Juve, parte il lungo sprint Del Piero si nasconde troppo ma con l'Atalanta il test è ok di Roberto Beccantini

Juve, parte il lungo sprint CHAMPIONS LEAGUE, MENO 16 Juve, parte il lungo sprint Del Piero si nasconde troppo ma con l'Atalanta il test è ok TORINO. Non è stata una domenica banale. Ha segnato la retrocessione del Bari, malinconicamente accodatosi a Torino, Cremonese, e Padova. Ha reso ancor più incendiaria la zona Uefa, sul cui destino - a un turno dalla conclusione - molto influiranno i risultati della Juventus in Champions League (se la strappa all'Ajax, libera un posto) e della Fiorentina in Coppa Italia (se la conquista, ne Ubera un altro). Ha inoltre preso atto del ruzzolone del Milan, fresco campione d'Italia: la Sampdoria dell'indemoniato Chiesa gli ha rifilato tre solenni sganassoni. Voce di popolo: la staffetta tra Capello e Tabarez non poteva cominciare in maniera più imbarazzante. La Juventus, da parte sua, ha regolato l'Atalanta grazie a un gol di Deschamps e conquistato, ammesso e non concesso che sia una notizia, il secondo posto. In tribuna, a Torino, c'era Louis Van Gaal. Alla finale di Roma mancano sedici giorni. Posto che la formazione schierata non era il massimo (Peruzzi, Ravanelli e Vialli fermi ai box, Conte e Di Livio inizialmente risparmiati), la squadra di Lippi ci ha dato dentro con apprezzabile lena, palesando serbatoi pieni e carattere da vendere. Nessun dubbio sul fatto che, dal 4 febbraio scorso (ko a Vicenza), Madama abbia cambiato marcia e risalito la china. Le cifre sono lì a testimoniarlo: delle diciassette partite disputate, fra campionato e Champions League, ne ha vinte 12, pareggiate 2, perse 3. Certo, il Del Piero di ieri (schierato di punta, come predilige) si è nascosto a Van Gaal più di quanto Lippi gli avesse ordinato. Inoltre è storicamente provato come, nel 1973 (contro l'Ajax) e nel 1983 (contro l'Amburgo), la Juventus abbia perso la finale non tanto in campo, all'ora della verità, quanto «prima)», nella fase d'avvicinamento. Proprio per questo, l'allenatore dovrà lavorare, soprattutto, sul piano psicologico. Anche perché, dato per scontato il recupero degli infortunati, problemi di scelta non se ne vedono (4-4-2): Peruzzi; Torricelli, Ferrara, Vierchowod, Pessotto; Di Livio, Conte, Deschamps, Del Piero; Vialli, Ravanelli. Prova generale, domenica a Bari. L'allenamento con l'Atalanta non ha lasciato orme leggendarie. La squadra è viva. £ questo, per adesso, può e deve bastare. Roberto Beccantini