Dividere l'Italia? Bossi frena

Comizio a sorpresa del leader leghista a Mantova: bisognerà discutere, vedremo Comizio a sorpresa del leader leghista a Mantova: bisognerà discutere, vedremo Divìdere l'Italia? Bossi frena «Non è ancora deciso». Ma nasce il governo del Nord MANTOVA DAL NOSTRO INVIATO «Leggo i giornali e tutti parlano di secessione...». Quasi appoggiato al microfono, Umberto Bossi sembra un cantante confidenziale. Nel salone delle feste di Villa Riva Berni, ora Parlamento padano, cento leghisti stanno aspettando il seguito. Sta per nascere il governo della Padania, sta per nascere il Comitato di Liberazione della Padania, e quella parola, «secessione», porta silenzio. «I giornali parlano di secessione, ma per loro 2 più 2 fa sempre 7. Voi lo sapete: non è vero che abbiamo scelto la secessione. Bisognerà discutere, vedere». I veneti sembrano i più soddisfatti, i lombardi meno, Bossi non si sa: «La mia impressione è che non c'è più niente da fare, però...». Bossi parla soltanto mezz'ora, record assoluto, mai stato così breve. Ogni parola è ben calcolata, guardingo, prudente. Un gatto. Un gatto che si dà appena una regolata alle unghie. «Con questo nostro governo bisognerà chiarire alla società della Padania se è meglio mediare o non mediare, salvare o non salvare, se la via federalista è percorribile o no. E se è vero che non c'è via d'uscita, la presenza di questo nostro governo è la speranza che non si sarà obbligati a tracollare». Il gatto si è messo in posizione d'attesa. «Trattare con Roma? E' possibile, ma il se e quando lo deciderà il Parlamento della Padania. Ma certo è difficile se Roma parte con il piede sbagliato, come ha appena fatto Violante». Il governo, dunque. Giancarlo Pagliarini il premier, 10 i suoi ministri che hanno già giurato sotto il diluvio. Fuori dall'enfasi, come dirà Roberto Maroni, potrebbe essere considerato come il fu «governo ombra» del pei. E invece Bossi lo carica di significati e sollecita i suoi: «Se li eleggete all'unanimità è meglio, perché l'unanimità dà più forza. Non perdiamoci in preziosismi democratici».' "Un"governo perché il futuro, visto dalla Padania, è tragedia: «Rilanciare l'economia nel Meridione fa girar la testa, ci sarà un Paese con milioni di disoccupati che imporranno l'assistenzialismo». Un governo, magari, che permetta alla Lega di rientrare nei giochi della politica. «Il governo della Padania dovrà negoziare con Roma», dice Bossi. Pagliarini, primo atto da premier, ha già invitato Romano Prodi: al momento il tavolo è solo quello, metaforico, degli scacchi. Insomma, la Lega con il suo Parlamento e il suo governo, il primo partito del Nord, il Partito Padania, che si smuove per trattare con Roma pa- drona. Un percorso che Bossi aveva in testa;1 d$Ua notte r^ej^risultati elettorali, anche se con tempi diversi e certo più lunghi. L'accelerazione, spiega un senatore, è stata determinata dai «culi bianchi», come vengono chiamati i leghisti del Veneto già de. Veneti autonomisti per tradizione, federalisti per convinzione, secessionisti manco per idea. - -Ben attento agli untori.di-casa propria,'tìossi ha tolto npiede dall'acceleratore. E anche il Comitato Provvisorio di Liberazione della Padania può attendere almeno fino al 2 giugno, quando l'Italia festeggerà i 50 anni della Repubblica e i leghisti il «giuramento storico del governo della Padania» sul pratone di Pontida. «Ma non sarà una provocazione», gattoneggia lui. Il Cplp sarà guidato appunto da Bossi, e «sarà un organismo, un luogo, in cui si radunano varie forze che in merito alla libertà della Padania la pensano allo stesso modo. Ci sarà un coordinamento anche europeo, uno stimolo per avvicinare tutte le forze». A partire