Morì dopo la diagnosi errata

Rapinato rappresentante i gioielli Vìttima di aneurisma, gli fu prescritto analgesico per mal d'orecchi Morì dopo la diagnosi errata Omicidio colposo, condannati 2 medici P ^^^^ RISCHI IN CORSIA Un uomo di 59 anni si sveglia nel cuore della notte, in preda a un forte dolore. Corre all'ospedale di Carmagnola. Poi al pronto soccorso di Moncalieri. Lo rimandano a casa con un antidolorifico per il mal d'orecchi. Il giorno dopo, quell'uomo muore. Ucciso da un «aneurisma disseccante dell'aorta» che gli ha distrutto il cuore. La sua storia è prima finita sul tavolo del pm Pier Luigi Zanchetta, e poi in un'aula di giustizia, davanti al pretore di Moncalieri Maurizia Giusta. Che ha giudicato i medici responsabili dell'omicidio colposo di quell'uomo, infliggendo sei mesi di carcere al medico di guardia a Carmagnola Pier Riccardo Rossi (33 anni) e quattro a quello del pronto soccorso di Moncalieri Enrico Seghe (di 45). Le condanne sono sospese dalla condizionale. Quell'uomo era Francesco Va¬ lenti, autotrasportatore. Viveva in via Valperga 59 a Carmagnola. I suoi figli, parte civile al processo con l'avvocato Arturo Baudo, hanno raccontato in un esposto una tragedia cominciata il 24 gennaio '94: «Aveva male al petto. Un dolore che si estendeva al collo, alle spalle, alle orecchie. Lo abbiamo accompagnato all'ospedale di Car- magnola. Gli hctnno fatto parecchi esami, consigliandogli di tornare se avesse avuto altn problemi». Si è ripresentato la notte del 29. «Aveva gli stessi dolori, ma più forti. Il medico ha detto che non era niente di grave, e gli ha consegnato un analgesico. Il babbo stava malissimo. Non na preso la pastiglia, non convinto della diagno¬ si, ed è andato a Moncalieri. Qui un altro dottore gli ha diagnosticato "algìa cervico-auricolare". Gli ha fatto un'iniezione di Novalgina, prescrivendo una visita otorinolaringoiatrica per il giorno dopo. Lo hanno visitato superficialmente, liquidandolo di fretta. La mattina dopo lui è andato dall'otorino. Nel pomeriggio il dolore è aumentato, la notte ancor di più. Alle 5 di mattina è morto». Sono partite le indagini del pm Zanchetta, che ha identificato i medici e chiesto una consulenza tecnica al professor Gatti. Poi ha disposto il rinvio a giudizio. «E' evidente - ha detto - che quell'uomo era molto preoccupato, e aveva intuito la gravità del suo male. Altrimenti non sarebbe andato in due ospedali». Accusa e difesa si sono scontrate soprattutto su un punto: per i difensori (Obert e Bra¬ sa per Seghe, Franco Trebbi per Rossi), il paziente non spiegò chiaramente i suoi disturbi, e non parlò di dolore al petto: «Non si capisce perché, altrimenti, sia stato preso in considerazione soltanto il male all'orecchio da ben tre medici, otorino compreso. Un infermiere di Moncalieri scrisse sul foglio di accettazione "otalgia". Vuol dire che lui lamentò soltanto quel disturbo. Il malato disse a tutti la stessa cosa: non fornì elementi per scoprire l'aneurisma». Gli avvocati hanno dalla loro consulenze dei professori Torre e Varetto. Preannunciano appello. La famiglia, risarcita soltanto da Seghe (di qui la condanna più mite), avrebbe invece voluto una condanna «ancora più pesante dice la vedova -. Se mio marito fosse stato operato, sarebbe ancora vivo». [g. fav.] Nei guai un sanitario di Moncalieri e uno di Carmagnola ill PI Francesco Valenti, la vittima di Carmagnola, aveva 59 anni

Luoghi citati: Bra, Carmagnola, Moncalieri