Il primo rischio? Maxistipendi

Il primo rischio? Maxistipendi le ricette dei procuratori Il primo rischio? Maxistipendi / club dovranno cambiare le loro strategie F: FIRENZE RA tre o quattro anni saranno le società a beneficiare delle nuove norme sul mercato internazionale e sull'azzeramento dei parametri. E dovrà essere ridotto il numero delle squadre professionistiche. Soprawiverà solo chi saprà cambiare il modo in cui si muove nel calcio...». La previsione-profezia è di Antonio Imborgia, procuratore, non ancora quarantenne, l'uomo che gestisce l'attuale re dei bomber, Batistuta, e che nella propria scuderia può vantare anche Balleri, Protti, Baiano. «Non ho dubbi: l'accordo siglato a Milano con durata (sperimentale) di 12 mesi ha cancellato il calcio di ieri. Ormai si va, ed è giusto, verso un mercato aperto tutto l'anno, le società reimposteranno i bilanci sulla base delle nuove entrate (pressoché raddoppiate) senza contare più di tanto sul patrimonio dei cartellini. La gestione sarà quasi esclusivamente data dalla sommatoria degli emolumenti. Diventerà fondamentale saper contrattualizzare i campioni e legare a sé gli atleti a parametri zero (i meno giovani) per periodi non superiori ai dodici mesi». E fa esempi specifici: «Se ad una squadra interessa Protti e lo acquista pagando 7 miliardi di parametro perché sotto contratto, non può poi legarlo per due soli anni, rischiando di dover ammortizzare quei 7 miliardi in 24 mesi. Protti ha 28 anni, forse sarà un rischio proporgli un quadriennale, ma solo così si salva una parte del capitale investito. In Europa questa è diventata una prassi, ora anche i presidenti italiani dovranno adeguarsi». Ma qual è il rischio maggiore in questa prima fase sperimentale? «Semplice. I club potrebbero sentirsi invogliati nell'inseguire i calciatori a parametro zero. Magari poi li legherebbero con contratti biennali altissimi, fuori mercato. Al termine del periodo si troverebbero spese raddoppiate nei bilanci a fronte di un impoverimento assoluto del parco atleti. Un dramma, il rischio del tracollo». E l'antidoto? «I bilanci da oggi in avanti saranno molto semplificati. Prendiamo una società a caso, il Bologna. Se sale in A, fra tv, incassi, sponsor e Totocalcio dovrebbe introitare 30 mi¬ liardi, fra acquisti e ingaggi non dovrà spendere più del 50%. E poi dovrà dimenticarsi, o quasi, del patrimonio calciatori. Quello è un valore fittizio. Guardate Batistuta, al termine del legame con la Fiorentina (giugno '99) il suo parametro sarebbe costato all'acquirente 15 miliardi, oggi invece si libererà a zero lire». Ma chi godrà di maggiori vantaggi? «In un primo momento saramio i giocatori. Gestiranno in proprio il rapporto con le società che vorranno acquistarli e quelle che si troveranno nella necessità di evitare di perderli. Avranno il coltello dalla parte del manico. Questo per i calciatori di valore, con la fila di possibili acquirenti». Sì, ma poi? «Verrà la scrematura, gli stranieri continueranno a tirare, saltati i limiti gli italiani troveranno sempre maggiori difficoltà. Molti dovranno accettare di scendere di categoria, la Federazione opererà un'ulteriore riduzione del numero di squadre di CI e C2». E che fine faranno i procuratori? «Per tutti varrà, come per i giocatori, la stessa equazione: più qualità, meno posti di la¬ voro. Chi avrà i campioni resterà sull'onda, gli altri rimarranno fuori». E fra i procuratori c'è chi ha già iniziato la... rivoluzione. Roggi, per esempio, che si sta specializzando in italiani da far emigrare all'estero: «Sono mesi che lavoro alla costruzione della mia nuova struttura aziendale. Il mercato si allargherà a tutti i Paesi europei. I nostri calciatori, che fino a poco tempo fa erano restii (per motivi economici e per pigrizia) a lasciare l'Italia, adesso si sentiranno sospinti (per l'abbondanza nel mercato nazionale) verso soluzioni diverse. Germania, Spagna e Inghilterra chiedono il prodotto made in Italy, e così io ho preferito abbandonare ad altri il mercato degli stranieri che approdano nel nostro campionato, per investire nel fenomeno inverso. E' la logica dei vasi comunicanti, se troveremo un equilibrio fra acquisti dall'estero e cessioni, salteremo una eventuale crisi. Nel caso contrario ci troveremo davanti a un aumento di disoccupazione dei calciatori italiani, con impoverimento per la Nazionale». Alessandro Rialti

Persone citate: Alessandro Rialti, Antonio Imborgia, Baiano, Balleri, Batistuta, Protti, Roggi

Luoghi citati: Europa, Firenze, Germania, Inghilterra, Italia, Milano, Spagna