao. Vale la pena di volare su caffettiere di quarta o quinta mano riparate da meccanici licenziati da altre compagnie e pilotate da aviatori disoccupati e riassunti al minimo di stipendio, per risparmiare qualche lira? I vantaggi economici offerti a noi consumatori dalla deregulation, dallo smantellamento dei monopoli, giustificano i rischi che i continui tagli di spese sulla manutenzione, sull'addestramento e sul servizio sembrano comportare inevitabilmente, quando una compagnia deve competere al ribasso? In un'economia di mercato, il consumatore detta legge e il consumatore vuole prezzi più bassi. E' vero. Ma anche i 109 cadaveri sbocconcellati dagli alligatori nelle paludi della Florida erano, fino a sabato scorso, consumatori soddisfatti. Ho viaggiato spesso con i macinini della «Valujet», o con charter che volano appoggiandosi «a un'ala e a una preghiera» come dicevano i vecchi aviatori americani, carcasse spremute dalle compa- Vtttorio Zucconi CONTINUA A PAG. 4 SESTA COLONNA

Luoghi citati: Baltimora, Florida, New York, Washington