Abrogata parte del carico fiscale, il Presidente non si oppone per paura degli elettori La benzina arma segreta del Dole
Abrogata parte del carico fiscale, il Presidente non si oppone per paura degli elettori usa Abrogata parte del carico fiscale, il Presidente non si oppone per paura degli elettori La benzina, arma segreta eli Dole / repubblicani al Congresso: abbassiamo ilprezzo NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Un bel colpaccio elettorale quello messo a segno ieri dai repubblicani di Robert Dole, lo sfidante di Bill Clinton per la Casa Bianca. Con una procedura d'urgenza il Senato ieri ha cominciato a esaminare un progetto per ridurre le tasse sulla benzina e i democratici hanno già ammesso che non hanno la possibilità di bloccarlo. Il voto era atteso da un momento all'altro e il colpaccio repubblicano consiste nell'essere riusciti a realizzare quell'obiettivo proprio nel cosiddetto «Tax Freedom Day», il giorno della libertà dalle tasse. In che consiste? Secondo certi calcoli compiuti dalla «Tax Foundation», un istituto di studi vicino ai repubblicani, il 7 maggio è il giorno in cui l'americano medio ha finalmente guadagnato abbastanza soldi per pagare le varie tasse (federali, statali, comunali) che gravano su di lui. In pratica, è il giorno in cui ognuno può dire: bene, adesso ho finito di lavorare per il fisco e ciò che guadagnerò da oggi in poi apparterrà interamente a me. E' un giorno di festa, insomma, ma anche di recriminazione per il fatto che, appunto, si sia lavorato più di tre mesi solo a beneficio del fisco. Ebbene, proprio in questa «ricorrenza» (che non viene indicata nel calendario ma - fidatevi nessuno la ignora) i repubblicani si sono presentati con il «regalo» della benzina meno cara. Ultimamente il prezzo del carburante è arrivato nientemeno che a 600 lire al litro, una cifra che alle orecchie di un automobilista italiano suonerebbe come musica celestiale ma che per gli americani significa un livello raggiunto solo durante la Guerra del Golfo. Il loro malumore, nelle ultime settimane, si è fatto sentire parecchio, Clinton ha cercato di «calmierare» i prezzi gettando nel mercato una parte delle riserve di petrolio, ma non è successo nulla, tanto che il governo ha deciso di aprire un'inchiesta per accertare le vere cause di questo aumento, che in pratica vuol dire verificare se gli indizi su una colossale speculazione messa in piedi dalle compagnie petrolifere possono essere trasformati in prove. Intanto, però, ecco che i repubblicani hanno trovato la soluzione: per abbassare il prezzo della benzina, hanno detto, venga abrogato per il resto dell'anno in corso il «carico» del 4,3 per cento deciso da Clinton nel 1993. Poi, nel nuovo bilancio del 1997 quell'eliminazione diventerà permanente. E il «buco» di 2800 milioni di dollari che il provvedimento aprirà nel bilancio in corso? Ci stiamo pensando, hanno fatto sapere i repubblicani. In qualche modo quel buco verrà riempito. Poiché, come ha detto il capo dei senatori democratici Tom Daschle, «loro hanno la maggioranza e loro hanno i numeri», l'operazione non è tecnicamente contrastabile se non con il veto del Presidente. Ma ieri Clinton sembrava propenso a non ricorrere a quest'arma, conscio di quanto sia «popolare» la riduzione del prezzo della benzina, timoroso di presentarsi agli elettori come quello che ha impedito agli automobilisti di risparmiare e in qualche modo perfino «ammirato» dalla scaltrezza repubblicana nel far coincidere l'iniziativa con il «Tax Freedom Day». Ma gli economisti democratici contestano questa sua titubanza. In fatto di imposte sulla benzina, dicono, gli Stati Uniti sono il Paese più «generoso» di tutto il mondo industrializzato (di quelle 600 lire al litro, solo 60 vanno al fisco). Le tasse, quindi, andrebbero semmai aumentate. E per quanto riguarda il «Tax Freedom Day», aggiungono per sottolineare il carattere demogogico dell'iniziativa repubblicana, dopo questo provvedimento resterà sempre il 7 maggio. L'unica differenza sarà che il «momento esatto» in cui l'americano medio finirà di lavorare per il fisco cadrà «qualche ora prima». Anche qualche ora è qualcosa, replicano i repubblicani. Franco Pantarefli
Luoghi citati: New York, Stati Uniti
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