Bugno per il Giro occhio o Casagrande
Blitz dell'Avvocato a Imola per fare i complimenti al Cavallino Il campione vince in Trentino e guarda avanti Bugno: per il Giro occhio o Casagrande RIVA DEL GARDA. Dopo nove mesi (agosto, Coppa Agostoni) Gianni Bugno torna a vincere. A dieci giorni dalla partenza del Giro d'Italia, la vittoria nella la tappa del Giro del Trentino è un segnale positivo. Bugno l'ha inseguita con determinazione risolvendo di potenza una volata in cui prima s'era proposto come apripista per il più veloce compagno di squadra Fontanelli e che poi ha fatto sua con una rimonta consentita solo a un atleta di grande classe. In prospettiva Giro (mancherà Fondriest, già ieri assente per una influenza virale), da segnalare anche Piepoli, Belli, Massi, Faresin e il giovane Missaglia, sempre presente nelle mischie di prima fila. «E' una vittoria che mi restituisce fiducia e arriva al momento giusto - ha commentato Bugno -. Affronto il Giro senza l'assillo della classifica, ma non vorrei dare l'impressione di uno che se ne frega. Tutt'altro. Io sono pagato dalla MG per vincere e faccio di tutto per meritarmi lo stipendio. Ma nel ciclismo di adesso non mi riconosco più. Il ciclismo "a periodi", cioè praticato da corridori che mirano ad essere competitivi solo in un breve periodo di tempo, non mi piace. E non solo perché mi nuoce, ma anche perché allontana le simpatie della gente. Il campione universale, capace di v/incere la Sanremo in primavera e il Lombardia a ottobre passando magari per Giro e Tour come facevano Coppi e Merckx, è quello che piace alle massaie e all'operaio. Indurain, che snobba la Roubaix e le Fiandre e pensa soltanto al Tour, non può giovare al nostro sport. Bisogna fare in modo che i campioni tornino a correre le gare che han fatto la storia del ciclismo». Poi torna sul Giro: «E' chiaro che vorrei fare bella figura, ma so di gente che sinora ha pedalato solo in funzione del Giro: Berzin, Tonkov, Olano e Ugrumov. Temo di non essere competitivo con costoro, ma correrò con l'intento di far bene giorno dopo giorno. Intanto lunedì andrò a vedere il Cavia e a ripassare il Mortirolo». E' segno che una speranzella la nutre. Intanto azzarda un pronostico che è anche una speranza. «Dico Casagrande, che a me piace perché è un duro, uno che non si arrende. Bartoli è già una certezza per le classiche, un campione autentico, che ricorda il miglior Fondriest, capace di vincere qualsiasi corsa d'un giorno. Se Casagrande si affermasse come uomo da corse a tappe, il ciclismo italiano avrebbe la supremazia assicurata». E il doping: «Sono favorevole ai controlli mediante prelievo di sangue, per rendere dignità al ciclismo, che ora viene considerato come uno sport di appestati. Ma lo scandalo ò pure nel consentire agli Indurain di gareggiare in corse di poco conto il giorno della Roubaix, nel programmare una prova di Coppa in Giappone a novembre e il Mondiale a ottobre: così il ciclismo va alla rovina». Angelo Paoli
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