«Dominguin, mio solo amore»

«Dominguin, mio solo amore» L'ex moglie: «Lasciai tutto per lui e creammo una famiglia splendida. Sarei pronta a rifarlo» «Dominguin, mio solo amore» Lucia Bosè: ora non so più chi sono I RICORDI DI UNA VITA LMADRID A casa è silenziosa. Piena di fiori, come sempre. Il caminetto è acceso. Ci sono tre disegni di Picasso, tre pupazzi dedicati a Paola, la figlia preferita di Dominguin, che gli chiedeva una bambola quando andavano a trovarlo in Francia, a Mougins. Invece di comprargliela, lui la disegnava e la ritagliava e poi diceva: «Prendi, ecco la tua bambola». Mi riesce difficile parlare di Lucia Bosè con imparzialità. La nostra amicizia è antica. Siamo a «Los Cardos», naturalmente, la casa di Somosaguas che è stata sempre il rifugio della famiglia. Come si sente oggi? «Sono passati solo tre giorni e dentro di me c'è un grande vuoto. E' come se mi mancasse... l'antagonismo, no? Due esseri si amano, si odiano, si amano. E ci sono dei momenti in cui si fanno male e, forse, anche questo è parte dell'amore, dell'amore enorme che c'è stato, della nostra famiglia, di tutto. Mi sento sola, non so neppure chi sono». Lucia Bosè sta piangendo. «Sono sentimenti molto forti - aggiunge Non si possono cancellare. Benché a volte ci siamo fatti molto male. Io ho sempre detto, scherzando: "Prima del Torero, dopo il Torero". Perché la mia vita cambiò completamente. Lasciai l'Italia, la mia professione. No, non sto dicendo che ho rinunciato a questo o a quello, non mi piace per niente usare parole come "rinuncia" o "sacrificio". Credo che uno sceglie. Io scelsi di rimanere in Spagna. Mi sposai, fui la "senóra Dominguin", anche se non mi chiamavano mai così perché...». Perché lei era Lucia Bosè. «Certo. E costruii qui qualcosa di tanto importante come la mia famiglia. Ho vissuto con lui un amore appassionato. Fu una passione fortissima e non possiamo cancellare ciò che c'è stato. E non è che adesso voglia parlare bene di lui perché se n'è andato, devo solo dire la verità». Lei arrivò in Spagna nei '54, nel momento più fulgido della sua carriera. Venne per due mesi. Ed è rimasta. «Rimasi. Lasciai dietro di me quella che era la donna più bella d'Italia». Lucia Bosè sorride, come se si vergognasse a farsi un complimento. E continua. «Ero la donna più elegante, tutti gli uomini erano ai miei piedi. Allora erano ai piedi, non a letto. Era un'altra epoca. Lasciai tutto dietro di me perché ero innamorata del "Torero". Io continuo a chiamarlo così: "Torero", "Maestro". Io non l'ho mai chiamato Luis Miguel, non mi suona bene». Lo chiamava Miguel, senza Luis. «Sì, sempre. E lui mi chiamava: "L'italiana"». Lei cambiò radicalmente la sua vita. Le è mai pesato? «Mai. Io dissi: "Voglio dei figli". Ci credevo davvero. E continuo a credere che la cosa più importante che esiste è la famiglia. Io volevo che la mia durasse per sempre, ma il "Torero" se ne andò e io sono rimasta qui. Ho dato ai miei figli il meglio di me stessa. Mio figlio dice che sono stata una madre dura, che non gli diceva mai che gli volevo bene. Io credo che a volte, que¬ ste sono quasi frivolezze. Non è questione di dirlo, ma di sentirle». Lei è sempre stata una donna introversa e a volte inaccessibile. Non ha mai avuto la voglia di sfogarsi pubblicamente? «Adesso. Sono scoppiata adesso. Adesso sì, mi sono lasciata andare. Piango, non piango. Sto galleggiando, non so neanche chi sono. E' vero, sono sempre stata impe¬ netrabile, però non posso farci niente. Ci sono cose che sono solo mie e che non ho mai fatto vedere a nessuno. Credo che questa è la mia : I forza. L;i prima •■ ; cosa che mi dis¬ isi se il "Torero" j fu: "Se vuoi vivere in questo Paese, e soprattutto in Castiglia, se non sei una donna dura, ti mangiano". L'ho sempre tenuto presente. Lui mi ha insegnato a essere cosi, e aveva ragione. Arrivai in Spagna malaticcia, delicata, con guanti bianchi e perle. Non oro una donna forte, dura». Faccia tornare indietro il tempo, Lucia, quando venne in Spagna per girare «Morte di un ciclista». «La mia vita sarebbe stata un'al¬ tra. Mi sarei sposata con un italiano. 