LA COSCIENZA DI ZERO

COLOSSEO COLOSSEO LA COSCIENZA DI ZERO Renato, tre concerti fra eccessi e memorie R R ENATO Zero e il teatro. Renato Zero e l'ambiguità. Renato Zero e la musica. Renato Zero e la folla. Tutto questo è condensato in due ore di spettacolo che il Renatino nazionale presenta al Colosseo per tre sere (e una quarta non è da escludere) giovedì 2, venerdì 3 e sabato 4 maggio (ore 21). Non a caso abbiamo citato il teatro come prima componente di un menù davvero speciale. «L'esibizione fine a se stessa non mi interessa più - dice Zero non mi è mai interessata. So di essere un personaggio inusuale e per questo il pubblico mi ama e segue da oltre vent'anni». L'essere «unico» è la prerogativa principale di un artista che negli ultimi cinque anni ha effettivamente ritrovato il successo di un tempo e i «sorcini» cresciuti ascoltando, fino a consumarli, dischi come «Il triangolo» o «Il cielo». Il tour teatrale si chiama «Tutto Zero» e segue di qualche mese un altro giro d'Italia (allora era nei palasport) chiamato «I migliori anni della nostra vita». «La scelta di passare dai grandi spazi ai teatri era obbligatoria - spiega Zero - poiché volevo raccontare un'altra storia e avvicinarmi di più al pubblico. In "Tutto Zero" canto canzoni che avevo abbandonato da tempo ognuna delle quali viene illustrata con abiti e scenografie ad hoc». Le canzoni quasi abbandonate di cui parla il patron di Fonopoli sono «Vivo», «Io uguale io», «Regina», «Inventi» e «Manichini». Ma nella scaletta non mancano i momenti più esaltanti di una carriera invidiabile. Renato - che nelle fotografie di questa pagina vediamo in alcuni dei suoi più riusciti travestimenti «storici» - ha voluto raccontare a suo modo l'eterna lotta fra il bene e il male con l'aiuto di due attori-mimi vestiti l'uno da angelo e l'altro da diavolo. I due si parlano e si inseguono sul proscenio per tutta la serata sfottendosi, mentre Zero, più che mai affetto da fregolismo, cambia lestamente abito e personaggio. Difficile prevedere, al momento di andare in stampa, se resteranno biglietti disponibUi per la serata del 4 (le altre sono già sold out) e se eventualmente verrà aggiunto un quarto concerto: i tagliandi, se disponibili, si possono acquistare alla cassa del teatro in via Madama Cristina 71 e costano 100 mila lire per le poltronissime, 75 mila per le poltrone e 55 mila lire (compresi i diritti). Luca Dondoni TUTTO COMINCIO' AL PIPER CLUB Renato Fiacchini, in arte Zero, compirà 46 anni il 30 settembre. Ha cominciato a frequentare l'ambiente dello spettacolo nella metà degli Anni Sessanta: bazzicava il Piper Club, a Roma, insieme con Mita Medici, le sorelle Berte e Patty Pravo. Al Piper incontra personaggi ancora poco noti ma destinati a dire qualcosa, nella storia del rock, da Jimi Hendrix ai Byrds, ai Pink Floyd. E vede la luce: si arrabatta per procurarsi qualche com¬ parsala radio tivù ;è tra i «Collettoni» di Rita Pavone, e nel chiassoso pubblico di «Bandiera Gialla»), mentre trova pure un paio di ingaggi a teatro, nei musical «Hair» e «Orfeo 9». Dopo il primo album, «No, mamma no», attira su di sé l'attenzione del pubblico più giovane con «Invenzioni» del '75, grazie a una serie di concerti nei quali rivela eccellenti doti di showman. Nel '76 esce «Trapezio», e comincia la leggenda. LA PRIMA VOLTA DI ATTENTI RAGAZZI, ARRIVANO LE BIKINI KILL L'unica, vera rivelazione del Festival di Sanremo è stata lei: terza classificata nelle «Nuove proposte» con «Al di là di questi anni», Marina Rei è una musicista autentica, innamorata dei suoni neri, del funky e del jazz. Marina terrà il suo primo concerto torinese martedì 30 a «La Gare» in via Sacchi 65. Inizio alle 21. Biglietti a 30 mila lire. Info-line 596.418 dalle 15 alle 19. P. J. Harvey è la star più convincente degli ultimi anni, Alanis Morissette vende come nessun altro in America e pure la settimana del rock torinese parla femminile. Anzi, femminista, nel caso delle statunitensi Bikini ■GII, esponenti di quell'attitudine aggressiva e strappacollant che passa sotto il nome di «riot girls». Arrivano da Washington, sono indipendenti, irriducibili e nel recente album «Reject» mettono in mostra una maggiore attenzione per la forma canzone rispetto al marasma degli esordi. Imperdibile lo show di venerdì 26 al Gabrio (via Revello 3, ore 22, di spalla i Team Dresch). Assai più gentile e levigata suona la voce di Sarah Blackwood, vocalist dei britannici Dubstar. Il nome non inganni, non si tratta di una formazione reggae, bensì di una delle più orecchiabili declinazioni in cui si esprime il. pop britannico che sta imponendo tonnellate di ritornelli all'Europa di fine millennio. I Dubstar arrivano dal Nord dell'Inghilterra. «Disgraceful» (Emi) ha venduto bene anche da queste parti, e il con¬ certo di lunedì 29 al Barrumba (via San Massimo 1, ore 22, ingresso 12 mila con consumazione) è uno degli eventi pop più frizzanti della stagione. Tutti uomini, ma radunati a loro volta sotto un immaginario nome femminile, sono i Marlene Kuntz, band formata da musicisti in parte torinesi e in parte cuneeesi. Cristiano è considerato il sex-symbol del rock italiano, Daniele è fior di poeta, la banda compone e suona alla grande. Quelli che scommettevano sul futuro dei Marlene Kuntz vanno ripetendo a ragione «l'avevo detto». Tra costoro figurano i Csi, che hanno contribuito a lanciare il gruppo. L'album appena pubblicato si intitola «Il Vile» (Polygram) ed è un eccitante viaggio a tinte fosche tra stati d'animo mitteleuropei e suono rock decadente esente da ogni forma di buone maniere. Il culto è sfrenato, i Marlene ricevono lettere su lettere, i nomi dei ragazzi si incontrano sui muri di tutta Italia, isole comprese (molto attiva in materia è la Sardegna), e in un episodio di «Nathan Never» compare un loro poster. I Marlene Kuntz, oltre a partecipare alla manifestazione del Primo Maggio in piazza San Carlo, terranno un concerto completo domenica 28 al Barrumba (ore 22, 10 mila con consumazione), e si prevede un meritato pienone. Nuovo rock italiano anche al «Gabrio» sabato 27 con Umberto Palazzo (già con i Massimo Volume) accompagnato da II Santo Niente, un'altra band emiliana che i Csi hanno voluto accogliere sotto l'ala del loro Consorzio Produttori Indipendenti. Infine, il coraggioso esperimento di un protagonista del jazz italiano, il contrabbassista Bruno Tommaso, che giovedì 2 maggio presenta al «Café Procope» (via Juvarra 15, ore 11,30, 20 mila lire) il progetto Meditango: un incontro fra il jazz e la musica argentina che vede, al fianco di Tommaso, Eugenio Colombo al sax, Ramberto Giammarughi al piano, Adele Madau al violino, Roberto Schiano al trombone e Ettore Fioravanti alla batteria.

Luoghi citati: America, Europa, Inghilterra, Italia, Roma, Sanremo, Sardegna, Washington