« Il ministero è sano»

« « Il ministero è sano» Baratta: la mia eredità a Di Pietro OUI non serve un moralizzatore, qui serve un manager». Paolo Baratta è l'ultimo erede dei Nicolazzi e dei Prandini, il ministro dei Lavori Pubblici che lascerà la sua poltrona ad Antonio Di Pietro. «Non mi faccia fare polemiche - aggiunge però devo dire che sono stupito...». Stupito di dover lasciare il posto al magistrato simbolo della lotta alla corruzione? «Stupito dal fatto che Di Pietro sia stato presentato come il ministro giusto non per le sue capacità di costruire un sistema di lavoro, ma attraverso la denigrazione dei suoi predecessori. 0 meglio, dei suoi lontani precedessori». Sta dicendo che il ministero dei Lavori Pubblici non è più quello dei Prandini e dei Nicolazzi? «Senta, negli ultimi tempi si sono fatti molti passi avanti, soprattutto sul piano normativo: la legge 216 ha regolamentato in modo molto severo la trattativa privata e le varianti in corso d'opera, le due vie più facili verso gli abusi. Abbiamo recepito le direttive europee. Abbiamo ristrutturato l'Anas che era in stato comatoso e adesso ha ripreso a lavorare. Abbiamo preparato il primo regolamento della legge sugli appalti dopo il 1895. E le garantisco che non è stato facile...». Si dice che tutta questa severità abbia bloccato il settore degli appalti pubblici. Bugie? «L'anno scorso abbiamo avuto un aumento dei bandi di gara, che presto si tramuterà in un incremento dei cantieri». Ce l'ha un consiglio per Di Pietro? «Sì, badare alla progettazione. La qualità delle opere è figlia della qualità del committente. Anche i privati scalcinati, d'altra parte, fanno case orrende». Sia sincero, secondo lei Di Pietro ha le qualità per essere un buon ministro? «Io credo di sì: qui c'è da portare a termine il lavoro che noi abbiamo iniziato. E' un lavoro a medio termine per il quale servono le energie che Di Pietro ha dimostrato di avere. Per questo sono stupito che lo abbiano fatto passare come un moralizzatore: mi sembra un modello vecchio di nuovismo. E lui non è un nuovista, è un uomo nuovo», [g. tib.l «Ai Lavori Pubblici venga da manager non da moralizzatore»