Sondaggio rivela: il 73 per cento manderebbe i figli dal chirurgo estetico l'italiano si scopre brutto
Sondaggio rivela: il 73 per cento manderebbe i figli dal chirurgo estetico UN PAESE ALLO SPECCHIO Sondaggio rivela: il 73 per cento manderebbe i figli dal chirurgo estetico I/italiano si scopre brutto «Pronti a tutto per migliorarsi» OGNI scarrafone è bello a mamma soia...». Forse non ci crede più neanche Pino Daniele, se è vero che il 73 per cento degli italiani sarebbe disposto a sostenere le spese di qualsiasi intervento di chirurgia estetica pur di migliorare l'aspetto dei figli. E se la gente non è soddisfatta dell'immagine della prole, figurarsi della propria: l'80 per cento si dice «disposta a tutto» per diventare più bella. I numeri, per quel valgono, dicono che un campione «rappresentativo» di 4300 persone intervistate dalla Field Service, per conto della rivista Riza Psicosomatica, ha risposto come sopra. Risultato di un'indagine che cerca di quantificare un fenomeno cresciuto a dismisura negli ultimi anni e fonte inarrestabile di un solido mercato che riguarda palestre, piscine, centri di estetica, cosmetici e manuali di fitness e bellezza. Nel vortice, come tante Grimilde angosciate di fronte allo specchio della verità (o vanità?), ora sono finiti tutti: donne, uomini. E bambini. Tutti nel mondo dell'apparire a discapito di quello dell'essere. Ognuno con la sua personale, e pilotata, richiesta di avvenenza. Bellezza fa rima con giovinezza? E' la grande occasione della chirurgia estetica. Ormai, quasi una catena di montaggio. Ma c'è chi mette in guardia da facili «aggiustamenti». Giampaolo Ambroggio, primario della divisione ài chirurgia plastica generale all'ospedale Cto di Torino: «Il chirurgo estetico, che sia nato come tale, è una crosta di ghiaccio, forata la quale si trova solo acqua gelata. Per essere un buon chirurgo estetico occorre essere un buon chirurgo plastico e per diventare quest'ultimo bisogna essere un bravo chirurgo generale. Altrimenti...». Altrimenti i guai si moltiplicano: le degenze di accorciano per risparmiare e per produrre interventi «alla portata di tutte le tasche»; i decorsi post-operatori si fanno a casa fin dalle prime ore; i rischi di infezioni e di edemi sono all'ordine del giorno. Come difendersi dagli impostori? «Informandosi - suggerisce il professor Ambroggio -: per esempio chiedendo lumi sulla serietà degli operatori all'Associazione italiana di chirurgia plastica». Perché ci sentiamo così inadeguati? Alessandra Appiano, nel suo «Più malsani, più brutti» offre una ricetta per piacersi di nuovo: «Non iscriverti a nessun corso di ginnastica, non andare in nessuna palestra e, soprattutto, non sentirti in colpa. Investi i soldi risparmiati in libri e biglietti del cinema». La psicologa americana Shakti Gawain sostiene che l'umanità ha imboccato una strada pericolosa: si cerca di avere delle cose, così da poterne fare delle altre che ci permettano di essere «qualcuno». Ma il percorso dovrebbe essere inverso: bisogna essere chi veramente siamo, per poter fare ciò che davvero ci sentiamo di fare e ottenere «quello cui, realmente, aspiriamo». Della stessa opinione Vittorio Caprioglio, direttore dell'Istituto di medicina psicosomatica Riza. Perché ci si sente brutti? Perché si è persa la nostra «immagine-punto». Che cos'è? La nostra vera identità. «Tentiamo continuamente - spiega lo psi- coterapeuta - di adeguarci ai modelli imposti, ai codici di bellezza stabiliti dal mondo del consumo. E l'immagine diventa il leit-motiv della nostra storia. Persino i figli devono rientrare in quegli schemi e non ci piacciono se sono diversi». Che fare, allora? Caprioglio consiglia di imitare Pollicino, seguendo le tracce che ci riportino a casa. Ovvero, a noi stessi. Comprendendo quello che siamo, comprenderemo quello che vogliamo. Ci nascerà, spontaneo, il sorriso. E, insieme con il sorriso, sboccerà il fascino che è in ognuno di noi. Ognuno diverso dall'altro, affascinante nella propria unicità. Molto, ma molto più bello di una fredda immagine di perfezione. Daniela Daniele Gli psicologi: condizionati dal mito dell'immagine Così anche i bambini non ci piacciono se diversi tetico Un'immagine dal cartoon La Bella e la Bestia, allegoria della bellezza interiore GLI OTTO VOLTI DELLA BELLEZZA SFUGGENTE CARLA BRUNI Dallo sguardo e la gestualità mutevoli e inarrestabili, lineamenti affilati, in un attimo si dissolve nell'aria. DECISA ALBA PARIETTI Lineamenti marcati, sguardo di sfida, modi diretti, avanza sempre sicura di sé. PASSIONALE MARA VENIER Solare, la bocca carnosa e le emozioni forti, vuole vivere «tutto e subito». DURA CLAUDIA KOLL Fronte alta e sguardo che tiene a di1 stanza. Tende a teI nere sempre sotto | controllo situanoi ni ed emozioni. BAMBINA DEBORAH CAPRIOGLIO Tondetta, tratti minuti, espressione del viso un po' infantile. Sempre alla ricerca di coccole. RACCOLTA MELBA RUFFO DI CALABRIA Sobria, sguardo discreto, fascino antico, incute un immediato senso di rispetto. SEDUTTIVA CATHERINE SPAAK Basata più sul fascino della testa de del corpo. Lo sguardo per ottenere tutto senza chiedere nulla. MORBIDA PAOLA BARALE E' armoniosa, è botticelliana, ha nell'equilibrio il suo punto di forza.
Luoghi citati: Calabria Sobria, Torino
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