Firmato l'accordo integrativo tra Fiat-Cavet e Ferrovie Decolla l'Alta velocità

Firmato l'accordo integrativo tra Fiat-Cavet e Ferrovie Firmato l'accordo integrativo tra Fiat-Cavet e Ferrovie Decolla l'Alta velocità Al via anche la Firenze-Bologna ROMA. Tracciato di 78 chilometri (GB passeranno in galleria), 30 minuti di percorrenza contro gli attuali 55, capacità complessiva di 500 treni al giorno contro i 200 attuali, poco meno di 4 mila miliardi di spesa, occupazione per 10 mila persone e tempi di realizzazione di 6 anni. E' la sintesi della linea ferroviaria veloce Firenze-Bologna che sarà costruita dal consorzio di costruttori Cavet per conto della Tav, la società delle Ferrovie che sovrintende all'alta velocità. Ieri, a Roma, è stata posta l'ultima firma, dopo due anni di iter attraverso la Conferenza dei servizi e una serie di modifiche che hanno cambiato il 90% del progetto originale presentato nel 1991. Presenti Cesare Romiti, presidente della Fiat (general contractor), e Lorenzo Necci, amministratore delegato delle Fs, a firmare materialmente il protocollo sono stati l'amministratore delegato della Tav Ercole Incalza e Francesco Paolo Mattioli direttore centrale Finanza di Fiat Spa. La Fiat coordinerà i lavori del consorzio presieduto da Franco Carraro e formato da Impregilo, Cmc di Ravenna, Itinera, Federici, Fiat Engineering e Consorzio ravennate delle cooperative. Dovrà realizzare e consegnare «chiavi in mano» 9 gallerie; 11 chilometri su ponti e viadotti, 3,9 chilometri in trincee e rilevati. «Partecipo con soddisfazione ed orgoglio - ha detto il presidente della Fiat - alla realizzazione di una tratta tanto importante. Dalla Fiat saranno impegnate, come è accaduto anche in passato, le migliori risorse interne ed esterne al gruppo». La Firenze-Bologna, definita da Necci «più impegnativa del tunnel sotto la Manica» è il terzo tratto, dopo la Roma-Firenze e la Roma-Napoli, del sistema di alta velocità che si completerà con le tratte Bologna-Milano e Torino-Milano. Costo totale, ha precisato Incalza, 28 mila miliardi dei quali il 60% a carico di istituti bancari privati e il restante 40% finanziato dallo Stato. L'apertura dei nuovi cantieri obbligherà la Tav a reperire sul mercato i fondi necessari alla realizzazione delle opere e allo stesso tempo un nuovo aumento del capitale sociale da mille a 2 mila miliardi. Il primo atto sarà il prestito da 5 mila miliardi, ha annunciato Necci, garantito dalle banche leader che compongono il comitato tecnico-scientifico (Bancaroma, Crediop, Crédit Lyonnais, Imi e Mediobanca), «per il quale sono stati avviati i passi preliminari» e che potrebbe ottenere il via libera del consiglio di amministrazione Tav entro maggio. L'aumento di capitale è previsto «entro la fine dell'anno» e sarà sempre il consiglio di amministrazione Tav, a definirne modalità e tempi definitivi. A completare il quadro delle risorse, Necci ha annunciato che sarà chiesto alla Banca europea per gli investimenti un finanziamento di circa 1700 miliardi alla Firenze-Bologna, come già è stato fatto per la Roma-Napoli. Ed ha escluso che l'ipotesi di tagli del governo al contratto di programma riguardi l'alta velocità: «Insieme al governo abbiamo sempre ritenuto che l'opera dovesse essere garantita dall'inizio alla fine». [b. g.l I treni dell'Alta velocità. A sinistra l'Etr 500, a destra l'Etr 450 Pendolino