«Volevano poltrone»

«Volevano poltrone» «Volevano poltrone» «Attaccavano Marina nuda per cercare di farfuori me» ROMA. Lo davano per spacciato, dicevano che i Verdi lo avrebbero licenziato, e invece Carlo Ripa di Meana è uscito vincitore dal consiglio federale del Sole che ride. Anzi ha pure rimpinguato la sua maggioranza. Proprio il giorno' dopo il maxi corteo ecologista di Roma, con 50 mila in piazza a 10 anni dal disastro di Cernobyl. Così, alle nove e mezzo di sera, sprizza gioia da tutti i pori, il portavoce verde, mentre si appresta a festeggiare con la moglie Marina il successo. L'emozione gli fa andare di traverso un sorso d'acqua, lui tossisce e scherza: «Si ricorda - chiede - quell'antico che morì perché gli andò di traverso un acino d'uva?». Allora onorevole ma lei ha capito perché Gianni Mattioli e Massimo Scalia volevano le sue dimissioni? (Ah quelle vecchie volpi tattiche della politica! Sa, in questa vicenda si sono intersecati e sovrapposti diversi interessi. Da una parte c'era la tentazione di fare dei Verdi una formazione organica all'Ulivo e al pds. Volevano toglierci la nostra autonomia. Ma un fatto è certo: finché ci sarò io alla guida dei Verdi non ci faremo "finlandizzare"». Bene, questa è la motivazione politica che ha spinto i suoi avversari a farle la fronda. Ma lei ha parlato anche di altri interessi, quali? «Quelli di una cordata di potere che voleva posti di governo e di sottogoverno». Di quale cordata sta parlando? «Della Lega Ambiente, che ha sferrato un attacco selvaggio nei miei confronti. C'è stata un'ingerenza senza precedenti, estesa pure a giornalisti Rai, come quel Fulvio Grimaldi. Cose da trasecolare. Quella cordata, grazie anche all'appoggio di alcuni giornali come il manifesto, mirava a sostituirci per candidarsi alla gestione del governo. E per ottenere questo scopo è stata orchestrata una campagna contro di me». E anche contro sua moglie Marina. Non sono mancati attacchi e critiche per quella fotografia in cui si fa ritrarre nuda per protestare contro l'uso delle pellicce. «Sì, quella è stata un'operazione veramente penosa. Hanno attaccato Marina per colpire me. Una cosa infame, anche perché hanno scelto un argomento da beghine. Quello era un nudo artistico e in più legato ad una battaglia giusta. C'è stata della nobiltà in quella iniziativa di Marina. E invece l'hanno accusata di cattivo gusto. Ma non si stava mica parlando dell'etichetta di cor- te». Beh, forse si può dire che quello di sua moglie è stato un ((gesto estremo». «Marina è ima donna coraggiosa. Sì perché ci vuole del coraggio a fare quello che lei fa. Dov'è lo scandalo? In un bel corpo? La verità è che c'è una sinistra bacchettona, piena di tartufi, parrucconi e codini. Che tristezza. Gente che chiede la gogna per Marina. Ma quel che è peggio è che si sono utilizzate certe posizioni perbeniste per altri fini». E cioè? «Si sono utilizzati argomenti come quelli che si usavano un tempo, del tipo una donna che fa vedere la caviglia è una "chanteuse", per fini politici, anzi per fini di governo e di sottogoverno. Perché lo scopo era quello: fare fuori l'attuale gruppo dirigente per prendere poltrone nell'esecutivo. E io come San Sebastiano ho sofferto e ho taciuto. Ma poi ho risposto con i fatti: ho portato moltissimi Verdi in Parlamento, ora li porto al governo, e ho vinto in modo netto al consiglio federale». [m. t. m.] A sinistra: il portavoce dei Verdi Carlo Ripa di Meana Qui accanto: il corteo antinucleare di 50 mila persone sabato a Roma nell'anniversario di Cernobil

Persone citate: Carlo Ripa, Fulvio Grimaldi, Gianni Mattioli, Massimo Scalia

Luoghi citati: Cernobil, Meana, Roma