Militari strani statali droga problema senza fine

LA MEMORIA. Così Billie Whitelaw, sua attrice preferita, LETTERE AL GIORNALE Militari, strani statali; droga, problema senza fine Poveri Maconi senza americani Dall'incontro elettorale in televisione tra Fini e D'Alema è emerso il comune orientamento di modificare l'attuale demotivato assetto del nostro esercito, visibilmente anacronistico, per creare una difesa moderna, pronta, efficiente. Cosi com'è, la leva obbligatoria non ha più senso, come non hanno più un loro scopo certe formazioni antiquate poiché oggi la difesa significa tecnologia, non massa di truppe, come ci ha insegnato anche la Guerra del Golfo in cui piloti americani e inglesi avevano un ottimo livello specialistico, oltre che una laurea in ingegneria. La nostra difesa ha solo poche punte di alta specializzazione, ma per il resto è percorsa da basso profilo professionale e da diffuso, individuale awilimento, un po' come tutti i nostri dipendenti statali in attesa dello scatto, del piccolo miglioramento economico e, infine, della pensione liberatrice. Proprio come altri settori del pubblico impiego, anche le forze annate sono servite per assorbire disoccupazione, provocando costi altissimi quanto infruttuosi, tanto che nel bilancio 1996 il ministero della Difesa programma uscite per L. 33.973 miliardi, una cifra pesantissima per la nostra economia. Eppure, quando è stato inviato un contingente di pace nei territori della ex Jugoslavia, il governo Dini ha cercato entrate straordinarie per finanziare questa spedizione. La famiglia Maconi, che dalla Liberia lanciava richieste di aiuto, è stata salvata dagli elicotteri americani, ma se questi non fossero intervenuti, proviamo ad immaginare che cosa noi avremmo fatto. Probabilmente prima si sarebbe discusso a lungo in Parlamento con forti dispute politiche, poi innumerevoli riunioni tra gli stati maggiori con urti di competenza e gelosie, infine un esame finanziario per reperi- re i fondi. Le nostre navi si sarebbero fermate diverse volte durante la navigazione per intervenute avarie e forse sarebbero state rimorchiate da qualche nave americana. Chissà se la famiglia Maconi temeva proprio questo. Cicerone disse: «Se vuoi la pace, prepara la guerra» e questa non si prepara con un anno di leva sonnacchiosa e svogliata ma con un esercito contenuto, altamente addestrato, specialmente nell'attuale periodo storico in cui l'Italia si trova esposta a molti pericoli, essendo proiettata come testa di ponte verso il mondo arabo mediorientale e africano, in grande e pericoloso fermento. Per 45 anni le nostre forze armate hanno vissuto sicure e riparate all'ombra dei due grandi colossi sovietico e americano che, contrapponendosi, mantenevano anche in Europa una pace da deterrente, proprio come sosteneva Cicerone, ma oggi le cose sono davvero cambiate e di conseguenza anche noi dobbiamo inchrizzarci verso un diverso modo di concepire il modello di difesa e questo non significa maggiore spesa ma solo un differente investimento. Giglio Rossi, Genova «Liberalizzare può servire» Sulla gravissima piaga della droga, rispondo al sig. Domenico Corte (Lettere al Giornale del 25 aprile). Ricordo il proibizionismo americano di molti anni fa e, quando l'alcool è stato liberalizzato (dopo ammazzamenti vari) questi sono cessati, almeno per quanto riguarda vino e liquori. Certo, i beoni hanno continuato a bere padronissimi di rovinarsi il fegato; ma non mi risulta che abbiano scippato, rapinato o ucciso i famigliari che non fornivano loro i soldi pel diuturno fiasco. Sarebbe troppo lungo spiegare quali vantaggi comporterebbe la liberalizzazione della droga e, non piacendo a me dilungarmi troppo, consiglio di ragionarci su. Sono d'accordo sulla assenza delle