Bossi: sarò cattivo per sei mesi

Interno Il leader del Carroccio al «Costanzo show» attacca anche l'episcopato: meglio i musulmani Bossi: sarò cattivo per sei mesi EMaroni: la mafia minaccia Umberto ROMA. Che cosa farà la Lega Nord nel nuovo Parlamento? «Intanto, volontariamente, ci mettiamo fuori dal gioco delle poltrone e perseguiamo la nostra strategia: da una parte ci poniamo in condizione di attesa e dall'altra acceleriamo sulla via del cambiamento». Umberto Bossi risponde così a Maurizio Costanzo, per l'omonimo e tradizionale show televisivo della seconda serata di Canale 5. Ma, aggiunge il senatur, la Lega non starà a guardare: «Per sei mesi sarò cattivo - ha precisato Bossi - e poi andremo a vedere i risultati...». Cattivo per sei mesi? Il leader leghista si guadagna una nuova bocciatura. «Chiunque voglia dividere la propria patria danneggia gravemente l'immagine del proprio Paese all'estero», sostiene il ministro degli Esteri, Susanna Agnelli. «Non credo che le dichiarazioni di Bossi possano in qualche modo danneggiare la candidatura di Roma per i giochi olimpici del 2004 - aggiunge la signora Agnelli -. Certo il nostro Paese rischia di non fare una bella figura». Però, Bossi insiste; e quel che alimenta la sua «cattiveria» - confida al Costanzo show - è il comportamento del Meridione che «ha rieletto in Parlamento esponenti della vecchia classe dirigente, come per esempio De Mita, responsabili del disastro del Meridione». Che il suo ruolo sarà quello del «cattivo», Bossi lo ha detto sia a Prodi sia a Berlusconi a suo tempo. E adesso ripete che la secessione è una sua proposta personale, non ufficializzata da organi del movimento; mentre, a un Maurizio Costanzo piuttosto allarmato, spiega che sì, la secessione è «divisione dello Stato, ma anche un meccanismo di pressione strategico. Non so come risponderà 0 sistema e se non risponde fatalmente si "taglia" così come accade per ogni corpo che ha la cancrena...». La stroncatura dei vescovi? «Hanno un doppio interesse ad attaccarmi - spiega Bossi -, Anzitutto, perché la Padania è sempre stata la zona più spirituale d'Italia. Il cattolicesimo ha due anime. Una più ascetica, rappresentata dallo spirito del Nord (non a caso la diocesi di Milano ha un rito autonomo: il cosiddetto «rito ambrosiano»), l'altra più «temporale», simboleggiata dalla Chiesa di Roma. Del resto, nella capitale c'era il Papa Re, nella cui persona si confondevano l'aspetto religioso e quello politico. Un po' come succede nella religione musulmana». Dalla platea del Costanzo show parte un «nun t'allarga», e Bossi risponde completando il suo pensiero. «Tanto è vero quello che affermo che, guarda caso, proprio a Roma è stata aperta la prima moschea islamica... Quanto al secondo motivo per cui i vescovi ce l'hanno con me dipende dal fatto che percepiscono soldi con il 740. Perché i vescovi non stanno dalla parte del cittadino, ma dalla parte del potere centrale». Il numero uno del Carroccio critica il codice penale che «prevede addirittura l'ergastolo per chi fa dichiarazioni come le mie». Teme l'ergastolo?, domanda Costanzo. «Magari - ribatte Bossi, ridendo -, così uno si riposa un po'. In Italia, bisognerebbe forse ridurre un po' le pene, ma avere la certezza della pena». Ma se il leader leghista dice di non aver paura delle patrie galere, c'è però chi teme per la sua vita e chiede di rafforzare il sistema di sicurezza. L'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni ne parlerà col capo della polizia. «Poi, dovrò convincere Bossi ad accettare la scorta. Lui è sempre refrattario». Su una cosa Maroni si mostra certo: il pericolo per Bossi - dice - «viene dalla mafia, da ima mafia che ha deciso di essere parte politica in proprio, a modo suo». Ma il coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè replica: «Credo che Bossi non abbia nulla da temere dalla mafia, per due motivi: il primo perché chiunque indebolisca lo Stato è ben visto da Cosa Nostra; il secondo è che la Lega ha già avuto rapporti con la mafia». E saranno nuove polemiche. [r. int.] «No, non andrò in pensione E' stata solo una parentesi Ma non sarò più quella di prima Sarei retorica e fasulla» n'«Ultima cena» e foto di famiglia che Irene Pivetti porta con sé A sinistra: il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli Il leader della Lega Nord Umberto Bossi «E' tardi per salvare il Paese con le riforme istituzionali» Un'«Ultima cena» e foto di famiglia che Irene Pivetti porta con sé II corredo di pesi usati dall'ex presidente della Camera per tenersi in forma

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