dal Partito Federalista del professor Gianfranco Miglio. E ancora una volta Bossi spiazza e spariglia. Non ha giocato la carta della secessione, ma quella carta resta sempre nel suo mazzo. «Secessione? Io ho rivendicato un diritto, e lo sa anche Violante, alla secessione e alla resistenza. Un diritto naturale «he appartiene-all'uomo. Là Lega vuole percorrere una strada democratica, senza uso di eserciti come sostiene chi è troppo vicino alle ideologie. Quelle degli eserciti, della violenza, della repressione, sono strade pericolose». E detto ciò Bossi si mette a guardare, ad aspettare quello che verrà da Prodi e dal nuovo governo, sempre pronto a ricordare ai dubbiosi che lui l'aveva detto: «Nord e Sud se stanno assieme vanno a catafascio». Dopo i ministri verranno anche i sotttosegret.ari. E Irene Pivetti, ieri assente giustificata, impugnata a Milano per la cerimonia di beatificazione del cardinale Schuster? Nessuna carica, al momento. «E' stato usato il bilancino e lei ha già avuto», risponde Bossi, sempre con quell'aria da Gatto che medita su «Secessione. 0 no?». Gatto che gongola: «Tra un po' ci sarà bisogno di manovrine e manovrane: potranno essere sostenute a patto di un negoziato su un programma più generale sulla Padania». E il. premier Pagliarini si commuove come il premier Dini: «Penso a Violante. Chi vuole come me la libertà senza l'uso della l'orza viene minacciato dell'uso della forza». Applausi e lacrime. Giovanni Cerniti I «MINISTRI» DELIA PADANIA PRIMO MINISTRO GIANCARLO PAGLIARINI. Ministro del Bilancio nel governo Berlusconi. E' stato appena eletto presidente dei deputati leghisti. AFFARI COSTITUZIONALI FABIO DOSI. Emiliano, ex deputato. «Chiediamo il sistema elettorale tedesco: proporzionale e sbarramento al 5%». AFFARI ESTERI FABRIZIO COMENCINI. Veneto,consigliere regionale e segretario della Lega, ex segretario provinciale del Msi di Verona. Ora è in missione in Ucraina. GIUSTIZIA GIOVANNI FABRIS. Veneto, avvocato a Venezia San Polo, ex deputato. «Sono un garantista, ma con moderazione». BILANCIO E PROGRAMMAZIONE ALBERTO BRAMBILLA. Lombardo, collaboratore di Pagliarini a Roma dove, dice Bossi,«al ministero i numeri diventano cicche americane». LAVORI PUBBLICI E TRASPORTI CELESTINO PEDRAZZINI. Milanese, ingegnere civile, ex deputato eletto a Sesto San Giovanni, l'ex Stalingrado d'Italia. Ama esser definito «il terrore dell'Arias». LAVORO E ATTIVITÀ' PRODUTTIVE MARCO SARTORI. Lombardo di Busto Arsizio, ex presidente commissione Lavoro a Montecitorio. Uno degli autori della riforma delle pensioni. > SANITÀ' POIRET ALBERTO. Veneto di Vicenza, ex segretario provinciale, consigliere regionale, medico, responsabile della Sanità della «Liga Veneta». AGRICOLTURA GIOVANNI ROBUSTI. Cremonese ma assessore provinciale a Mantova. Piccolo imprenditore nel ramo servizi dell'agricoltura, è un «esperto della Bassa». CULTURA E SCUOLA MASSIMO SCAGLIONE, piemontese, regista televisivo, ex deputato. «La Rai? Dobbiamo decentrare, occorre la politica della finestra aperta». IDENTITÀ' POPOLARE DELLA PADANIA GILBERTO ONETO. Piemontese di Belgirate, architetto, animatore della «Libera compagnia padana» e dei «Quaderni padani» e grande appassionato della «Padania nascosta». Assente Irene Pivetti Nessun incarico: «Lei ha già avuto» IL COMITATO DI LIBERAZIONE LOMBARDIA: UMBERTO BOSSI, ALBERTO MARIA BOSISIO, CORINTO MARCHINI, ROBERTO MARONI. PIEMONTE: ROBERTO CERESA, DINO BOSIO. VENETO: PAOLO GOBBO, ENRICO CAVALIERE. LIGURIA^ LORENZO BEVEGNI, EMILIA: GIANLUCA PINI. Il leader della Lega Nord Umberto Bossi A destra: Roberto Maroni Assente Irene Pivetti Nessun incarico: «Lei ha già avuto» Il leader della Lega Nord Umberto Bossi A destra: Roberto Maroni