MASSIMO PRIMA DI «CALIGARI» Con il Goethe alla riscoperta del cinema tedesco Anni 10
MASSIMO MASSIMO PRIMA DI «CALIGARI» Con il Goethe alla riscoperta del cinema tedesco Anni 10 IRRIDUCIBILE contraddizione di un'arte che ha da poco compiuto il secolo di vita e già deve lamentare di aver perduto gran parte del suo patrimonio di opere. Tanto più meritoria appare dunque l'impresa di chi si dedica al recupero e al salvataggio di quei film che, benché talvolta paurosamente danneggiati o sconciamente mutilati, non hanno subito il torto irrimediabile della distruzione totale. E' il caso, appunto, della rassegna che il Goethe Institut propone al Cinema Massimo da mercoledì 8 a lunedì 13 maggio con il titolo «Rosso come il pericolo, il fuoco e l'amore. Il cinema tedesco degli Anni 10». I sei programmi di cui si compone, per un totale di 17 film, sono una preziosa quanto rara occasione di soffermare lo sguardo su un periodo della storia del cinema dimenticato. Dalla miriade di titoli che precedettero «Caligari» - il film che segnò la nascita dell'espressionismo tedesco - non si conosce infatti né si ricorda altro che una minima parte. Già Pordenone, nelle meritorie «Giornate del cinema muto» del 1990 aveva avuto l'idea di esplorare il cinema tedesco «prima di Caligari»: ma, là, si trattava piuttosto di andare alla ricerca delle radici del cinema di Weimar, mentre le finalità di questa rassegna sono nel contempo più ampie Nelle foto due .scene di filili presentati in rassegna: «Die Kinder» e. sotto. «Zweimal Gelebt» e indefinite, provvedendo un campione assai diversificato della produzione tedesca del periodo precedente, concomitante e immediatamente successivo alla prima guerra mondiale. Ciò che ne risulta è un mosaico rappresentativo di una cinematografia che spaziava indifferentemente in generi diversi come la commedia, l'avventura, il poliziesco, il dramma psicologico, il film sociale e, naturalmente, il melodramma. Tratti unici sono più facilmente rinvenibili nei titoli che la presenza di una diva come Asta Nielsen ha consegnato alle storie «ufficiali» del cinema (per esempio, «Die Borsenkònigin» del 1918), ma significative scoperte ci vengono promesse dalla visione di opere di registi dimenticati come Franz Hofer ed Emerich Hanus che, dicono i curatori, perseguirono il loro scopo con un autentico spirito d'autore. Non ci si stupirà infine di ritrovare negli altri film, non di rado anonimi, elementi tipicamente peculiari del «German's touch»: la prevalenza di toni cupi e tragici, l'ossessione emotiva, l'uso magistrale della luce e deU'ffluminazione, che assurgeranno a tratti distintivi del più noto cinema tedesco del decennio successivo. Alberto Barbera
Persone citate: Alberto Barbera, Asta Nielsen, Caligari, Emerich Hanus, Franz Hofer, Goethe
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