«Rallentate la vita è bella» di Fabio Galvano
Choc in tv, vittime di incidenti testimonial contro la velocità Choc in tv, vittime di incidenti testimonial contro la velocità «Rallentate, la vita è bella» GLONDRA LI attori non servono più, il pubblico si è ormai creato una sorta d'immunità davanti al «sangue di ketchup», alle telenovele ospedaliere, alla violenza e alla morte di celluloide. Ecco allora i bambini che non ci sono più, le vittime innocenti (e purtroppo reali) di quel massacro quotidiano che è la roulette della strada. Per la prima volta tragiche star di spot-verità: filmetti casalinghi, scene di gioia, di sorrisi, di speranza. Per dire: loro sono morti, quanti altri faranno la stessa fine? E' l'ultima idea del governo inglese: una carnpagna-shock, contro la velocità. «La velocita uccide, uccidete la velocità», è lo slogan. E gli occhi luminosi di Tracy, di Adam, di Andrew, di William e di Donna, tutti bambini fra i 6 e i 13 anni, ma anche di Laura - sei mesi, felice nella culla con il suo succhiotto - sono come un'implorazione: rallentate. La serenità della vita contrapposta al dramma e al dolore della morte; mentre una serie di attori recita celebri e toccanti poesie - fra gli autori W. H. Auden, Christina Rossetti, Walter de la Mare - che hanno come tema il sentimento di perdita. La decisione del ministero dei Trasporti di ricorrere a quegli spot televisivi - la campagna durerà un mese e costerà 4 miliardi di lire - era stata vista con qualche perplessità. Qualcuno temeva che fosse di cattivo gusto violare il dolore di sei famiglie, sia pure nel nobile intento di dare una scossa agli automobilisti. Ma se i giornali inglesi ne parlano, oggi, è per sottolineare l'effetto dirompente di quei visini che non sono più; che scorrono sul teleschermo, fra saponi e sciocchezze, per dire che la vita è troppo preziosa, che a ucciderli è stata un'inutile velocità. Fabio Galvano
Persone citate: Auden, Christina Rossetti
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