Lecco, l'episodio è avvenuto in una scuola media: la ragazzina, dodici anni, è originaria del Marocco Alunno sospeso per razzismo di Marco Marelli
Lecco, l'episodio è avvenuto in una scuola media: la ragazzina, dodici anni, è originaria del Marocco Lecco, l'episodio è avvenuto in una scuola media: la ragazzina, dodici anni, è originaria del Marocco Alunno sospeso per razzismo Insulta la compagna-. «Sporca negra» COMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sospeso per razzismo. Per un giorno, niente lezioni. E' accaduto a Barzanò, Comune della Brianza lecchese, alla scuola media «Enrico Fermi». Protagonista, un ragazzino del paese che frequenta la prima media. Le generalità del giovane studente, ovviamente, rimangono celate dietro ad un comprensibile riserbo. Per un giorno, il dodicenne, dunque, è stato allontanato dalla scuola. Niente lezioni, per ordine del preside Renzo Cappellini, che ha ovviamente discusso l'accaduto con il collegio dei docenti prima di prendere la sua decisione. E che ha anche convocato in presidenza i genitori del ragazzino con i quali il preside ha discusso dell'episodio di cui è stato protagonista il loro figlio. Ma cosa è accaduto? Perché la sospensione del giovane studente per razzismo? Per una frase da lui pronunciata a scuola. Pesante, venata di razzismo. «Sporca negra!» ha gridato, durante un banale litigio, ad una compagna di classe, sua coetanea, con il colore della pelle un po' più scuro della sua. La ragazzina è originaria del Marocco. Una dodicenne che, con i suoi familiari risiede a Cremella, un Comune poco distante da Barzanò. Questo episodio, che forse altrove sarebbe passato sotto silenzio, con un rimbrotto o forse con una litigata tra ragazzi, a Barzanò ha invece avuto un serio seguito, con il provvedimento preso dal preside della scuola media «Enrico Fermi». Un giorno di sospensione per il ragazzino che, forse senza rendersi conto del peso di quelle parole, ha insultato la compagna di classe con una frase ingiuriosa, razzista. Una decisione ferma, dunque, quella del preside Renzo Cappellini. Un segnale forte. Almeno così si sostiene. «Ha fatto bene», è il commento pressoché generale raccolto in paese. Infatti ieri a Barzanò non si parlava d'altro. Prima delle elezioni politiche del 21 aprile scorso le cronache dei giornali locali si erano interessate del Comune della Brianza lecchese dopo che il parroco del paese, attraverso il bollettino parrocchiale, aveva invitato la gente a votare per il «Polo». Il parroco era stato ripreso dal sindaco Giuseppe Aldenghi, esponente del partito popolare italiano. Il sacerdote era stato invitato a correggere il tiro (e lo aveva fatto dal pulpito). Ora questa nuova vicenda, che ri porta sui giornali il Comune della Brianza lecchese. «Barzanò un paese razzista? Non credo proprio - osserva il sindaco Giuseppe Aldenghi -. Il nostro è un paese assolutamente tranquillo. Non ci sono mai state manifestazioni di razzismo. Gli extracomunitari si sono ben integrati». Come spiegare allora l'episodio accaduto alla scuola media? Risponde il sindaco: «Qualche parola di troppo da parte di chi ha pronunciato la frase incriminata. Non credo poi che il ragazzino volesse realmente offendere la sua compagna di classe». Insomma, si cerca di ridimensionare l'accaduto, dopo aver plaudito alla fermezza dimostrata dalla scuola. Meglio, si osserva in paese, mettere subito dei precisi paletti, far capire ai ragazzi quando si sbaglia. Probabilmente alla scuola media «Enrico Fermi» di Barzanò di quanto accaduto la scorsa settimana si parlerà ancora a lungo. Insomma un episodio, quello del ragazzino sospeso per un giorno per razzismo, che esce dai confini comunali e che può diventare un'occasione per discutere di solidarietà e di realtà multirazziale. Marco Marelli
Persone citate: Enrico Fermi, Giuseppe Aldenghi, Renzo Cappellini
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