Piscina coperta? Sì di erbacce

LAMIA CITTA' Battezzato «monumento alla vergogna» sarà restaurato da privati in autunno Piscina coperta? Sì, di erbacce Chiuso da 13 anni l'impianto di via Gottardo Una giungla di sterpi, vetri in I frantumi, rifiuti e siringhe. E' quel che resta della piscina comunale al coperto «Sempione» del parco di via Gottardo. Avveniristico impianto sportivo progettato nel 1967 ormai chiuso al pubblico da 13 anni. Per la precisione da quella notte del 15 marzo 1983 in cui un pezzo del tetto si sbriciolò, «eroso» dai vapori del cloro. Il giorno dopo i tecnici del Comune dichiararono la piscina «inagibile». E così risulta ancora oggi, al punto da meritarsi - dagli abitanti della zona - lo scomodo titolo di monumento alla vergogna. Alcuni residenti hanno esteso la loro protesta a «La mia città», corredandola di eloquenti fotografie: «Ormai questa struttura degradata è nel mirino dei vandali spiegava allarmato uno dei lettori -; ma è possibile che il Comune lasci così andare alla deriva il suo patrimonio?». E noi, questo legittimo interrogativo lo abbiamo girato all'assessorato allo Sport, cercando di ricostruire - con una certa fatica - la sfortunata storia di quest'impianto. Ma cominciamo subito dal finale, perché ne vale la pena. Domani, fra quegli sterpi e quei vetri in frantumi, s'aggirerà un gruppo di architetti. Ed entro la primavera del 1998 la città potrà riappropriarsi dell'impianto sportivo di cui è orfana da ormai tredici anni. Forse che il Comune ha improvvisamente trovato i 3 miliardi necessari per ristrutturarla? Niente affatto. Ma grazie all'esistenza di una delibera datata marzo '95 (e voluta dall'attuale assessore allo Sport Carlo Baffert) la gestione di questa disastrata piscina è potuta passare a una società sportiva privata: la Rari Nantes. E grazie all'intervento della Rari Nantes i lavori di restauro partiranno entro l'autunno di quest'anno. Spiega il suo presidente, Arnaldo Balleria: «Il Comune ci ha dato tre anni per restituire l'impianto ai torinesi. Noi abbiamo firmato l'atto di concessione circa una settimana fa, ma contiamo di farcela nel giro di due anni. Certo, il cammino non è breve: prima di vedere gli operai in azione bisogna che il nostro progetto riceva l'okay del Coni provinciale e di quello con sede a Roma». Secondo Balleria, la sua società riuscirà a realizzare i lavori con una spesa di 1 miliardo e mezzo: «Budget comunque considerevole aggiunge - al punto che per il finanziamento ci appoggeremo al Credito sportivo». Dopo la buona notizia rituffiamoci nella «nebbia» in cui è rimasta affossata la piscina Sempione per tredici anni. Spiegano al settore sportivo del Comune: «Se l'assessore Baffert non avesse avuto l'idea di poter affidare la gestione di alcuni impianti sportivi ai privati oggi, a Torino, funzionerebbero ben poche piscine. Non è cosa nuova che manchino i fondi per ristrutturare le opere pubbliche». Un modo come un altro per dire che in mancanza di quella delibera del marzo '95 il «miracolo» non sarebbe potuto accadere. Continuano, negli uffici di corso Ferrucci: «Affidando alla Rari Nantes quell'impianto si sono raggiunti due obiettivi in uno. La società sportiva acquista una sede in pili e ne diventa affittuaria per 25 anni, e i cittadini si riappropriano di un impianto ormai considerato perduto», [e. min.] .;. a .;. a LAMIA CITTA' |~j Un'immagine eloquente della piscina Sempione «avveniristico» impianto comunale chiuso perché inagibile dal marzo del 1983 Ora è una giungla di sterpi rifiuti e siringhe

Persone citate: Arnaldo Balleria, Baffert, Balleria, Carlo Baffert

Luoghi citati: Roma, Torino