«Olivetti non deve lasciare i computer» di F. Man.

«Olivetti non deve lasciare i computer» Si riparla di negoziati con la Bull, ma il gruppo smentisce. Venerdì l'assemblea degli azionisti «Olivetti non deve lasciare i computer» I sindacati metalmeccanici scrivono a Dini: ci sono trattative in corso TORINO. Le attività informatiche dell'Olivetti potrebbero passare presto in mano francese. Lo sostengono i sindacati dei metalmeccanici, i cui segretari generali hanno scritto al presidente del Consiglio uscente Lamberto Dini chiedendo «un autorevole intervento al fine di accertare il reale fondamento delle notizie che (anche in queste ore) ci provengono per segnalare la possibile cessione delle attività informatiche della Olivetti». Ma dal gruppo di Ivrea si raccolgono solo smentite categoriche. Non c'è nessuna notizia, affermano i portavoce della Olivetti, ma solo voci assolutamente infondate che sono già state abbondantemente smentite nelle scorse settimane. «Da tempo le nostre organizzazioni sindacali manifestano preoc¬ cupazione circa la possibile cessione ad altre società delle attività informatiche (hardware e software) operanti all'interno del gruppo Olivetti», scrivono Gianni Italia della Firn, Claudio Sabattini della Fiom e Luigi Angeletti della Uilm, preoccupati del fatto che «la perdita di quel patrimonio industriale e professionale costituirebbe un danno grave per il Paese». I sindacalisti ricordano anche che «nei mesi scorsi abbiamo sollecitato interventi di politica industriale tali da offrire un positivo contesto di crescita e sviluppo del settore informatica e telecomunicazioni» e chiedono che il nuovo governo «riprenda con sollecitudine il confronto tra le parti sociali e le imprese». Non un appello sindacale di routine per tenere alta l'attenzione sul¬ le sorti di un settore in crisi, insomma, ma qualcosa di più. Che cosa ha spinto i segretari generali dei metalmeccanici a questa mossa pochi giorni prima dall'assemblea di bilancio della Olivetti che si tiene dopodomani a Ivrea? Di un accordo tra Olivetti, Bull e Franco Telecom, che prevedeva la cessione del 15% del gruppo oggi in mano alla Cir di Carlo De Benedetti alla società telefonica francese in cambio appunto di una quota in Bull, si è già parlato un paio di mesi fa. Ma finora alle indiscrezioni, puntualmente smentite da Olivetti, non è seguito niente di concreto. Adesso però tra i rappresentanti sindacali più vicini al mondo Olivetti c'è chi sostiene che quelle voci insistenti stanno trovando conferma e c'è addirittura chi afferma di aver visto i verbali delle trattative tra De Benedetti e il presidente della Bull Jean Marie Descarpentrieres che testimoniano di un confronto a tutto campo sull'area informatica. Nei timori dei sindacati c'è la cessione di tutte le attività del gruppo nell'hardware e nel software. Candidate alla cessione, sostengono, sono sia la Olivetti personal computer, sia la Olivetti sistemi e servizi, due delle cinque società autonome che dall'inizio di quest'anno formano la nuova struttura del gruppo e che ne rappresentano l'asse portante: assieme hanno infatti poco meno di 20 mila dipendenti e fanno i tre quarti del fatturato complessivo (9840 miliardi nel '95). Toccherà probabilmente a De Benedetti, all'assemblea di dopodomani, fare chiarezza sull'argomento, [f. man.]

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