I Bosman non abitano qui

I Bosman non abitano qui Cagni ha sempre rifiutato gli stranieri: faticano ad ambientarsi I Bosman non abitano qui Tutti italiani, così è nato il miracolino UNA SALVEZZA FATTA IN CASA PIACENZA UE tappe storiche celebrate ili mudo differente. Tre amii fa, giugno '93, in ottomila aspettarono il ritorno dei biancorossi da Cosenza per festeggiare la prima promozione in A Domenica, quando Z4' dopo la mezzanotte il pullman dei gijcatori e rientiatu da Udine, c'erano 5UU tifosi ad applaudile la pinna salvezza. Piacenza e felice, ma si contiene. Si, ci sono stati cori e cortei di macchine, ma per ora niente di strepitoso. Mhacuto? No, la salvezza è il giusto premio alla coerenza, ai lavo) u purtatu avanti con serietà, senipi e sulla stessa knea senza inseguii e le mode Una su tulle io suanleiu Si delle neupioinusse che hanno tutte tagliato in anticipo il traguardo della salvezza, solo il Piacenza lo ha fatto con una squadra tutta di italiani. E, per di più, non di primo pelo. Bravura e un pizzico di fortuna il cocktail che ha permesso di rimanere nell'olimpo calcistico nazionale. Bravura nello scegliere Eusebio Di Francesco, motorino inesauribile sulla fascia destra. Bravura nel trovare nuovi stimoli ad Angelo Carbone, che arrivava da società nobili come Milan e Fiorentina e rischiava un pericoloso rilassamento. Bravura anche nel vincere la scommessa Eugenio Colini, che dopo anni disastrosi si è ritrovato in biancorosso. Fortuna nel ritrovarsi in casa quasi per caso Nicola Caccia, capace di segnare 14 reti e di duellare con i migliori marcatori del campionato. In estate l'obiettivo del Piacenza era un altro, Andrea Silenzi: l'ex granata disse no e arrivò Caccia. La tifoseria mugugnava, poi il primo ha fatto la riserva in Inghilterra, il secondo è stato decisivo per il Piacenza e ha segnato gol a raffica. Destino. In tutto questo, non c'è stato spazio per gli stranieri. Era già successo due stagioni fa, nella prima volta in A. Si è ripetuto stavolta. Una scelta portata avanti con coraggio, dicendo anche no a chi gli stranieri te li serviva su un piatto d'argento. «Io parlo solo bresciano, come faccio a farmi capire?» scherzava Cagni quando gli si chiedeva il perché. In realtà il motivo era preciso: il tecnico voleva giocatori pronti a calarsi nella dimensione italiana. «Di campioni in grado di fare la differenza ce ne sono pochi. E il Piacenza non se li può permettere. Gli altri hanno bisogno di tempo per rendere al meglio, devono ambientarsi. E noi non possiamo aspettare». Una questione tecnica, dunque. Che però potrebbe venir meno adesso. Sì, perché il timoniere che ha condotto in porto la nave superando tutte le bufere ha deciso di passare la mano. L'annuncio è stato fatto subito dopo la gara di Udine. E ribadito a freddo ieri. «E' giusto cambiare. Al Piacenza non potrei più trasmettere nulla ed io ho bisogno di nuovi stimoli». Via Cagni, largo allo straniero? Difficile, ma non impossibile. Quello economico potrebbe non essere un ostacolo: Garilli, il presidente ingegnere, potenza mondiale del gas, ha mezzi sufficienti per garantire a Piacenza uno straniero di valore, soprattutto adesso che la sentenza Bosman permette di comprare a prezzo di costo. Ma anche senza Cagni, il problema di struttura rimane. Società piccola a gestione oculata, il Piacenza non ha una rete di osservatori e conoscenze in grado di dare garanzie precise sul mercato estero. E preferisce andare sul sicuro piuttosto che avventurarsi in situazioni dal fascino esotico ma di minima affidabilità. C'è ancora una partita, ma il campionato '96 è già il passato. Il futuro è cominciato un paio di mesi fa, quando il ds Marchetti è riuscito a convincere Piovani a rimanere, superando la concorrenza spagnola. Adesso però arriva lo scoglio più duro, un problema che negli ultimi sei anni non era esistito: l'allenatore. Sostituire Cagni non è facile. L'idea iniziale era di puntare su un giovane emergente e il primo della lista era Bortolo Mutti, ora a Cosenza. Ma non è escluso che la panchina sia offerta a un tecnico già esperto di A. L'annuncio? Più in là. Per ora c'è ancora una festa da godere, domenica. Carlo Annovazzi

Luoghi citati: Cosenza, Inghilterra, Piacenza, Udine