Il viaggio in Italia di Gassman cronaca d'un programma annunciato di Alessandra Comazzi

77 viaggio in Italia di Gassman cronaca d'un programma annunciato TIVU'&TWU' 77 viaggio in Italia di Gassman cronaca d'un programma annunciato CRONACA di un programma annunciato. Anche realizzato, pronto a cominciare l'avventura televisiva. E invece fermo, in attesa di un destino che decida la sua messa in onda, la rete, l'orario. Tutto, insomma. Ma che cosa sarà mai? Qualcosa di pauroso come la registrazione di un'opera mai rappresentata dal 1600, uno spaccato di teatro d'avanguardia, un concentrato di musica dodecafonica? Assolutamente no. E' una trasmissione di Vittorio Gassman che si intitola «Cammin leggendo», una specie di viaggio in Italia compiuto dal più grande attore italiano. Ma allora che succede? Gassman è un nome noto, un di quei nomi che dovrebbero garantire un ascolto decoroso, se non clamoroso. Forse il punto è proprio questo: pare brutto prendere uno come Gassman e sbatterlo a notte fonda, oppure al mattino presto. In orari più civili, d'altronde, l'argomento rarefatto, il personaggio troppo serio nonostante la notorietà, non danno sufficiente garanzia di «share»: e non sembra il caso di sfidare l'audience. 0 almeno non in questo lungo periodo di incertezza alla tv di Stato, prima perché dovevano esserci le elezioni, adesso perché ci sono state. «Cammin leggendo» è un prodotto di Videosapere, la «testata culturale» e trasversale della Rai, che affianca a trasmissioni di qualità la sensazione di stare in un ghetto. Ma il programma di Gassman (che è anche autore insieme con Rubino Rubino, regista) non si può davvero definire elitario. Non è neppure divulgativo: è un racconto, semplicemente. Il racconto di alcune città d'Italia fatto dall'attore nel ruolo di Virgilio, guida recitante con simpatia, senza sussiego. L'elemento più sofisticato del programma sono le musiche, di Antonio Marangolo, piuttosto difficili per orecchi non allenati. Già pronte le puntate su Genova, Torino, Como, Venezia, Recanati e Cesenatico, la Romagna; dovrebbero seguire Siena, Roma, Roma antica e sacra, Napoli, Siracusa. In ogni puntata, Gassman visita i luoghi classici della città (ma non solo quelli) e comunque sempre inquadrati da un'angolatura, anche fisica, particolare. A Torino, per esempio, la Mole An- tonelliana è vista dal di dentro, da quella scala elicoidale che «sembra la tromba dell'inferno». In tutte le città, Gassman ha anche tenuto un piccolo recital, un incontro che si svolgeva in qualche sala non teatrale, dove lui invitava gli ospiti a partecipare, a recitare con lui. Parti di questi recital sono inseriti nel programma, e contribuiscono a mettere in luce il carattere, le contraddizioni degli abitanti e dunque dei luoghi. Vittorio Gassman passeggia per le città, in inverno. Qualcuna, Genova, Venezia, gli regala un raggio di sole, Torino lo accoglie nella sua abituale nebbia azzurrina, Cesenatico gli manda addirittura la neve. Lui cammina leggendo i poeti e gli scrittori del posto, fa dell'ironia su se stesso e sulla sua memoria «ormai svanita», in realtà ancora mirabolante, si presenta con grande coraggio davanti alle telecamere, nella magrezza dell'età e della privata sofferenza, nella bellezza del desiderio di far qualcosa di utile, per quella strana categoria umana, detta dei «telespettatori». Alessandra Comazzi

Persone citate: Antonio Marangolo, Gassman, Rubino Rubino, Vittorio Gassman