Meridione vento di battaglia di R. Sii.

rivolta Meridione, vento di battaglia // serbo Arkan: un miliardo alla Lega Sud rivolta anti-senatur IL mai laureato chirurgo Bossi impugna il bisturi e il Sud si agita nel suo letto, «similiante a quella inferma che - come la Firenze dantesca - per non trovar posa in su le piume, col dar di volta il suo dolore scherma». Al capezzale della questione meridionale, personalità lontanissime fra loro come il sindaco di Napoli Bassolino e l'ex sindaco di Taranto Cito. E un finanziere italo-jugoslavo, nonché presidente del Campobasso Calcio, Giovanni Di Stefano, che fonda una «Lega Sud» su cui si stende la mano oscura di Arkan, signore della guerra serbo. Diversi i dottori, diverse anche le medicine proposte. C'è il pacato federalismo di Bassolino, che «non intende lasciare a Bossi l'esclusiva della critica allo Stato centralista». C'è la rabbia di Cito che annuncia l'intenzione di voler regolare i conti con il senatur («lo prenderò a calci nel culo») e sfida l'avversario nella sua tana, Mantova. E poi c'è Di Stefano che fonda la Lega grazie a un finanziamento di un milione di marchi offerto dal serbo Zelko Razjnatovic, al secolo comandante Arkan. Il simbolo del partito, che si presenterà già alle amministrative siciliane, è bianco-rosso-verde più il giallo del sole del Sud. «Non auguro all'Italia quello che è accaduto nella mia terra» dice Arkan, con un tono che vuol essere rassicurante ma, dato il personaggio, appare assai minaccioso. «Il mio aiuto al partito di Di Stefano è un contributo per la pace, l'uguaglianza e l'unità». Il suo ingresso, seppur indiretto, nella politica italiana, non fa ben sperare: Arkan è infatti il capo delle milizie serbe che hanno commesso i più atroci crimini di guerra, prima in Croazia e poi in Bosnia. Nato nel 1952, è entrato nei servizi segreti jugoslavi. Tra i suoi compiti c'era quello di eliminare i nemici del comunismo titino. Ma Arkan si è dedicato con molto più entusiasmo alla criminalità quotidiana, anche in Italia. Oggi figura sulla lista dei criminali inter¬ nazionali più pericolosi. Allo scoppio della guerra in ex Jugoslavia si è dedicato con fervore all'addestramento delle sue milizie, le famigerate Tigri che hanno preso il controllo della Slavonia orientale. Lì Arkan ha trovato la vera fonte di guadagno, il petrolio dei pozzi di Djeletovci. I suoi sicari seminano terrore, lui vive da miliardario a Belgrado dove l'anno scorso ha sposato in pompa magna la nota cantante popolare Ceca, testimone alle nozze appunto Di Stefano. Se questa è tragedia, meglio consolaci con la farsa Cito e il suo comizio mantovano. E con la «Guardia Italiana Garibaldi» fondata dalla Lega meridionali d'Italia, sede operativa nel Parco del Ticino, camicie rosse da garibaldini per divisa e la tutela dei meridionali che vivono al Nord per missione. «Non ci sentiamo più appoggiati dalle istituzioni - spiega il segretario Francesco Miglino - così abbiamo fondato un corpo di sicurezza interna». Medico, cura te stesso. [r. sii.]

Persone citate: Bassolino, Bossi, Cito, Di Stefano, Francesco Miglino, Giovanni Di

Luoghi citati: Belgrado, Croazia, Firenze, Italia, Jugoslavia, Mantova, Napoli, Taranto