Lo stilista ha coinvolto i detenuti in un concorso di design Made in carcere firma Armani di Antonella Amapane

Lo stilista ha coinvolto i detenuti in un concorso di design Lo stilista ha coinvolto i detenuti in un concorso di design Made in carcere, firma Armani NASCE il «made in prison» firmato Giorgio Armani. La moda scende dal piedistallo e entra in carcere. A portarcela è il re della giacca. Lo stilista - convinto da un gruppo di riabilitazione dei detenuti, Rehabilitation for Addicted Prisoner Trust (Rapt) - ha indetto un insolito concorso di design fra i reclusi dei penitenziari inglesi di media sicurezza Downview e Coldingley. A vincerlo - spiega il «Times» - sono stati tre prigionieri. Ma Armani l'altro ieri - nel suo Emporio londinese a Knightsbridge - ne ha invitati ben di più per festeggiare, con un cocktail, l'avvenimento. Carcerati e celebrità assortite si sono mischiati così allegramente alla folla stupita che pareva di assistere a un film. Ma l'intenzione filantropica di Armani - secondo i presenti era genuina. I soggetti dipinti dai prigionieri, selezionati personalmente dal creatore milanese, verranno stampati su una collezione di magliette di cotone che sarà venduta nelle boutique Emporio a 15 sterline. Il ricavato verrà interamente devoluto alla riabilitazione dei ragazzi iscritti al Rapt. In molti si sono chiesti perché mai una griffe come quella di Armani, sinonimo di bella vita e alta società, si sia coinvolta in un'operazione del genere. Lo staff delio stilista ribatte prontamente dicendo che Armani è stato colpito e commosso dall'efficacia del programma di reinserimento del Rapt. Non solo, sembra che in alcuni punti abbia intravisto gli stessi scopi stretegici della sua società. E' comunque difficile credere al fatto che la decisione del creatore sia stata dettata unicamente da una spinta emotiva. Alcuni esperti di moda anglosassone intravedono in questa mossa un obiettivo ben più sofisticato. Ad esempio il direttore della rivista maschile Arena, Peter Howarth - sicuro della buona fede del sarto -, aggiunge però che la sua scelta rivela anche l'intenzione di portare la moda nel cuore della cultura popolare, spogliandola dalla stantia patina elitaria che la rende odiosa. Gli stilisti hanno dedicato parte degli Anni Novanta a liberare il loro settore da quella torre d'avorio che lo fa sembrare irraggiungibile, così avulso dalla realtà. Non sempre ci sono riusciti. Ma Armani questa volta sembra aver centrato il bersaglio. Antonella Amapane

Persone citate: Armani, Giorgio Armani, Peter Howarth