Chiambretti su Raidue, la musica è infinita di Marinella Venegoni

Chiambretti su Raidue, la musica è infinita Chiambretti su Raidue, la musica è infinita Ha «diretto» il concerto del 1° maggio, tra entusiasmi, qualche forfait e lunghe attese Gioioso Zucchero, grande Costello alla chitarra, gli emergenti ROMA DAL NOSTRO INVIATO «Benvenuti nella Sanremo comunista - ha provocato il direttore artistico Piero Chiambretti al concertone romano del Primo Maggio in diretta Raidue -. Mi raccomando, non mangiate i bambini». L'infinita giornata di musica di Piazza San Giovanni è stata naturalmente paragonata a Woodstock; e le presenze valutate nei modi più disparati: come ha spiegato sempre Chiambretti in tv, «siamo 400 mila per il Tgl, 150 mila per il Tg5, un milione per il Tg3». E in tv: 16 per cento di share nel pomeriggio, 14 la sera, 3 milioni e 300 mila persone di media per la parte condotta da Chiambretti. Davvero una gran festa di popolo, questo Primo Maggio del dopo elezioni. «Quattrocentomila in piazza e altrettanti dietro le quinte», ha commentato il solito Chiambretti. Anche questa è verità. Solo due anni fa, nel parterre dei Vip c'erano quattro gatti: i rappresentanti sindacali, il sindaco Rutelli con famiglia; mercoledì invece non si riusciva a trovare una sedia. Con i suoi bambini a turno in braccio, Valter Veltroni ha speso qui l'intera giornata, dedicandola a Luciano Lama «che su questa piazza ha detto spesso verità scomode»; ha garantito poi che il nuovo governo si occuperà di creare spazi decenti per la musica. E un Primo Maggio senza musica non è più immaginabile: concerti sono spuntati dovunque, da Torino a Perugia a Catania. «La musica è un linguaggio, dà energia: io sono cresciuto ascoltando cose che mi hanno aperto la mente», ha ancora spiegato Veltroni, storicamente il primo politico ad essere anche rockettaro. Il fantasma di Prodi era dietro l'angolo: un'enorme mezza mortadella veniva portata in giro trionfalmente da Chiambretti: «Ecco il mezzo busto di Prodi, la faccia di mortadella che non bucava il video». «Siete lavoratori?» chiedeva sempre Chiambretti alla folla; «No», urlavano di sotto. «Siete disoccupati?», «Sì», era il coro sconsolato di risposta. E un po' di retorica s'è spesa intorno ai temi più esplosivi della giornata: magari i proclami bastassero a migliorare la situazione. Musicalmente, sfilata di gruppi emergenti italiani nella prima parte della giornata, presentata dal diciottenne Pier Luigi Diaco, l'emergente della originaria «Generazione X» in onda su Tmc, il cui nome fu poi copiato da Ambra. Il giovanotto s'è anche fatto qualche gaffe divertente. Presentando i calabresi Pantarei, ha detto: «Il fascismo arcaico» invece che «il fascino». I Modena City Ramblers hanno riletto in chiave rock «Contessa» di Pietrangeli; gl'inarrestabili Elio e Le Storie Tese hanno cantato invece, come «canzone che suggella l'arrivo dei comunisti in Italia»: «Ma che ce frega, ma che c'importa». Il connubio della cult band con Casadei nella «Terra Dei Cachi» è parso un poco mal riuscito, i due mondi non si sono mescolati né la regìa li ha sorretti. I Blur hanno dato forfait, e così si è raddoppiata la performance gioiosa (che s'è fatta molto attendere) di Zucchero; Costello, il più italiano degli inglesi, è stato grande con la sola chitarra. L'altro inglese più acclamato, Sting, aveva aperto la giornata in una conferenza stampa demenziale dove le domande - sempre le stesse - sembra- vano di fans misteriosamente accreditati. Lui è riuscito a non essere banale: «Credo fortemente nella dignità del lavoro, nel senso di autostima che dà. Io, per fortuna, ho un bel mestiere». Ha insistito sul rock conservatore e sul compito di innovatore che si è assunto portando ispirazioni jazz, folk e classiche. Acclamato a San Giovanni, è poi partito per il Palasport di Bologna: ma al suo concerto serale c'erano solo 7 mila persone su 12 mila posti disponibili. Marinella Venegoni Piero Chiambretti ha guidato la diretta della sera, Gianni Mina aveva condotto il pomeriggio

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