Abbandonato in strada il neonato rapito Daniele ritrovato ieri notte vicino a Bergamo: sta bene di Gabriele Romagnoli

7 E' stato salvato da una donna che lo ha sentito piangere. Nessuna traccia dei sequestratori Abbandonato in strada il neonato rapito Daniele ritrovato ieri notte vicino a Bergamo: sta bene BERGAMO DAL NOSTRO INVIATO Bentornato raggio di sole. Bentornato dalla notte che è durata un giorno. Bentornato al tuo destino, Daniele Antonioli. Chissà cosa deve esserti sembrato il mondo in questo tuo primo giorno di vita, in cui ti hanno abbracciato, amato, portato via nella notte, nascosto e poi abbandonato nella tua copertina bianca davanti a un palazzo di periferia. Quando un giorno te lo racconteranno non ci crederai. Penserai sia stato un brutto sogno o una di quelle bugie che inventano i grandi per tenere i bambini lontani dal mondo. E avrai bisogno di rileggerti un vecchio giornale per credere all'assurda storia del primo giorno della tua vita. LA NASCITA. L'esistenza di Daniele viene annunciata alle 18 di giovedì scorso con le doglie che trafiggono sua mamma Gigliola, 40 anni, casalinga, nella stanza numero 9 al secondo piano dell'ospedale di Alzano Lombardo, provincia di Bergamo. I medici la trasportano immediatamente in sala parto. Passa appena un quarto d'ora e suo marito, Giorgio, 42 anni, impiegato, vede spuntare la testa del loro terzo figlio maschio. Benvenuto tra noi, Daniele. La mamma, esausta, ritorna in camera. Daniele viene portato nella nursery, dove ci sono altri undici neonati. Pesa quattro chili e centocinquanta grammi. Le sue condizioni di salute sono definite «perfette». Sembra una vita senza problemi. Alle 23.15 viene riportato alla madre perché lo stringa per la prima volta al seno. Il babbo, commosso, lascia l'ospedale alle 23 e 40, salutando un'ultima volta dalla vetrata, il piccolo Daniele confuso tra i bambini del nido. Sulla sua cartella clinica un'ultima annotazione: alle 2.10 l'infermiera di turno gli effettua il test del meconio, lo cambia e lo rimette nella culla Si guarda intorno, ascolta: dodici sospironi. Buonanotte bambini. LA SCOMPARSA. Rassicurata la donna esce dalla nursery e va in una stanza che si trova pochi metri più in là, dall'altra parte del corridoio. Ci resta pochi minuti. Alle 2.20 la richiama il pianto di uno dei neonati. Ritorna nella nursery e si accorge immediatamente che il primo lettino della fila destra è vuoto. E' rimasta soltanto la coperta sgualcita sotto cui dormiva Daniele. L'infermiera corre verso la stanza della madre per vedere se se lo sia portato appresso. La trova addormentata. Non la sveglia neppure e corre a dare l'allarme. Nel reparto in quel momento ci sono oltre a lei un'altra infermiera, un'ostetrica e un medico. Avvisano i carabinieri. Blocchi stradali, controlli dei cassonetti della spazzatura, perquisizioni nei campi nomadi: nessun esito. Il padre di Daniele accorre disperato, ma nessuno sa dare un'indicazione che possa aprire una pista per le indagini. LA CACCIA. La giornata di ieri è una frenetica battuta alla ricerca dei rapitori di Daniele. Gli inquirenti dicono: «Lavoriamo su tutte le ipotesi». Non è vero. Il fatto che il ladro di bambini abbia scelto la prima culla oltre la porta dimostra che non voleva rapire Daniele, voleva rapire un bambino qualunque. Un bambino «pulito». Daniele è perfetto: ha otto ore di vita, nessuna indicazione che lo ren¬ da rintracciabile, neppure un esame del sangue nella sua scarna cartella clinica. Cadono immediatamente una serie di piste. Nessun rapimento a scopo di estorsione: la famiglia Antonioli non è abbastanza ricca. Niente vendetta personale: le vittime non hanno nemici che possano averla escogitata. Impossibile che si tratti di un sequestro finalizzato alla vendita di organi: Daniele è troppo piccolo, spiega il direttore generale dell'ospedale di Alzano, Salvatore Corna. Nessun rapimento da parte di zingari. Il giudice Marco Conte lo esclude a causa dell'età del piccolo, perché i nomadi sequestrano eventualmente bambini che possono essere avviati alle elemosine o al borseggio. Restano in piedi due sole ipotesi. Il rapimento: su commissione del racket delle adozioni o di qualche mancato genitore, oppure l'opera di qualche psicopatico. Qualcuno fa notare che nella sera di giovedì la tv ha trasmesso il film «Una madre di troppo», storia di un bambino conteso. E' su queste due direzioni che gli investigatori lavorano per tutta la giornata, convinti che il bambino non sia ancora lontano. Chi lo ha preso ha agito con rapidità e con buona conoscenza dei luoghi. Probabilmente è entrato nell'ospedale prima della chiusura (alle ore 22) si è nascosto in una delle stanze incustodite lungo il corridoio, dove spicca un cartello con la scritta «Si avvisa che il personale non risponde degli even- tuali ammanchi». Ha atteso l'unico momento di distrazione dell'infermiera per entrare in azione. Ha portato via Daniele senza altro che il suo pagliaccetto e il braccialetto con inciso un nome che non doveva più appartenergli. E' fuggito scendendo per una delle due scale che conducono a parti non illuminate del cortile e lo ha passato al probabile complice che lo attendeva in auto. Poi sono scappati nella notte attraversando Alzano, un'economia industriale che ha per fiore all'occhiello i quaderni Pigna. Si sono lasciati alle spalle una famiglia che scopriva la disperazione e un ospedale che scopriva il sospetto. Ma la loro strada con il bambino che doveva cambiare nome non sarebbe durata più di un giorno. IL LIETO FINE. Nel pomeriggio di ieri al comando dei carabinieri giungono due telefonate anonime. La prima annuncia che il bambino è morto. La seconda, più credibile, avverte: «Abbandonate l'ospedale e riporteremo il bambino». Dalle intercettazioni risulta che sono partite da breve distanza. Daniele è ostaggio di qualcuno che abita poco lontano. Sentendosi in trappola, il ladro si arrende. Sono le ore 22 quando, nel paese di Nembro, la signora Zanchi esce dal suo portone e vede, abbandonato sulla strada, un neonato avvolto in una coperta. Capisce immediatamente di chi e di cosa si tratta. Corre nel bar più vicino e dà l'allarme. Ne escono tre uomini, recuperano il piccolo e lo consegnano ai carabinieri. Alle 22.30 Daniele è nuovamente nell'ospedale di Alzano, tra le braccia dei genitori che piangendo lo stringono nuovamente a sé e gli rimettono il braccialetto con il noirie e il futuro che qualcuno ha tentato di rubargli. «Bentornato raggio di sole, a questa ferrovia, unica al mondo per dove può andare, ti porta dove tira il vento, ti porta dove scegli di ritornare». Bentornato, Daniele, credici, la tua storia di uomo è cominciata così e che ti sia lieve il resto che verrà. Gabriele Romagnoli LE TRE VIE DI FUGA LE TRE VIE DI FUGA

Persone citate: Antonioli, Daniele Antonioli, Marco Conte, Salvatore Corna, Zanchi

Luoghi citati: Bergamo, Nembro