Il motore rallenta

11 motore rallenta 11 motore rallenta L'ultima indagine congiunturale dell Unione Industriale torinese segnala un «raffreddamento», anche se non un 'inversione di tendenza degli indici economici. In calo export e investimenti. Stabile occupazione e tasso di utilizzo della capacità produttiva. Migliora la composizione dei carnet ordini Le previsioni dell'industria torinese per i prossimi mesi confermano il rallentamento congiunturale in atto dalla fine del 1995. Non si tratta, almeno per ora, di un'inversione di tendenza, quanto piuttosto di un raffreddamento della congiuntura, che non bisogna, tuttavia, sottovalutare, per non subirne i contraccolpi sul piano produttivo e occupazionale. E' questa l'indicazione che emerge dall'indagine congiunturale dell'Unione Industriale di Torino, relativa al periodo aprile-giugno 1996. Produzione e ordini. Sui livelli produttivi, la percentuale di pessimisti sale al 16% dal 14% dello scorso trimestre, mentre gli ottimisti salgono dal 27% al 31%. Il saldo migliora lievemente: da +13 dello scorso trimestre, all'attuale + 15. Sei mesi fa era + 23,4. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva rimane assestato sui livelli degli ultimi sei mesi (74-75%). Il 28% delle aziende prevede incrementi degli ordinativi (era il 29% lo scorso trimestre), il 18% riduzioni (15% tre mesi fa). Il saldo scende da + 14 a + 10 punti percentuali. A dicembre 1995 era + 20,6. Migliora lievemente la composizione dei carnet ordini: la percentuale di aziende con ordini per meno di un mese scende dal 24 al 20%, mentre aumenta la quota di imprese con produzione assicurata per oltre tre mesi (dal 24% al 26%). Questo è l'unico segno nettamente in positivo rispetto al quadro congiunturale complessivo. Il 29% delle aziende prevede un aumento degli ordinativi esteri (era il 32% tre mesi fa), contro il 12% che si attende una riduzione (come lo scorso trimestre). Il saldo, pari a + 17, è peggiorato rispetto allo scorso trimestre (+ 20) e a sei mesi fa (+ 24,5). Investimenti e situazione finanziaria. Anche l'attività di investimento è meno vivace e risente delle maggiori difficoltà finanziarie, dovute all'alto costo del denaro e a problemi di liquidità. Il 35% delle imprese ha in programma ampliamenti della capacità produttiva (contro il 37% dello scorso trimestre); il 34% intende effettuare investimenti di sostituzione (era il 39% tre mesi fa). Il 51% delle imprese segnala problemi di liquidità: sei mesi fa era il 45,7%. Alle aziende il denaro costa, in media, il 12,04%: quasi 9 punti oltre l'inflazione. Occupazione. Le prospettive occupazionali e il ricorso alla Cig si mantengono relativamente stabili. La percentuale di imprese che prevedono aumenti occupazionali rimane ferma al 16% (come lo scorso trimestre); i pessimisti scendono dal 13% al 9%. Il saldo migliora lievemente (da + 3 a + 7), ma rimane di poco inferiore ai valori del 1995. La percentuale di aziende interessate alla Cig sale dal 10 all'I 1%, ritornando sui livelli di inizio 1995. Il 40% delle imprese segnala difficoltà di reperimento di manodopera specializzata. Si tratta del livello più alto raggiunto dal 1990. Le maggiori frizioni si riscontrano nel settore metalmeccanico (46%) e della gomma-plastica (43%). Questo dato e il vincolo finanziario agli investimenti rimangono tra i nodi, che più stringono le opportunità di occupazione. 92/1 92/2 92/3 92/4 93/1 93/2 93/3 93/4 94/1 94/2 94/3 94/4 95/1 95/2 95/3 95/4 96/1 96/2

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