Clamorose dichiarazioni dopo il vertice con Juventus e Sanpaolo: giovedì la decisione finale «Il Delle Alpi deve essere abbattuto»

Clamorose dichiarazioni dopo il vertice con Juventus e Sanpaolo: giovedì la decisione finale Clamorose dichiarazioni dopo il vertice con Juventus e Sanpaolo: giovedì la decisione finale «Il Delle Alpi deve essere abbattuto» // sindaco: è stata una follia La sentenza arriva alle 4 del pomeriggio: lo Stadio delle Alpi, quello dei Mondiali di «Italia '90», finito di costruire nemmeno sei anni fa, «sarebbe da abbattere». Sentenza pesante lanciata dal sindaco Valentino Castellani al termine di un incontro con i vertici della Juventus e del Sanpaolo, durante il quale, secondo lui, è emersa la concreta possibilità che la società bianconera il prossimo anno non faccia più giocare i suoi nell'impianto realizzato alla Continassa, in prossimità delle Vallette. «Bisognerebbe avere il coraggio - ripete - di dire che l'unica soluzione per questo stadio sono le ruspe». Un'affermazione «clamorosa». Frutto delle tre ore di confronto con lo staff dirigente di piazza Crimea? Ossia con la «squadra» che utilizza quella «cattedrale nel deserto» che, a giudizio di Castellani, non può che essere definita «una metafora delle follie Anni 80»? «No - ribatte il sindaco - sono due anni che lavoriamo per risolvere il nodo stadio, per far quadrare conti che non tornano mai: prima pareva che la gestione dovesse costare 8 miliardi l'anno, ora si scopre che è di 12 miliardi, uno ogni mese. E poi ci sono pesanti interrogativi sulla tenuta della tenso-struttura. E se a un certo punto quel monumento nato come polifunzionale e utilizzato solo per il calcio, dovesse risultare pericoloso?». Il summit era fissato all'ora di colazione. E alle 13, il presidente della società bianconera, Vittorio Chiusane il vicepresidente Roberto Bettega e l'amministratore delegato Antonio Girando entrano puntualissimi nell'ufficio del sindaco. Pochi secondi e arriva anche il direttore del Sanpaolo Luigi Maranzana, accompagnato dal dottor Bruno Mazzetta, accolti dagli amministratori della Città: il sindaco con il vicesindaco Brosio e l'assessore allo Sport, Baffert. Alle 16 e 15, si riapre la porta. Il vicesindaco fugge, affermando di essere già in «forte ritardo» per altri impegni. I dirigenti della Juve non parlano. «Ci rivedremo giovedì alle 15 - si limita a dire l'avvocato Chiusano - sarà l'ultimo atto e sarebbe poco corretto raccontare già oggi un finale appena abbozza¬ to». Poco dopo ecco il sindaco che parla senza problemi. «Non bisogna mai averne quando si dice la verità, nemmeno ad un anno dal rinnovo del Consiglio comunale». Anche lui conferma che giovedì «il confronto sarà decisivo». E se ancora non si dovesse trovare l'accordo, la Juventus potrebbe «emigrare in un'altra città», per esempio a Bologna «dove non avrà certo le spese che deve sostenere al Delle Alpi e, in più, sarà sorretta da un pubblico "caldo", anche se in una città diversa da Torino. «Ho sentito dire che a Bologna i bianconeri pagherebbero circa mezzo miliardo all'anno: cifra improponibile nell'impianto delle Vallette, perché laggiù siamo di fronte al disastro, ad uno stadio sovraddimensionato. Tant'è che nemmeno sommando gli spettatori dei derby stracittadini sono riusciti a fare il pieno. La struttura è bella, ma che costi!». Castellani ricorda le tappe degli ultimi 24 mesi, nei quali l'amministrazione ha cercato in tutti i modi di trovare un accordo ritenendo il calcio un fattore importante non solo dal punto di vista sportivo, ma anche per l'immagine e per l'economia della città. Ora precisa che il Comune potrebbe gestire provvisoriamente («Per un paio di anni, fino al raggiungimento di altre soluzioni, comunque da definire», dice) la struttura, con «un solo vincolo»: non avere costi aggiuntivi al bilancio municipale. «Stiamo lavorando da mesi con il Sanpaolo per rilevarne subito la gestione. E da piazza San Carlo ci sono venuti incontro chiedendo soltanto 16 miliardi per il riscatto della concessione che potremmo pagare con un mutuo di 24 anni». Ma, a conti fatti, l'ottimismo è svanito: l'impianto, come detto, costerebbe 12 miliardi l'anno fra gestione, ammortamento, manutenzioni ordinarie e straordinarie. E allora? Il sindaco risponde sicuro: «Per l'esposizione del 1911 fu costruito uno stadio nell'area dell'attuale Politecnico. Fu cancellato, senza drammi, nel 1933». Città senza calcio, dunque? Alla preoccupazione del sindaco ri¬ sponde Giovanni Brasso, amministratore delegato della Pubbligest, la società che ha in subconcessione 10 stadio: «L'impianto costerebbe 12 miliardi l'anno, se lo si volesse come nuovo fra 30 anni. Se, invece, si accetta il fisiologico degrado, 11 costo cala a 9 miliardi. Per quanto riguarda i canoni chiesti alle società, la Juventus ha pagato quest'anno 1,3 miliardi, il Torino 600 milioni. La percentuale sugli incassi era maggiore al vecchio Comunale. E non è vero che il Delle Alpi non è stato mai riempito: quest'anno per Juventus-Real Madrid abbiamo raggiunto il tutto esaurito». Giuseppe Sangiorgio Lo Stadio delle Alpi: la costruzione fu ultimata nel 1990, in tempo per i Mondiali di calcio. Attorno al campo, la pista di atletica utilizzata per una sola manifestazione di livello internazionale Il costo di gestione si aggira sui 12 miliardi l'anno, mentre gli spettatori continuano a manifestare insofferenza per la visibilità

Luoghi citati: Bologna, Italia, Madrid, Torino