I bruchi divorano il parco ducale

39 Spettacolo «autunnale» nell'immenso polmone verde che circonda il castello I bruchi divorano il porco ducale E da Aglièparte l'«Sos» E' autunno nel parco del castello ducale di Agliè: 280 mila metri quadri di terreno popolato da alberi centenari, alcuni di specie decisamente rare. Piante spoglie, rami quasi secchi e, in terra, uno spesso strato di foglie, ormai con il caratteristico colore marrone chiaro. Un panorama surreale dove spicca ancora qualche macchia di colore verde in cima ad aceri, roveri e frassini più alti. Ma non è il tempo che si è fermato a causare tutto questo. La colpa è solo di un bruco, verde, piccolo come un cerino ma vorace come un pesce pirana. Nel parco ce n'è un'invasione vera e propria: migliaia e migliaia di esemplari che, in poco meno di due settimane, hanno divorato le foglie di centinaia di alberi riducendoli a scheletri impressionanti. E l'invasione non accenna a fermarsi. Gli insetti hanno attaccato le latifoglie più comuni come frassini, roveri e carpini e quelle più pregiate come il liquidambar o il liliodendrum tilipifera, l'acero, che in primavera si veste con foglioline a forma di tulipano. Niente riesce a fermarli. Né i veleni che hanno provato ad usare i giardinieri né le piogge intense dei giorni scorsi. Al castello raccontano che già lo scorso anno c'era stato un problema simile con quegli strani e piccolissimi bruchi: «Poca roba rispetto a quest'anno». Passato il periodo primaverile gli alberi spogliati si erano rivestiti di nuove foglie. Ma quest'anno potrebbe essere peggio. Elena Accati, docente di agraria, che domenica ha visitato il parco, spiega che per colpa di questi bruchi molti alberi potrebbero anche morire. «E' una situazione - dice - che non si può continuare a trascurare. Gli insetti, adesso, sono in stato larvale, ma tra qualche giorno, o settimana si trasformeranno. Bisogna darsi da fare subito e intervenire velocemente». Una delle possibilità per uccidere gli insetti e quindi liberare le piante è irrorare dall'alto, con antiparassitari, l'intero parco del ca¬ stello. Ma occorrerebbe un elicottero e l'autorizzazione - difficile da ottenere - dell'Usi per spargere i veleni via aerea. Alla Soprintendenza - responsabile oltre che del castello anche del parco - tutti sanno di questo problema e da settimane si lavora per non perdere questo immenso patrimonio naturale. E anche in municipio ad Agliè c'è un po' di apprensione. «Il parco - dice il vice sindaco Lorenzo Ardissone - è una risorsa anche per il paese. Salvarlo è un dovere nei confronti di tutta la comunità locale». Non intervenire, invece, significa pregiudicare per sempre l'esistenza di questa im- mensa foresta in miniatura. Il parco, infatti, grazie agli alberi secolari e alla vastità del territorio è stato più volte trasformato in set cinematografico. E alla fine degli Anni 60 - sotto quelle piante adesso ridotte a scheletri da un'invasione di bruchi - vennero girate le scene all'aperto di un celebre sceneggiato televisivo: «La freccia nera», quello che aveva per protagonisti Aldo Reggiani e Loretta Goggi. Lodovico Reietto «Bisogna irrorare l'intera zona con antiparassitari» L'invasione dei bruchi, grandi come un cerino, non accenna a diminuire A fianco Elena Accati che ha effettuato un sopralluogo nel parco

Persone citate: Aldo Reggiani, Elena Accati, Lorenzo Ardissone, Loretta Goggi

Luoghi citati: Agliè