«Protesta in piazza con i maiali» di Enzo Bacarani
Condannati gli «amanti diabolici» La manifestazione dei dipendenti, senza soldi da febbraio, davanti alla Regione «Protesta in piazza con i maiali» Minaccia del macello di None Sulla strada tra Candido e None giace un'imponente costruzione in cemento armato di quindicimila metri quadrati. E' il Macello di None che - chiuso da fine febbraio - attende di conoscere il suo destino: riapertura, cessione, chiusura definitiva, riattivazione provvisoria? La sorte di uno degli impianti di macellazione più moderni d'Europa, ora in grave crisi finanziaria (venivano lavorati oltre duemila maiali al giorno), è legata soprattutto alle trattative tra banche, Regione, sindacati, creditori, vecchi e nuovi gestori. Nel '92, quando il macello si trovava nella sua vecchia sede, il fatturato si aggirava sui 60 miliardi all'anno, nel '95 ha superato i 100 miliardi. E i clienti non son di poco conto. Vismara, Negroni, Locatelli, Raspini, Fiorucci, Franchi, Campagnolo e i più importanti supermercati italiani hanno acquistato lardo, guanciale, coscia, prosciutti, pancetta, costine, spalla, coppa, stinco. A contare i giorni e le ore in cui si dipana il tormentato pingpong tra le varie parti in campo sono soprattutto 130 famiglie di Candiolo, None e Nichelino che non vedono un soldo da febbraio. La situazione è comunque a una svolta. Questa mattina alle 10 in piazza Castello i sindacati hanno organizzato una manifestazione sotto la sede della giun- ta regionale per sollecitare una soluzione minacciando di portare anche i maiali. Le organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil se la prendono con la Regione, soprattutto con il presidente Enzo Ghigo e con l'assessore al Lavoro, Antonino Masaracchio, che venti giorni fa avevano assicurato una soluzione in tempi brevi. A complicare il problema c'è un'ipoteca giudiziaria della Banca Europea di Cuneo che ha praticamente bloccato circa 270 milioni, cioè gli stipendi. Ora sembra che la banca abbia tolto l'ipoteca, ma di pagamento di sti¬ pendi non si parla. Assessore Masaracchio, i sindacati accusano la Regione. Lei che cosa risponde? «I sindacati hanno ragione, ma le banche non ci hanno consentito nei giorni scorsi lo sblocco degli stipendi. La Banca Europea di Cuneo anziché darci subito una risposta ha preso tempo, anche se so che c'è disponibilità a ritirare l'azione fallimentare. La Finpiemonte è disponibile a entrare nell'operazione e venerdì c'è una nuova riunione con le banche». Bruno Gagliardi, direttore centrale del San Paolo fino al '94 e ora designato dalla famiglia Brussino (la proprietaria del macello) come nuovo gestore, spiega le ragioni dello stato di crisi: «I costi dell'investimento, il rilevante fabbisogno finanziario connesso al pagamento immediato dei suini e all'incasso procrastinato delle vendite con conseguenti oneri finanziari». E ora? «Sarà determinante la scelta coraggiosa e strategica degli allevatori-creditori che ora sono decisi a convertire i loro crediti in capitale divenendo di fatto azionisti di maggioranza». La strada per risolvere il problema è tracciata. Ma i sindacati sono preoccupati per il blocco degli stipendi. Dice Giuseppe Ozimo della Fat-Cisl: «Dalla Regione abbiamo avuto solo promesse. Su 130 lavoratori, la metà è costituita da operai di terzo livello, quindi superspecializzati. E' un patrimonio che non può andare disperso». Aggiunge Elvio Tron, segretario regionale Flai-Cgil: «La Regione ha sottoscritto un impegno ufficiale venti giorni fa. Non abbiamo più ricevuto alcun segnale. A soffrire di più sono le famiglie monoreddito». Enzo Bacarani Nel Macello di None erano impiegati 130 dipendenti. L'impianto di quindicimila metri quadri, lavorava oltre duemila maiali al giorno. Tra i clienti, le più importanti ditte (Vismara, Raspini, Fiorucci, Locatelli Negroni, Franchi, Campagnolo) e i supermercati
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