« Così Diana m'ha buttato via» di Fabio Galvano

Intervista tv dell'ex amante Hewitt La Bbc non la trasmetterà, ma è sui giornali e in videocassetta « Così Diana m'ha buttato via» Intervista tv dell'ex amante Hewitt UFFICIALE E «CANAGLIA» PLONDRA EH anni, quando lui era di base in Germania e poi alla guerra del Golfo, Diana tempesto eh lettere il maggioro Hewitt; ma poi, quando lui tornò e la loro ribalda relazione fini sui giornali, lei lo scaricò senza pensarci due volte, proprio nel momento in cui «il mascalzone» - la stampa inglese è unanime nell'epiteto - dopo averle dato amore e supporto morale aveva a sua volta bisogno di affetto e comprensione. «Io l'amavo ancora disperatamente», dice la «canaglia» (altro termine usato a iosa) nell'intervista televisiva che forse gli inglesi non vedranno mai, ma che i due tabloid a maggior tiratura - il «Sun» e il «Daily Mirror» - offrono integralmente ai lettori, il primo addirittura in un inserto fotografico di otto pagine. Si riaccende la febbre della saga reale; e non deve certo far piacere a Diana - guarda caso, la si è vista uscire in lacrime dalla clinica della dottoressa che l'aveva curata della sua bulimia - riscoprirsi nella «foto dell'inganno». Quella di lei con Carlo e Hewitt, tutti sorridenti, quando la relazione era già in fiore. Ma soprattutto le dispiacerà leggere che a milioni di inglesi siano stati dati in pasto gli aspetti più intimi di quella relazione: dalle sue esigenze sessuali - «Voleva sentirsi una donna intera in ogni senso», dice Hewitt - ai weekend galeotti a casa di lui o addirittura nel palazzo di Highgrove dove Diana viveva con il principe Carlo. Ha un bel dire, l'ex ufficiale, di non avere guadagnato un soldo dal libro di Anna Pasternak che illustrò 18 mesi fa la tresca principesca: nessuno gli crede, soprattutto perché da quest'intervista tv che ne è il seguito logico ricaverà più di due miliardi. Ha un bel dire che «lei voleva concludere la relazione» e che lui, «non volendo essere un problema», decise semplicemente di «scomparire» (salvo poi lamentarsi che, mentre l'esercito gli dava dopo 17 anni il benservito, lei «avrebbe potuto restituire un minimo del sostegno che aveva ricevuto per anni»): anche se Diana non esce bene da queste memorie, è Hewitt stesso - «il Casanova che non ha saputo tacere» - a trarre il maggior danno. Ma perché non ha taciuto? «Lo dovevo alla mia famiglia e ai miei amici - spiega ■•: per chiarire le cose». Ma anche se il documentario di 38 minuti s'intitola «James Hewitt: la verità», non potrà certo essere l'ultima parola. Comunque lui ci prova, avviando la storia della sua relazione dai primi incontri con Carlo («Andavamo molto d'accordo») sui campi di polo. E con Carlo c'era Diana: «Mi sentii subito affascinato da lei... Fui colpito dalla sua bellezza». Le lezioni d'equitazione, persino nel mezzo di Hyde Park dove nessuno la riconosceva. «A quell'epoca era profondamente angosciata: non aveva nessuno a cui rivolgersi»; nasceva, per lui, il ruolo del consolatore, della spalla su cui piangere. «Capii che le cose non andavano bene; ma quando mi disse della sua infelicità mi fu difficile credere che la situazione fosse così grave». Entra in gioco «il destino»: «Non credo che fosse sua intenzione innamorarsi di me, o per me di lei. Sono state le circostanze a spingerci insieme». Ma poi la paura di quella «situazione esplosiva». «Stai bene attento», gli consigliò suo padre: saggezza sprecata, perché Hewitt decise di essere «fedele a lei» più che al suo futuro re. Anche perché Diana aveva valide argomentazioni: «E' difficile dire - rivela "la canaglia" - quanto lei volesse che la relazione diventasse fi¬ sica». Sospiri, sorrisi, ricordi: i sogni per il futuro («Era divertente giocare di fantasia e credere in una situazione chiaramente impossibile») fatti di una vita insieme, ma limitati ai weekend rubati nel Devon, dalla madre di lui. Quando erano insieme, rivela Hewitt, Diana non soffriva neppure di bulimia, cosa che lo riempiva d'orgoglio. Ma la distanza significava, per Lady Di, «disperazione e infelicità». E venne la separazione, lui in Germania con il suo reparto di carri armati. Weekend galeotti in Inghilterra, ore d'amore come due fidanzatini, quando era possibile. La guerra del Golfo, le lettere, le notti insonni: ma era ormai la fine. Lui lo capì: «Se fossi stato ucciso in battaglia molti problemi si sarebbero risolti da soli». L'ultimo weekend, a Highgrove: «Nessuno disse nulla, ma sapevamo che la situazione era impossibile». Tutto in tv, il 15 maggio, in mezzo mondo. E gli inglesi, in quest'occasione orfani televisivi, potranno consolarsi: il «Sun» offre il video dell'intervista, dieci sterline più spese di spedizione. Saranno affari d'oro. Fabio Galvano «E' stata lei a volere una relazione fìsica» Dalle sue «esternazioni» ricaverà oltre 2 miliardi «Le sono stato vicino quando ne aveva bisogno Poi mi ha scaricato da un momento all'altro» marina mercantile russa, l'Impero russo. Nel 1914, con l'aggiunta dello stemmSul fronte politico, è in delle presidenziali di giugnle indicazioni in questo sendei commentatori politici sioni nelle forze armate e dalla data fissata per il vozione di stare recuperandoun rinvio, consigliato, tra gri sostenitori del Presiden«Le sono stato vicinPoi mi ha scaricato La principessa Diana è di nuovI particolari intimi del suo amoangosciata: non aveva nesscui rivolgersi»; nasceva, pil ruolo del consolatore, spalla su cui piangere. «Caple cose non andavano benquando mi disse della sua cità mi fu difficile credere situazione fosse così grave»Entra in gioco «il des«Non credo che fosse sua zione innamorarsi di me, me di lei. Sono state le circze a spingerci insieme». Mapaura di quella «situaesplosiva». «Stai bene to», gli consigliò suo psaggezza sprecata, pHewitt decise di essere le a lei» più che al sturo re. 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Luoghi citati: Germania, Inghilterra