Bosnia, le squadre della morte di Izetbegovic di Franco Pantarelli

Bosnia, le squadre della morte di Izetbegovic Bosnia, le squadre della morte di Izetbegovic Killer addestrati in Iran cacciano criminali di guerra e traditori» « NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Ci sono squadre di assassini che si aggirano per i Balcani alla ricerca di «traditori» e «criminali di guerra» da giustiziare. Sono gruppi di 4 o 5 persone, sono stati reclutati fra i dipendenti dei servizi segreti bosniaci e hanno ricevuto uno speciale addestramento in Iran, il cui regime è noto per aver fatto ampiamente ricorso a questo sistema, negli anni passati, per eliminare i suoi avversari politici in giro per il mondo. Lo ha rivelato ieri il «New York Times» citando fonti croate e diplomatiche. L'esistenza di queste «squadre», racconta D giornale, è venuta fuori dopo l'arresto, l'8 aprile scorso, di cinque persone a Rijeka, in Croazia, mentre progettavano l'uccisione di Fikret Abdic, un musulmano bosniaco bollato come traditore e criminale dal governo di Alija Izetbegovic e per questo riparato in Croazia. Nelle elezioni del 1990 Abdic aveva conteso il potere a Izetbegovic e anzi aveva ottenuto più voti di lui, ma poi gli aveva ceduto la presidenza in cambio della nomina di un suo uomo a ministro degli Interni. In seguito però la situazione era precipitata, le due fazioni si erano combattute militarmente e Abdic, sconfitto, era scappato mentre Izetbegovic assumeva il controllo della parte musulmana della Bosnia. Il tentativo di assassinarlo a Rijeka (forse per i suoi crimini, ma più probabilmente per il fatto che recentemente ha annunciato di voler tornare in Bosnia e partecipare alle elezioni previste per il prossimo autunno) ha già indotto il governo di Zagabria a inoltrare una formale nota di protesta a quello di Sarajevo. Ma intanto i cinque mancati giustizieri (quattro uomini e una donna, tutti formalmente in forza alla polizia bosniaca) sono stati interrogati a lungo e dalle loro risposte, a quanto pare, si è appreso per l'appunto che di «squadre» come la loro ne sono state formate parecchie. I loro membri sono stati reclutati fra i 1400 dipendenti del servizio segreto bosniaco, sono stati portati in Iran a im¬ parare il mestiere, sono stati dotati di armi ed esplosivi e poi sono tornati in Bosnia per mettersi al lavoro. Si ignora quali bersagli siano stati loro indicati, oltre a Fikret Abdic. Chi li dirige? Il sospetto cade su Bekir Alispahic, il capo dei servizi segreti bosniaci che risponde direttamente a Izetbegovic; ma si pensa anche a un «coordinamento» con i circa 150 uomini della Guardia Rivoluzionaria iraniana presenti in Bosnia. Sono arrivati assieme alle armi che l'Iran ha fornito ai musulmani bosniaci per contrastare le offensive serbe, quando per via dell'embargo nessuno aiutava la Bosnia (ma l'amministrazione Clinton, come si è appreso, chiudeva un occhio sulle forniture iraniane, e infatti adesso a Washington c'è una disputa accesissima su quella decisione segreta), e sono ancora lì. Da parte bosniaca la smentita è stata prontissima. «Ridicolo ha detto il primo ministro Assan Muratovic -. Potete perlustrare il nostro territorio centimetro per centimetro e non troverete traccia di queste squadre». Ma non sembra che basti. Gli americani hanno fatto presente a Izetbegovic che la sopravvivenza dei servizi segreti composti esclusivamente da musulmani viola gli accordi di Dayton e gli hanno chiesto di allontanare Bekir Alispahic. Il presidente Izetbegovic sta resistendo al licenziamento di questo suo associato, e anche all'altra richiesta americana di mandare via tutti gli stranieri. Oltre ai 150 iraniani, in Bosnia ci sono anche altri «combattenti volontari» venuti da Paesi arabi. Finché staranno lì, niente aiuto militare, dice Washington. Franco Pantarelli Karadzic Per il New York Times è nel mirino di squadre della morte bosniache addestrate dall'Iran