«Tangenti rischio amnistia»
7 Il magistrato di Mani pulite lancia l'allarme. In sala anche Pomicino e Mach di Palmstein «Tangenti, rischio amnistia» // pm Greco: non è cambiato nulla ROMA. «Quando si parla di soluzione politica della vicenda di Tangentopoli vedo una amnistia per gli indagati, che non è una cosa bella, e un ritorno al passato. E' un pericolo, posto che non è cambiato nulla». A lanciare l'allarme è uno degli uomini di punta del pool di Mani pulite, il sostituto procuratore Francesco Greco. L'occasione per tenere desto l'argomento è venuta dalla presentazione del libro I misteri d'Italia che Fabio Tamburini ha scritto dopo una cinquantina di incontri con Aldo Ravelli, il «re Mida» della Borsa di Milano, pubblicato dalla Longanesi a quasi un anno dalla morte del protagonista. La presentazione, alla Sala del Cenacolo della Camera dei deputati, ha visto presenti tra il pubblico l'ex ministro Paolo Cirino Pomicino, Mario Zamorani, Giovanni Bisignani e Mach di Palmstein. Dopo aver premesso che «le indagini a Milano hanno scoperchiato il pentolone, ma l'iceberg è sotto», Greco ha ricordato: «Noi per primi ponemmo il problema di una soluzione per uscire da Tangentopoli. Non è un caso che ci siamo tornati più volte e ci torniamo anche ora. Ci eravamo resi conto della strada complessa che avrebbe portato ad ima disarticolazione di mi certo sistema di potere politico ed economico. Sapevamo anche il rischio che potesse finire ima transizione giudiziaria lunga, non sopportabile da parte del Paese. Non ci hanno dato ascolto e noi siamo andati avanti». Ma, ha subito precisato il magistrato, «nonpergiustizialismo, ma per un grosso senso di responsabilità». Ed ancora il sostituto procuratore di Milano ha esortato a «fare tesoro di quello che è accaduto; ma sembra che ciò che è stato fatto non sia servito a nulla». In questi quattro anni, da quando cioè «Mani puhte è in corso e ci coinvolge da mattina a sera» sono state indagate 3200 persone, 800 condannate e 400 in modo definitivo. Ma, ha lamentato Greco, «sappiamo che il nodo è irrisolto e c'è lo sconforto che non è stato fatto nulla per risolvere il problema che le indagini hanno portato alla luce». Eppure, ha insistito, «non si è trattato tanto di scoprire quello che è successo in Italia in questi anni, quanto piuttosto di risolvere il problema per avere un'Italia migliore e diversa». Proseguendo la sua analisi-denuncia il magistrato milanese ha rilevato che «Tangentopoli è stata costruita nella regione di Nerolandia», ossia «dei fondi neri passati a corruzione su meccanismi di controlli fiscali». E nella corruzione generalizzata, ha precisato, «sono finiti tutti, grandi e piccol industriali, compresi gli artigiani». Greco ha poi posto un'altra delle questioni nodali di Tangentopoli: «Il problema dell'evasione fiscale, che è centrale in Italia. Nessuno lo ha voluto ancora affrontare nonostante sia urgente». Inoltre, «è mancata ''analisi su come ha funzionato, su cosa è e su cosa vuole il capitalismo italiano. Non vedo in giro l'esigenza di una maggiore trasparenza negli affari né la volontà che la trasparenza sia connessa alla legalità e all'efficienza». Non sono mancate parole critiche nei confronti delle banche (e tra i presentatori del libro c'erano Mario Sarchielli, presidente della Bnl, e Natalino Irti, vicepresidente dell'Enel e già al vertice dello stesso istituto). Pur convenendo sull'opportunità di convertire il cre- dito in azioni delle imprese, Greco si è infatti chiesto non solo come siano avvenute le operazioni, ma, soprattutto, «se il sistema credizio può davvero supportare tutto il capitalismo italiano». Altro settore di critica è stato quello dell'intermediazione finanziaria. Dopo aver convenuto sulle tradizionali critiche alla nostra Borsa valori, Greco ha sostenuto che «i grossi guadagni non li realizzano sui titoli, ina su attività alternative: aiutanto ad evadere il fisco, ad esportare capitali, a fare il lavaggio dei dividendi. E fanno anche un po' di insider trading». Ma, ha aggiunto, «nessuno ha voglia di affrontare questo grosso problema». [r. int.] In 4 anni indagate 3200 persone Ottocento condanne «Ora il problema è l'evasione fiscale Ma tutti tacciono» pff* Iwlilll! II sostituto procuratore del pool di Mani pulite Francesco Greco L'ex ministro democristiano Paolo Cirino Pomicino
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