0 no. Non si sa. Mesi fa ero a Venezia e mi prese un magone. Pensai: "Ma perché sono nata in Italia, con queste meraviglie o ho dovuto rinunciarvi per venire in Spagna? Perche non sono nata in Spagna?". Proprio no. Doveva succodero, dovevo fare tutto quello che feci in Italia per poi arrivare qui». Non ha mai pensato di ritornare in Italia? «Mai. Devo ritornare qui. I miei figli sono molto più spagnoli che italiani e questo è ciò che: mi fa sentire tanto spagnola». La vita è in debito con lei o viceversa? «Credo io con la vita». E' molto positiva? «Molto positiva». E molto spirituale? «Non mi piace questa parola, non è esatta. Mi appassiona tutto ciò che è scienza dolio spirito. Sono 25 anni che sono immorsa nell'antroposofia di Rudolf Steiner». Un altro lungo silenzio. Poi, Lu¬ cia Bosè dico: «Non ho paura della morto. Crodo di ossero preparata. Se ci informassimo di cosa è la morte, non avremmo paura. Io ho avuto tanto dalla vita. La mia forza, adesso, è che non ho bisogno di niente e là staremo molto meglio». Non avere bisogno di niente significa che non le importa più niente di niente? «Sì, non mi importa più niente. Io sto bene con me stessa». Ci sono, durante questa conversazione, molti silenzi. Per fare breccia nella tristezza che galleggia attorno a noi, lo ricordo quella volta che mi disse, anni fa, che la Spagna era uno zoo. Ride. Vedo fiori, fiori da tutte le parti. «Non potrei vivere senza fiori. Quando muoiono, non li butto via, li lascio li por molto tempo, mi incantano i fiori quando muoiono». I ricordi le fanno male? «Molto male, io cerco di cancellare» Ci riesce? «Voglio...». Se potessimo perdere la memoria... «So potessimo. Credo che bisogna arrivare alla saggezza di cancellare quello che vogliamo cancellare, lo voglio guardare avanti». II capitolo più importante del libro della sua vita fu quello che ha vissuto con Miguel? «Si, creammo una famiglia. Lasciai tutto por lui. Se dovessi tornare indietro, farei lo stesso. Per questo mi sento vuota. Quando Miguel era vivo, litigavamo, ci dicevamo di tutto, ma cosa c'entra? La nostra vita era un cocktail di molto cose. Lui è il padre dei miei figli. Mi hanno criticato perché non gli ho voluto dare l'annullamento. Ma non stata io, e stata la Chiesa. Credo che so Rosario [la seconda moglie di Dominguin] fosse stata al mio posto, avrebbe fatto Io stesso. Io giurai su dei Sacramenti". Perché dovevo annullare il mio giuramento?». Come ha dormito ieri notte? «Male, molto male... Chiudevo gli occhi e vedevo tante cose». I suoi occhi tornano a riempirsi di lacrime. «Devo sfogarmi, è la prima volta in vita mia che mi lascio andare cosi. Fa bene, no? Chiudo gli occhi e vedo passare la mia vita. Miguel mi ha dato molto, molto. Gli devo molto. Abbiamo avuto una vita appassionante e conoscemmo gente interessantissima, eccezionale. A volte mi dicevano: "E' che continui ad essere innamorata di lui". No, no non è cosi. E' qualcosa di più profondo, che non so spiegare. C'è stata una grande passione, c'è stato amoreodio. E lo ho amato come nessun altro, o lui lo sapeva. Lo ho amato tanto, tanto. Como puoi cancellare di colpo tutto questo? I nostri tre figli siamo noi due, siamo Miguel o io, sono il nostro riflesso, Per questo lui è stato sempre una presenza e continuerà ad esserlo. La colpa? La colpa fu di tutti o due». Natalia Figueroa Copyright «ABC'= e per l'Italia «La Stampa- «C'è stata la passione e c'è stato amore-odio Come si può cancellare di colpo tutto questo?» «I nostri tre figli sono il nostro riflesso Per questo, lui continuerà sempre a essere presente» «Io lo chiamavo "il Torero" e "il Maestro" Luis Miguel non mi suona bene» Lucia Bosè in un'immagine recente e in alto con Dominguin Sopra, il torero con la figlia Lucia e sotto Miguel Bosè «DoLucia: I •■ ; isi j Lucia Bosè in un'immagine recente e in alto con Dominguin Sopra, il torero con la figlia Lucia e sotto Miguel Bosè