FANNY La vera diva di Lietta Tornabuoni

La vera diva Con la commedia «Ridicule», protagonista la Ardant, si apre stasera il Festival di Cannes La vera diva CANNES AL NOSTRO INVIATO Se ne sta sotto l'ombrello il mimo tutto d'oro che raccoglieva gli spiccioli della curiosità e del pessimismo (non s'intossicherà, con tanta porporina sulla pelle?). Lustra di pioggia, la faccia bella dell'attrice di Bernardo Bertolucci, Liv Tyler, splende grandissima e misteriosa dai cartelloni. Il mare è invisibile, scomparso dietro insegne, tende arabe a punta, manifesti, palcoscenici spettacolari, tendoni, Palacinema di plastica bianca, Espaces Cinema di plastica trasparente, sedi improvvisate delle televisioni e delle organizzazioni promozionali che trasformano il festival in un Megaspot del Sogno, in una kermesse di pubblicità gratuita per i film presentati nei cinema francesi mezz'ora dopo che a Cannes. Interrogativi d'ansia prematura: ci sarà scandalo per «Crash» di Cronenberg, che mescola sesso e incidenti d'automobile? Ci sarà scandalo per «Trainspotting» di Danny Boyle, l'Arancia Meccanica degli Anni Novanta, libro-culto di Irvine Welsh e film duro su ragazzi eroinomani che vivono soltanto per la prossima dose, ci saranno proteste per le scene più mirabolanti, la testa tuffata nel gabinetto, le lenzuola sozze di ogni possibile secrezione umana? Ipotesi precipitose: una Palma a Marcello Mastroianni? Le premesse ci sarebbero, l'attore è un grande, nel film francese di Raoul Ruiz «Tre vite e una sola morte» recita benissimo quattro personaggi diversi, compare su tante copertine, ha settantatrè anni, il direttore del festival lo ama («è una meraviglia, è magnifico, appartiene anche a noi francesi»), lo intervistano «Herald Tribune» e «Le Monde», lo definiscono un esempio perfetto di interprete europeo anche se lui dice: «Sogno un pianeta dove tutti siano napoletani». Strano e diverso, il 49° festival comincia stasera con una commedia: fatto non unico ma raro, di solito Mostre e rassegne di cinema non amano altre risate che quelle di Woody Alien. Poco glamour, poche star annunciate, pochissima Hollywood: è un festival specialmente d'Europa (14 film sui 22 in concorso sono europei). Specialmente e nazionalisticamente francese, magari: 5 film nella selezione ufficiale, più gli altri coprodotti con soldi francesi, compresi alcuni degli italiani che in compenso presentano l'unico debuttante in competizione, Mimmo Calopresti regista de «La seconda volta». E specialmente dedicato ai registi: a quegli autori che del cinema europeo sono la vera forza, la grande ricchezza. Ma, soprattutto: TeleCannes. Il festival quasi arrivato al mezzo secolo, che ogni anno costa 30 milioni di franchi e dà lavoro a 700 persone (il gruppo perma nente, però, è di appena dodici), resta la manifestazione più «mediatizzata» del mondo dopo le Olimpiadi: 3700 giornalisti, 212 troupes televisive (soltanto la Rai ne ha almeno sei). Le telecamere sono dappertutto. Canal Plus, la rete televisiva francese che ha comprato per due milioni e mezzo di franchi l'esclusiva dei principali avvenimenti del festival, trasmette per dodici ore al giorno programmi realizzati da 250 persone. Fioccano le sigle: HBO,TBS,TCI,RTBF,BBC, TF1 e poi Internet, si capisce. Nelle vetrine sono esposte in vendita le videocassette dei film vincitori della Palma d'Oro in passato, inclusi «Padre padrone» dei Taviani e «L'albero degli zoccoli» di Olmi. Una simile presenza multimediale finirà per cannibalizzare il festival? «Può sue- cedere. Ma noi siamo vigili», dice il direttore: lui non intende che i film di Cannes vengano vampirizzati in trasmissioni di varietà (tre canzoni, un sedere, due minuti di Altman, un mago Otelma, una ballerina pantera, intervista lampo a Greenaway) e sinora è riuscito ad evitarlo, assicura, con metodi non violenti eppure persuasivi. Le tv, in ogni caso, cannibalizzerebbero il cinema a cui hanno dato vita: i film inglesi sono quasi tutti finanziati dalla Bbc o da Channel Four Films; la rete francese Arte ha coprodotto quindici film del festival, le televisioni francese, italiana e svizzera sono tra i finanziatori delle opere dei rispettivi Paesi. Davvero quel gran circo di show e soldi, di cinefilìa esigente e mondanità cafona che è Cannes simboleggia tutte le commistioni, tutti gli intrecci dello spettacolo contemporaneo. Non senza conseguenze. Se molti film rispettano sempre più obbedientemente l'estetica televisiva (pochi sfondi.molti primi piani, poche folle, personaggi sempre ben al centro della scena, poche azioni notturne), sempre più spesso l'informazione sul cinema e sul festival risulta monotona, agiografica o anodina, tutta uguale, impossibilitata a rincorrere notizie proprie o interviste esclusive. Persino la scenografia inaugurale, stasera,sul palcoscenico di 49° festival al Palazzo del Cinema, è condizionata dalle esigenze televisive: spoglia, chiara, neutra, e smontabile in meno di sette minuti. Lietta Tornabuoni „,Ht,, L l^ii^^^nHHHHHIHH^MH^HH^IWft, :e Fanny Ardane A fianco l'attrice Fanny Ardant sotto il titolo la piantina dei principali luoghi di ritrovo della mondanità e degli attori a Cannes nei giorni del Festival

Luoghi citati: Cannes, Europa, Hollywood