Fischi al concerto I Mau Mau dividono il pubblico di G. Fer.

Fischi al concerto Fischi al concerto I Mau Mau dividono il pubblico TORINO. La prova del nove è il pubblico di casa: perché nessuno è profeta in patria, e quando i ragazzi della porta accanto diventano i Mau Mau, ovvero una delle cult-band del momento, chi li ha conosciuti fin dall'inizio è fatalmente più severo dei fans dell'ultima ora. Il concerto torinese di Luca Morino, Fabio Barovero e soci - davanti ai tremila del Palastampa - ha dunque messo a confronto i Mau con la platea più fedele, e dunque più esigente: e così si spiegano gli accenni di contestazione - qualche fischio - da parte di chi, tra i presenti, non accetta la «svolta elettrica» sintetizzata dall'album recente «Viva Mamanera». A fine serata, i conti tornano comunque: l'ovazione è convinta, Luca Morino ha in mano il suo popolo, e lo sfama con i classici di sempre, «Soma la macia», «El mat», e un'antichissima canzone, la prima in assoluto dei Mau, «Tera del 2000», dedicata alla memoria di Franco Coggiola, il gran padre del folk revival italiano, improvvisamente e prematuramente scomparso. Certo, le strade di oggi sono diverse da quelle battute con «Sauta Rabel». Sono cambiati i tempi, e sono cambiati i Mau. Accanto al nucleo storico (Morino, Barovero e il percussionista africano Bienvenu Tsongan) nuovi elementi - il batterista Ciusky Barberis, il bassista Josh Sanfehci, il trombettista Roy Paci, il trombonista Gian Piero Malfatto - contribuiscono a creare un suono che non è più il «rabel rock» degli esordi, bensì qualcosa da inventare ogni sera, sbandando allegramente fra tradizioni popolari e delirii elettrici. Una scommessa con esiti eccellenti («Ellis Island», «Laserta», «Corto Maltese») e un unico episodio discutibile, il pop in eccesso di «Zeppelindia». [g. fer.]

Persone citate: Barberis, Barovero, Fabio Barovero, Franco Coggiola, Gian Piero Malfatto, Josh Sanfehci, Luca Morino, Roy Paci

Luoghi citati: Torino