SCEGLIENDO TRA LE MOSTRE Ad Aosta gli uomini rossi di Aligi Sassu al castello di Rivara i lampioni di Berlino

Ad Aosta gli uomini rossi di Aligi Sassu al castello di Rivara i lampioni di Berlino SCEGLIENDO TRA LE MOSTRE Ad Aosta gli uomini rossi di Aligi Sassu al castello di Rivara i lampioni di Berlino AOSTA Reduce dal futurismo Centro Saint Benin. «Aligi Sassu. Uomini rossi 1929-1934» (fino al 30 giugno). Reduce dal Futurismo, il giovane Sassu, nei suoi «Uomini rossi», non sembra voler fare riferimento ad argomenti mitologici, o politici, ma in verità questi temi si incrociano. Si tratta di 98 tavole esaustive della fase, tra il 1929 e il 1934, in cui Sassu - con olii, tempere, acquarelli - realizza le note serie dei «Giocatori di dadi», degli «Argonauti», oltre agli «(Arlecchini», ai «Musicanti», al «Concerto», che costituiscono un ciclo narrativo estremamente articolato, con differenti ricerche linguistiche. Emerge soprattutto il colore che si innerva in una tempesta di rossi e di blu. MILANO Le eresie di Mariani Studio d'Arte Cannaviello. «Carlo Maria Mariani. Ossequiose eresie» (fino al 4 giugno). Mariani, un romano che da anni vive a New York, è stato uno dei protagonisti del «ritorno alla pittura», proponendo un'idea radicale di arte intesa in senso classico, ovvero come manifestazione della bellezza ideale, evidenziata dalle sue sorprendenti caratteristiche tecniche di virtuosismo. L'esposizione raccoglie una serie di opere recentissime eseguite per l'occasione. PASSAMANO Un pittore sociale Villa Manin. «Pizzinato. Opere 1925-1994» (fino al 30 giugno). Le 120 opere, dal 1925 ad oggi, i dipinti inediti soprattutto del periodo giovanile e di quello romano, il folto gruppo di opere del «periodo realista», e quelle degli anni più recenti, fanno di questa esposizione la più importante dedicata all'artista dopo quella del 1981 al Museo Correr di Venezia. La storia di Pizzinato attraversa gli ultimi settantanni con il rigore, e la passione, di un artista che ha voluto sempre privilegiare, nella sua pittura, U sociale. RIVARA La luce di Pitz Castello di Rivara. «Hermann Pitz. Autobiografia e luce» (fino al 30 giugno). Il lavoro: «Sintitulo», 1994 (sette lampade in poliestere su base di metallo), che sta al centro dell'esposizione, nasce da un viaggio dell'artista a Berlino e scopre i lampioni a forma aerodinamica e li trasforma in un'installazione che gioca il suo impatto scenografico su effetti di luce ed ombra. MILANO Francese astratto Galleria del Credito Valtellinese. «Oliver Debré. Retrospettiva» inno all'8 giugno). Cinquanta opeis tratteggiano il coi pus dalla prima retrospettiva italiana ai un protagonista dell'astrattismo francese. Si inizia con i lavori degli Anni 40 e 50 in cui dominano i colori cupi, influenzati dalla guerra, mentre dal '60 ad oggi i colori sono solari e di forte impalo visivo. BOLOGNA Dal Sud America Galleria Marabini. «Collective soul. Ana Mendieta, Fernanda Cardosa, Valeska Soares (fino al 30 giugno). Tre artiste latinoamericane, ormai note in tutto il mondo, espongono in Italia per la prima volta le loro opere, le loro installazioni. Ormai un mito è diventata la Mendieta, morta in un incidente a 36 anni, che nelle sue «performances», o lavori di bodyart, usava fuoco, acqua, terra, in modo poetico e originale. Marisa Vescovo Particolare di un'opera di Hermann Pitz al Castello di Ri vara. Sotto «Fuga in Egitto» di Max Pellegrini