Parolaio di Vittorio Foa

Susanna e i vegliardi dove osa il desiderio Parolaio VUOTO A PERDERE. «Signor direttore». Il Foglio di Giuliano Ferrara viene invaso dalle lamentazioni dei lettori affranti per la batosta del Polo. Lo scoramento induce uno dei perdenti a imitare quei progressisti che due anni fa, all'indomani della sconfitta del 27 marzo, attribuivano tutto il (de)merito del trionfo berlusconiano alle performances televisive di Raimondo Vianello e Iva Zanicchi: «Non le sembra che la vittoria del Polo di sinistra sia stata facilitata da una pedissequa e sesquipedale pubblicità da parte della compagine di Striscia la notìzia in onda su Canale 5, che ogni sera ha ironizzato sul gesto scaramantico dell'onorevole Massimo D'Alema, tanto da fare anche un compact disk (Fu fu dance) cantato dal Gabibbo?». Autorisposta del lettore: «A me pare di sì. Ed ora che ne sarà di questa povera patria?». Già, che ne sarà? E dl fid del perfido Gabibbo, che mai ne sarà di lui? Fu fu. GRATTA E VINCI. Se il buon giorno si vede dal mattino, allora è meglio fissare, per dimenticare, la sobria, misurata, esanime, gelida cronaca siglata V. M. sul Corriere della Sera in cui vengono registrati taluni spostamenti di Romano Prodi, il vincitore: «Quando sbuca davanti al Luogo appena conquistato davvero ci vorrebbe la magia di Fellini, per ritagliare nello spazio notturno la sua figura che avanza come se già dovesse entrare là dove lo stanno sospingendo le urne. E qui il destino con i suoi divertenti capricci inventa una sequenza degna del granide Federico». Luogo o non Luogo, capricci o non capricci, figura che avanza o che non avanza, giù le mani dal «Grande Federico». GRATTA E RIVINCI. «Questa mattina a Campo de' Fiori è il giorno di San Walter il Buonista», gorgheggia la cronaca ° D„ romana di Re- pubblica che stavolta descrive una festa in onore del vice-vincitore. «Ecco che arriva, eccolo davanti al fioraio. E, zac, gli piove addosso un gran mazzo di rose rosse». Zac, ma dopo il zac, «lui» che fa? «Lui abbraccia, bacia, stringe mani». Ma poi «Gli si fa incontro una vecchietta» e «Lui» si divincola dirigendosi verso un forno con 1 «i fornai che porgono la pizza 1 appena fatta». Buonissima, e infatti «il vicepremier l'addenta con gusto» e, presumibilmente con la bocca ancora piena, «Commenta scherzando: all'andata l'ho presa bianca». Tutti ridono per la sferzante battuta. La pizza è ancora lì ma «la gente gli si stringe intorno» con tanto di «pacche sulle spalle». La «folla ondeggia» e «il giorno del ringraziamento finisce alla grande». Onda su onda. PERDUTAMENTE. Intervistato dal Corriere della Sera, lo scrittore Vittorio Messori si dice «umiliato» come «credente» nel «vedere che i detriti dell'esplosione della de sono ridotti sia a destra che a sinistra a partitini che chiedono l'elemosina per due ideologie acristiane o anticristiane». Da buon «credente» umihato, Messori spiega subito dopo a cosa allude: «Non nascondiamoci che Dini, che gravita nell'area del centro, ha messo nel suo simbolo la piramide che è un simbolo esplicito». Ci mancava pure la congiura massonica. E VICEVERSA «La sua cara vecchia sinistra vince le elezioni» e Vittorio Foa legittimamente festeggia. E festeggia, racconta il Corriere della Sera, con una telefonata ad Antonio Giolitti, «amico di cinquantanni». Solo che l'euforia della festa, il clima da anno zero, l'ansia della novità trascinano Foa in un'inesattezza a proposito dell'amico Giolitti: «Insieme siamo stati all'opposizione per un secolo, adesso arriviamo al governo e credo che davvero pochi, come lui e me, possano capire l'importanza di questa giornata». Passi per il secolo, ma Antonio Giolitti, ministro dei governi di centrosinistra, non ha precisamente passato tutta intera la sua vita all'«opposizione». E la sinistra, povero Nenni, ogni tanto al governo c'è già stata. GUAI AI VINTI. «Noi dobbiamo essere un giornale inglese», avrebbe detto, secondo una cronaca del Manifesto, Eugenio Scalfari ai giornalisti entusiasti per i risultati elettorali. E ancora: «Abbiamo davvero esagerato con i titoli». Ma «dopo una breve pausa e un sorriso beffardo», Scalfari l'inglese dà una lezione di understatement: «Glielo abbiamo messo al culo». La messa è finita. Pierluigi Battista Il Gabibbo . c Vittorio Foa

Luoghi citati: Buonista, San Walter