Armato dalla follia uccide un poliziotto

Lamezia Terme, l'agente è stato colpito mentre cercava di soccorrere tre persone ferite Lamezia Terme, l'agente è stato colpito mentre cercava di soccorrere tre persone ferite Annoto dalla follia uccide un poliziotto Poi si barrica in casa: arrestato LAMEZIA TERME. Lo hanno interrogato fino a notte fonda, per cercare di chiarire perché abbia sparato: Francesco Davide, 30 anni, agricoltore. Una vittima: un agente di polizia, Pietro Caligiuri, 39 anni, con la schiena dilaniata da un colpo di pistola. Altre tre persone ferite, in un pomeriggio di follìa, ad Accaria, una frazione di Serrastretta. Caligiuri non era in servizio. Aveva smontato alle due e, dopo pochi minuti, era tornato a casa. Pietro, lo descrivono i suoi colleghi del commissariato di Lamezia Terme, era un ragazzo d'oro. Serissimo, preparato, tra poco avrebbe dovuto affrontare il corso per ispettore, dopo anni di lavoro nella sezione di polizia giudiziaria. Ma il suo sogno di avere quella benedetta promozione si è infranto per la follìa - come potrebbe definirsi altrimenti? - di una persona assolutamente normale, almeno fino a ieri. Francesco Davide non ha ancora spiegato i motivi del suo gesto, che ha distrutto una famiglia (Caligiuri aveva due bimbi di 9 e 3 anni). La ricostruzione dell'accaduto è ancora vaga, come ha confermato il questore di Catanzaro, Franco Malvano, e le parole del procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Pileggi, lo confermano: «Abbiamo bisogno di chiarezza e, anche, di serenità». Ieri pomeriggio, pochi minuti prima delle 16, un furgone Ford stava risalendo una strada stretta che collega la periferia di Accaria al centro della frazione. Dentro c'erano Rosario Fazio, 57 anni, e la moglie, Pina Caligiuri, 55 anni, cugina del poliziotto ucciso. Quando il Ford ha rallentato per imboccare una erta, passando davanti al giardinetto antistante la casa dei Davide, è cominciato l'inferno. Un primo proiettile ha centrato il parabrezza. Poi, mentre il furgone andava avanti lentamente, altri colpi hanno fracassato i vetri laterali, ferendo la coppia. Fazio, sebbene ferito, ha avu¬ to la forza di guidare il furgone per altri cento metri, fino a quando le forze lo hanno abbandonato e si è accasciato sul volante e, addosso a lui, la moglie anche lei gravemente ferita. La sparatoria ha attirato l'attenzione di una giovane che ha avuto la prontezza di spirito di spostare il furgone mentre le detonazioni continuavano. Uno dei proiettili ha colpito Lina Mangano, 30 anni, che era uscita in strada per capire cosa stesse accadendo. Caligiuri, che abitava a qualche centinaio di metri dalla casa dei Davide, ha sentito i colpi ed è uscito in strada, dirigendosi verso la zona della sparato¬ ria. Quando ha visto il furgone con i cugini dentro si è avvicinato, per sincerarsi delle condizioni dei due. Poi ha cercato di raggiungere casa dei Davide, forse per tentare di convincere 10 sparatore a fermarsi. Quando si è girato, volgendo per un istante la schiena, è stato centrato da un solo proiettile che, probabilmente, gli ha spaccato 11 cuore. Pochi secondi dopo è arrivata sul posto una volante della polizia, mentre altri ancora stavano raggiungendo Accari. Caligiuri è praticamente morto tra le braccia di un collega ed a nulla è valsa la corsa verso l'ospedale di Lamezia Terme. In pochi istanti la casa dei Davide è stata circondata da polizia e carabinieri, mentre tiratori scelti si erano già appostati. Dall'esterno gli agenti hanno cercato di convincere chi sparava (in quel momento era ancora tutta da chiarire la dinamica) ad arrendersi. Da dentro la casa dei Davide, però, solo delle grida e, riferiscono dei testimoni, anche dei colpi di pistola. E' stato in questo frangente che gli agenti hanno deciso di fare irruzione nell'abitazione. Hanno tentato di sfondare la porta, ma inutilmente. E' stato allora che hanno sparato dei colpi contro la serratura, e uno di questi, di striscio, ha ferito ad un braccio il padre del giovane omicida, Giovanni, di 56 anni. Francesco Davide è stato immobilizzato. In un angolo della casa, rannicchiata a terra, sconvolta da quanto stava accadendo, la madre dello sparatore, Franca Lio, 55 anni. Da quando il giovane, ormai ammanettato, è stato portato in caserma è scattata in lui la molla del silenzio. Non ha risposto alle domande che gli venivano poste e si è chiuso in un mutismo assoluto. Solo la madre ha avuto la forza di dire che, da qualche giorno, il figlio si sentiva perseguitato chissà da chi. Diego Minuti Un'immagine della casa dove il folle ha ucciso un poliziotto e ferito tre persone (due sono gravi)

Luoghi citati: Accaria, Catanzaro, Lamezia Terme, Serrastretta