Anche i Laender dicono no a Kohl di Emanuele Novazio
«Nei nostri bilanci non c'è più nulla da tagliare». Si profila uno sciopero generale «Nei nostri bilanci non c'è più nulla da tagliare». Si profila uno sciopero generale Anche i Laender dicono no a Kohl Ipresidenti delle regioni bocciano Vausterità BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mentre il fronte sindacale si inasprisce e i dipendenti pubblici minacciano scioperi ad oltranza, in mancanza di una accettabile offerta da parte dello Stato, i presidenti dei sedici Laender respingono unanimi il progetto di riforma fiscale del governo. Sarebbero proprio le regioni a venire danneggiate, sostengono, chiedendo al Cancelliere di modificare il meccanismo che regola le relazioni finanziarie fra il centro e la periferia. Da sola, la prevista riduzione della sovrattassa di solidarietà - annunciata dal ministro delle Finanze Theo Waigel a partire dal '97 - provocherebbe perdite ingenti alle regioni. Poiché nei loro bilanci non c'è più niente da tagliare, argomentano i presidenti dei Laender, la decisione del governo avrebbe dunque conseguenza gravissime. Ma se queste sono previsioni legate a norme non ancora in vigore, la crisi economica e la disoccupazione record degli ultimi mesi, secondo i sedici presidenti, provocheranno subito una gravissima diminuzione del gettito fiscale: 26 miliardi e mezzo di marchi (oltre 27 mila miliardi di lire) quest'anno; 71 miliardi e mezzo di marchi, 73 mila miliardi di lire, nel '97. Quasi certamente, dunque, i tagli alle spese pubbliche previste dal cancelliere Kohl per consentire alla Germania di entrare nell'Unione monetaria il primo gennaio del 1999 non basteranno. La stan- gata presentata fra polemiche crescenti dalla coalizione guidata da Helmut Kohl - tagli per complessivi 50 miliardi di marchi che coinvolgeranno l'intero sistema di previdenze sociali non sarà sufficiente per colmare i buchi nel bilancio dello Stato. Bisognerà mettere a punto altri interventi: con quali conseguenze, con quali reazioni fra sindacati e cittadini? Secondo alcuni sondaggi, la popolazione ha capito la neces- sita dell'austerità proposta dal governo: la maggioranza dei tedeschi (66% all'Ovest, 53% all'Est) non ritiene che la propria sicurezza sociale sarà danneggiata dai tagli, rileva un'indagine pubblicata ieri. Da quando il programma del governo è stato presentato, tuttavia, l'opposizione socialdemocratica e i sindacati si sono mobilitati. Neanche l'ipotesi di uno sciopero generale ormai viene esclusa, mentre il leader della confederazione Dgb annuncia una «calda estate» segnata da «forti ondate di protesta» che continuerà «fino a che il governo farà marcia indietro». Il primo banco di prova di questa strategia sarà il settore pubblico, impegnato in un difficile rinnovo del contratto: a una richiesta di aumenti salariali del 4,5%, il governo ha risposto che l'austerità impone di lasciare invariati stipendi e salari. La controreplica è un ultimatum: o si abbandona «l'ipotesi zero» o il Paese si fermerà. Emanuele Novazio Il conflitto sul piano di austerità del cancelliere Helmut Kohl rischia di trasformarsi nel più duro scontro dalla riunificazione sul terreno dello Stato sociale
Persone citate: Helmut Kohl, Kohl, Kohl Ipresidenti, Theo Waigel
Luoghi citati: Germania
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