autorità preposte alla salvaguardia della popolazione e non solo per la droga. Giovanni Cesaraccio Volvera (To) Povero Bonolis troppi miliardi Non che la cosa sia importante, né che debba, per carità!, disturbare il lungo e soporoso sonno della «normale» utenza televisiva, ma il fatto che il sig. Bonolis, esimio blablatore del piccolo schermo, abbia finalmente rag- giunto la serenità economica per sé e famiglia, coi miliardi di Mediaset, non può che riempirmi il cuore e la mente di felicita. Certo, che non lo fosse stato prima, sereno, mi lascia perplesso ed anche un poco dispiaciuto (ahi! ahi! quanto è birichina la RaiRai!) e risveglia nel mio animo vaghi sensi dì colpa. Difatti non è ammissibile che un modesto venditore di libri come il sottoscritto non sia mai riuscito a perdere la tranquillità o serenità interiore, nonostante le sue laute, formidabili entrate. Povero sig. Bonolis: se fossi capace di invidiare qualcuno, lui, davvero, sarebbe l'ultima persona! Povero sig. Bonolis e, questa volta, sia detto senza alcuna ironia. Renato Patelli Grugliasco (To) Rappresaglie e colpevoli In merito all'articolo di Ferdinando Camon sulla colpevolezza di Priebke chiedo: 1) cosa dicono esattamente gli accordi internazionali in merito alle rappresaglie? E' evidente che per i massacrati in più ci devono essere particolari punizioni. 2) non dev'essere considerato colpevole anche chi mise la bomba in via Rasella ed eroicamente fuggì pur sapendo che se si fosse presentato alle autorità germaniche avrebbe evitato il massacro? Grazie per la risposta che non verrà. Firma illeggibile, Torino Risponde Ferdinando Camon: I massacrati in più indicano che ci fu una buona dose di volontarismo nel massacro, e non una renitente obbedienza agli ordini. L'attentato di via Rasella avvenne alle ore 15,45 del 23 marzo. La strage delle Ardeatine cominciò verso le 14 del 24 marzo. La decisione del massacro fu tenuta segreta fino a compimento: fu comunicata da un'agenzia la sera del 24, e pubblicata sui giornali alle ore 12 del 25 (i giornali uscivano a quell'ora). Kesselring e Kappler, nei processi di Venezia e Roma, giustificarono il silenzio con ragioni di sicurezza. Anche Mussolini fu informato a operazione conclusa. Le leggi di guerra non permettono le rappresaglie: a un attentato terroristico nessun esercito occupante può reagire massacrando ebrei o detenuti o minorenni. Quanto al l'attentato di via Rasella, esso fu oggetto di un giudizio da parte della Cassazione, nel '57, e ritenuto «legittimo». Come vede, il coraggio di risponderle c'è. E' lei che non ha il coraggio di firmarsi. «Quel Giubileo non mi riguarda» Perché i cittadini italiani devono pagare con le loro tasse un Giù bileo che magari non li riguarda né li interessa e che ovviamente si terrà a Roma? Questo contributo lo ha deciso il governo Dini e gli sovraintenderà il professor Prodi, d'intesa, c'è da pensare, con l'ambasciatore Bottai Chissà che non frutti qualche indulgenza. Che ne pensa la leghista Pivetti? Gustavo Malan Torre Pellice (To) «Beati gli indiani senza Ripa di Meana» Non stimo Marina Ripa di Mea na per essersi esposta nuda per disapprovare l'uso delle pellic ce. In India queste cose non succedono. Le danzatrici mostrano solo i piedi nudi e le donne quando si immergono in mare lo fanno con addosso il sari Gli indiani sono molto religiosi e sono contrari all'uccisione di esseri umani e di animali. Come animalisti sono esemplari. Sono vegetariani e non uccidono neppure le formiche. Se vogliamo entrare in un tempio noi eu ropei siamo obbligati a toglierci le scarpe, ad eccezione di quelle di gomma e cotone. Anche Mahatma Gandhi riuscì a cacciare dall'India gli inglesi non con la violenza, ma con la disobbedienza civile. Dante Lo Piano Faenza (Ra)