«Con lui feci il primo pool»

«Con lui feci il primo pool» «Con lui feci il primo pool» Caselli: quegli anni a Torino a combattere il terrorismo Procuratore Caselli, lei e il neo presidente della Camera Luciano Violante siete amici da molto tempo. Come vi siete conosciuti? «La nostra è un'amicizia antichissima: data dai tempi in cui lavoravamo insieme all'Ufficio istruzione di Torino all'inizio degli Anni 70. Parlare di Violante significa ricordare il nostro capo di allora, il consigliere Mario Carassi; sia io che lui siamo cresciuti alla sua scuola. Accanto a lui respiravamo letteralmente saggezza, equilibrio, indipendenza insieme a costante consapevolezza della complessità del nostro ruolo e delle responsabilità conseguenti. Tutto ciò si traduceva in umiltà e costante rispetto per gli altri soggetti del processo». Insieme avete affrontato gli anni del terrorismo e l'esperienza del primo pool della storia giudiziaria d'Italia? «Sì: abbiamo mangiato ogni giorno un pane duro e molto amaro. In particolare nel '76 quando le bierre uccisero il procuratore della Repubblica di Genova, Coco, e i due uomini della sua scorta. Delitti mirati anche sui processi in corso a Torino e dei quali ero titolare individuale. Il dottor Carassi si inventò un nuovo modulo di lavoro: un pool di giudici del quale chiamò a far parte, oltre a me, Mario Griffey e proprio Violante. Questo sistema, concentrando più forze sullo stesso obiettivo, integrando le competenze, intrecciando esperienze professionali, distribuendo il rischio, si rivelò uno strumento vincente. Tra l'altro mi consentì di apprezzare ancora di più Violante per la sua intelligenza, determinazione, equilibrio. La nostra amicizia uscì rafforzata da quegli anni. Anni in cui Luciano, io e altri colleghi, con le nostre famiglie, eravamo quotidianamente minacciati da pericoli». I vostri percorsi si sono nuovamente intrecciati dopo la scelta dell'onorevole Violante di lasciare la magistratura per la politica? «Accadde quando, dopo le morti dei colleghi Falcone e Borsellino, feci domanda al Csm come procuratore della Repubblica di Palermo. In quello stesso periodo Violante era presidente della commissione parlamentare An- Violante e Catimufvahacoprnestscchseopqusue dasofizizanputu«Pcsensotoreptizd timafia. In quel tempo tutti gli uffici inquirenti che si occupavano di criminalità organizzata hanno potuto contare su una commissione antimafia unita; le principali decisioni, infatti, vennero assunte all'unanimità. Questo significa che Violante è riuscito a realizzare un obiettivo che, nella lotta alla mafia, è essenziale: forze di governo e di opposizione possono dividersisu qualunque questione tranne che sull'impegno di garantire a tutti e ovunque un'esistenza libera dalla signoria e dal gioco mafioso. Come presidente dell'antimafia Violante operò in questa direzione e io non posso che apprezzare positivamente la sua nomina a presidente della Camera perché ritengo che rappresenti un meritato riconoscimento istituzionale delle sue doti». Spesso è stato sostenuto che Violante sarebbe a capo di un «partito dei giudici» e che sarebbe l'ispiratore di istruttorie a danno degli avversari; come valuta queste accuse? «Parole in libertà. Nessuno che conosca davvero Violante può seriamente pensare cose del genere. Violante è sempre stato assolutamente rispettoso dell'autonomia e del lavoro altrui. Del resto altera i dati della realtà, per quanto mi riguarda, chi ipotizza una magistratura al servizio di qualcosa di diverso dall'adempimento dei suoi doveri». Marina Cassi Violante e Caselli nei primi Anni 70

Persone citate: Borsellino, Carassi, Caselli, Luciano Violante, Marina Cassi Violante, Mario Carassi, Mario Griffey

Luoghi citati: Genova, Italia, Palermo, Torino