Un appello dai fedelissimi «Non lasciateci senza calcio» di Angelo CaroliClaudio Giacchino

Un appello dai fedelissimi «Non lasciateci senza calcio» Un appello dai fedelissimi «Non lasciateci senza calcio» I TIMORI DEI TIFOSI FUGA dal Delle Alpi. Il canone d'affitto è l'imputato, ovviamente dalle società calcistiche vincolate al contratto. Juve (a Bologna o Monza) e Torino (Novara o Alessandria) sono pronte ad emigrare. E i tifosi? Eccovi le loro risposte. Ginetto Trabaldo, fondatore dei Fedelissimi granata: «Non scherziamo, chi vuole che vada a seguire il Toro lontano da Torino? Io e pochi altri inguaribili, facciamo mille, duemila persone, ma il resto della gente torinista no di sicuro. Sì, forse, per le prime duetre tasferte ci sarebbe la mobilitazione ma poi, con il freddo, la nebbia quanti si muoverebbero? E questo senza contare che la B e l'eventuale permanenza di Calieri diraderanno ancor più le già esigue schiere di coloro che vanno alla partita. Inoltre, c'è il problema finanziario, i costi sarebbero insostenibili per tanti sostenitori. Ma lo sa che molti vengono allo stadio in tram per non pagare il posteggio, per giunta carissimo. Il Delle Alpi è nato male, Juve e Toro lamentano che i costi sono altissimi: bisognerebbe farli pagare a Nebiolo che ha preteso la pista di atletica e all'architetto Hutter che ha costruito un impianto che con il calcio ha poco a che fare». Nicola, tifoso Vip della Juve che vuole mantenere l'anonimato, spiega: «Sono contrario all'emigrazione. A certi problemi bisognava pensare 7 anni fa, ora la frittata è fatta, cioè uno stadio con tanti difetti e un Comunale doc lasciato deperire. Andare a Bologna sarebbe un non senso, i tifosi della curve seguirebbero la squadra- ovunque. Però la maggior parte di noi studenti non si sposterebbe ogni domenica. Non tutti sono infatti in condizione di affrontare spese di trasferta con continuità. Per i club fuori città può essere un vantaggio, ma anche Torino ha un buon bacino d'utenza che va rispettato. E poi ditemi chi seguirebbe la squadra fino a Bologna se in calendario ci sono Piacenza, Udinese, Vicenza... Capisco la logica della società che paga stipendi a giocatori e affronta spese sostanziose. La minaccia di Juve e Toro per me ha sapore provocatorio. Sull'abbattimento del Delle Alpi potrei essere d'accordo, ma dal momento che lo Stato, cioè i cittadini, è stato defraudato bisogna riflettere su una soluzione del genere. Credo che a noi occorra uno stadio da 60 mila posti e che al Toro serva il Filadelfia». Emiliano Pommasin, del Toro club di Noie Canavese, è drastico: «Se resta Calieri allo stadio i tifosi saranno pochissimi. Figurarsi quanti sarebbero disposti a sobbarcarsi ogni due domeniche un viaggio a Novara o Alessandria. Credo che la sortita di Castellani sia provocatoria e che alla fine nulla cambierà, cioè continueremo ad andare al Delle Alpi». Sandro Sandano, fan bianconero di 54 anni e impegnato nel settore pubblicitario, ha cose da suggerire: «Seguo la Juve dal '49. Non entro nel merito dei conti economici delle società, sono d'accordo con chi manifesta ostilità nei confronti di ima struttura non adatta al calcio, visto che la visibilità al Delle Alpi è pessima anche per chi fruisce di ubicazioni privilegiate. Bisogna imitare i Paesi che privilegiano lo spettatore con stadi a dimensione di calcio. Non credo all'emigrazione, è un'idea per stimolare la sensibilità di chi deve risolvere il problema. Allontanarsi da Torino signi¬ ficherebbe danneggiare moralmente i tifosi che si vedono sottrarre lo spettacolo nella loro città. L'abbattimento del Delle Alpi? No, se Maometto non va alla montagna bisogna invertire il percorso. Prendiamo lo stadio, scaviamo in profondità ed eliminiamo la pista di atletica, assolutamente inutilizzabile. Così lo spettatore non sarà più penalizzato. E poi farne un uso intelligente, tipo Lingotto, una multifunzionalità attraverso varie risorse professionali, organizzando concerti, allestendo discoteche, musei, mostre, costruendo ipermercati in modo che ci siano riscontri di alleggerimento». Marco Monge, del club torinista Tnt: «Assurdo pensare d'emigrare quando c'è un Filadelfia da ristrutturare e usare. Comunque, adesso, il problema non è tanto nello stadio quanto nel presidente, sinché si chiama Calieri non serve a nulla domandarsi se i tifosi seguiranno il Torino lontano dalla città: in queste avvilenti condizioni è già tanto se qualcuno andrà a vedere i granata». Angelo Caroli Claudio Giacchino Il sindaco Valentino Castellani ha dichiarato di non essere disposto a farsi massacrare politicamente sulla vicenda dello stadio

Persone citate: Calieri, Castellani, Ginetto Trabaldo, Hutter, Monge, Nebiolo, Valentino Castellani